sabato 11 gennaio 2025
La storia di Edmond Dantès, interpretato da Sam Claflin, in una serie di quattro puntate in onda su Rai 1 da lunedì prossimo in una co-produzione tv italo-francese
Sam Claflin nei panni del Conte di Montecristo nella serie tv in quattro puntate in onda da lunedì su Rai 1

Sam Claflin nei panni del Conte di Montecristo nella serie tv in quattro puntate in onda da lunedì su Rai 1 - Jean-Claude Lother

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Tra tutti i celebri romanzi resi immortali anche grazie alle trasposizioni cinematografiche e televisive, Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas è uno dei più appassionanti e amati dagli schermi, sui quali è già approdato una quindicina di volte. Dopo il film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte visto all’ultimo Festival di Cannes e che conta nel cast anche Pierfrancesco Favino nei panni dell’abate Faria, arriva il prossimo 13 gennaio in prima serata su Rai 1 per quattro puntate la serie diretta dal regista danese premio Oscar Bille August, prodotta da Palomar in collaborazione con Rai Fiction e France Television, interpretata da Sam Claflin (Edmond Dantès), Jeremy Irons (abate Faria), Ana Girardot (Mercedes), Michele Riondino ( Jacopo, il fedele complice di Dantes), Lino Guanciale (il brigante Luigi Vampa), Gabriella Pession (Hermine Danglars) e mostrata in anteprima lo scorso ottobre all’ultima Festa del Cinema di Roma. Presentata ieri a Roma presso l’Ambasciata di Francia a Palazzo Farnese, la serie racconta una storia nota a tutti: alla vigilia del matrimonio con l'amatissima Mercedes, Dantès viene ingiustamente imprigionato con l’accusa di tradimento nelle segrete del famigerato Castello d’If. Solo 15 anni dopo, grazie all’aiuto del saggio abate Faria, l’uomo riesce a fuggire e grazie alla nuova identità di Conte di Montecristo e a un tesoro nascosto, architetta un astuto piano per smascherare e punire i suoi nemici. Più avventurosa nella prima parte, la vicenda si fa sempre più cupa mano a mano che la rabbia cieca di Dantès prende forma. « È la migliore storia mai raccontata sulla vendetta – dice il regista – perché Dantès, non vuole limitarsi a uccidere chi ha rovinato la sua vita, ma desidera anche che i colpevoli soffrano nel medesimo modo in cui ha sofferto lui. È affascinante che per perseguire la vendetta il protagonista perda la propria capacità di amare. Ho visto un’intervista a Nixon dopo il caso Watergate in cui dice che non importa se ti offendono e umiliano: ti fai veramente del male solo quando cominci a odiare, perché l’odio ti si ritorce sempre contro». Il cuore del romanzo è infatti sintetizzato da una avvertimento lanciato dall’abate Faria: «Quando pianifichi una vendetta è meglio che scavi prima la tua fossa». Alla Festa di Roma Irons aveva infatti commentato: « La vendetta è una perdita di tempo, ne sprechiamo già troppo per lamentarci di ciò che non abbiamo. Dobbiamo perdonare e andare avanti». Sul tema delle ingiustizie, Riondino aveva aggiunto: « Di questi tempi ne vediamo tante intorno a noi, ma per pianificarne una vendetta devi scendere nei bassifondi dell’animo umano. Quando sei incattivito, sei disposto a tutto pur di farti giustizia, una pulsione universale che naturalmente appartiene alla nostra contemporaneità». « La cosa interessante di questa produzione – dichiara poi Claflin – è che abbiamo avuto a disposizione otto ore per esplorare tutti i dettagli di ogni personaggio costruendo il mondo di Edmond proprio come nel romanzo. È stata una grande sfida. Di Edmond ammiro la dedizione e la capacità di lottare, ma non sono vendicativo come lui, sebbene ora mi sembri di guardare la vita in modo diverso». « Il Conte di Montecristo fonde il cuore italiano con quello francese – commenta infine la direttrice di Rai Fiction, Anna Maria Ammirati – e questo è uno dei grandi romanzi europei. L’Italia, nella trasposizione seriale, ha un ruolo da protagonista. Bille August è stato straordinario, questa è una produzione imponente e ci sono voluti oltre due anni e mezzo per realizzarla».

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