
Il veliero Nerezinac a Lussino, simbolo dell'"Ammiraglia" - Amm.
Olimpiadi di Helsinki, 1952. La seconda guerra mondiale è da poco finita e la guerra fredda che divide in due il mondo raggela i rapporti. Soprattutto sanguina la ferita sul confine tra Italia e Jugoslavia, con la questione di Trieste ancora irrisolta e l’esodo in massa dei giuliano dalmati dalle loro terre ora cedute a Tito. Ma sul mare di Helsinki la battaglia olimpica che si combatte il 28 luglio 1952 ha i contorni dell’epica, non della guerra sporca, e ciò che avviene quel giorno oscura anche il noto episodio della borraccia passata da Coppi a Bartali o viceversa, il 6 luglio di quello stesso anno. Quel giorno infatti l’Italia della vela conquista la medaglia d’oro grazie all’aiuto impensabile dell’equipaggio jugoslavo: siamo alla settima e ultima regata, quella in cui si deciderà tutto, e a bordo della barca italiana gareggia il favoritissimo Agostino Straulino in coppia con Nicolò Rode, mentre per la Jugoslavia concorrono Mario Fafangel e Carlo Bašić, che dopo una partenza strepitosa si trovano al comando, ma senza speranza di medaglia, ormai contesa tra italiani e statunitensi. Basta un gioco di sguardi tra i quattro uomini di mare, nati tutti a Lussino, basta la stessa isola nel cuore, e ciò che avviene lo racconterà poi lo stesso Straulino: «Sì, ci siamo dati una mano tra lussignani, fermo restando che c’era una differenza enorme tra Fafangel e noi: noi quel giorno avevamo messo una vela particolare che rendeva moltissimo e andavamo come lepri. Però, arrivati a quel punto, ci siamo guardati negli occhi: lui ha virato di bordo e ci ha fatti passare».
Straulino e Fafangel erano entrambi nati nel 1914 nella Lussino ancora austroungarica (diventata Italia dopo la prima guerra mondiale, Jugoslavia nel 1947, oggi Croazia). Con Rode e Bašić erano cresciuti nell’isola che per secoli aveva dato alla Repubblica di Venezia e poi alla Marina austriaca armatori, capitani di lungo corso, velieri e marinai esperti. Fin da bambini i quattro avevano imparato a navigare, prima ancora che a camminare, e se ad Helsinki le loro vele battevano ormai bandiere nemiche, il vento che li aveva nutriti li univa indissolubilmente.

Lussinpiccolo, cittadina veneta oggi in Croazia, traguardo del Gran Tour Adriatico e patria del leggendario ammiraglio Straulino - L.Bell.
E a quel clima di fratellanza si ispira oggi “L’Ammiraglia”, la prima regata velica transfrontaliera che partirà la notte del 3 luglio da Venezia, farà tappa il 4 luglio a Pola, in Istria, e arriverà a Lussinpiccolo, capoluogo di Lussino, il 5 luglio. «Non una semplice regata – precisa Vittorio Baroni, uno degli ideatori, fondatore di “Europa Adriatica Nordest” – ma un evento internazionale che da quest'anno, e per gli anni futuri, intende unire le due sponde dell’Adriatico in onore dell’ammiraglio Straulino, seguendo le antiche rotte della Serenissima». Ciò che accadde tra i quattro lussignani è un gesto che andava ben oltre le appartenenze nazionali e ideologiche, «un atto di solidarietà e rispetto tra persone cresciute nello stesso mare. Un gesto che oggi possiamo leggere come testimonianza concreta di fratellanza europea capace di superare confini politici, culturali e geografici, e sappiamo bene quanto ne abbiamo bisogno. Noi crediamo fortemente in un’Europa che guarda al futuro, e insieme ai nostri partner croati pensiamo all’Adriatico come a un ponte culturale, sociale ed economico tra genti che si possono guardare negli occhi con lo spirito di Helsinki 1952... Perché è vero che c’è stato un secolo disgraziato, il ’900, ma prima i legami tra le due sponde erano sempre stati forti», osserva Baroni.
Impossibile citare le numerosissime adesioni al progetto partito da "Europa Adriatica Nordest" e dallo Yacht Club di Venezia: dal Consolato Generale d'Italia a Fiume a quello della Repubbblica Croata a Trieste e a Padova, dai tre Comuni di Venezia, Pola e Lussinpiccolo al Consiglio nazionale degli Ingegneri, dagli enti turistici italiani e croati all'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, dalla Fondazione Cini all'Unione Italiana e alla Marina Polesana, dal Consiglio regionale del Veneto al Circolo Velico Delfin di Pola...
Straulino nella sua lunga vita vincerà complessivamente due medaglie olimpiche, sei medaglie mondiali, dieci ori europei, tredici italiani, e un numero impressionante di volte alzerà il trofeo più alto nelle maggiori regate internazionali. Sull'isola di Lussino, dove ha voluto essere sepolto dopo la morte a 90 anni, nel 2004, la sua casa affonda ancora le fondamenta nel Quarnaro, il mare che fin da bambino solcava tutti i giorni in barca a vela per recarsi a scuola, salpando dal piccolo molo domestico con la barchetta ricevuta in dono da suo padre. Ma è da comandante della nave Vespucci che Straulino diventerà per sempre leggenda, con una sfida tra lui e il vento che gli varrà una sanzione disciplinare (per la temerarietà) e un encomio (per un'impresa mai provata prima e mai più ripetuta fino al 2020, 55 anni dopo): era il 14 maggio del 1965 quando l'ammiraglio di Lussino osò per primo far navigare a vela il Vespucci nel canale di Taranto, uscendo dal porto a vele spiegate e stabilendo il record di velocità con una manovra tanto azzardata quanto perfetta. «Straulino è figura iconica in Italia come in Croazia e nel mondo, non solo per gli straordinari successi sportivi, ma come simbolo dell’Europa unita», conclude Baroni.
La pensa così anche Mirko Sguario, presidente dello Yacht Club Venezia, l'altro ideatore dell'"Ammiraglia", che in questa prima edizione vedrà salpare in notturna dall'Arsenale quindici vele di diverse nazionalità «seguendo le rotte delle mude veneziane», i convogli di barche con cui la Serenissima passava di porto in porto fino a Zara per i suoi floridi commerci. «Venezia a Pola aveva un porto strategico, vi reclutava i marinai per le missioni in tutto il Mediterraneo, e Lussino per secoli, fino al ’900, è stata riferimento per l’ingaggio dei capitani». Tra i quindici equipaggi spicca quello tutto al femminile al comando della polesana Petra Kliba, costituito da veliste di nazionalità olandese, tedesca, bosniaca, slovena e croata.

Il team di donne europee guidate da Petra Kliba - Amm.
Nessuno nasconde che al di là della celebrazione storica la speranza è che il "grand tour adriatico" porti anche a future sinergie imprenditoriali tra i due Paesi, tant'è che nelle tre tappe saranno offerte le eccellenze enogastronomiche e le migliori produzioni dei territori, ma in fondo anche questo rievoca a perfezione lo spirito della Serenissima, la cui mude partivano e rientravano colme di mercanzie e i cui commerci fecero la fortuna della città dei dogi. Nela Srsen, Console onorario della Croazia in Veneto, fa parte del comitato organizzatore e parla anche a nome dell'ambasciatore della Croazia in Italia, Jasen Mesić: «Questa regata è un evento che vuole far vivere il meglio della nostra storia, rafforzando in tutti i campi i legami tra i popoli del Nord Est e creando le basi per futuri progetti costruttivi che ci entusiasmano». «La storia e la cultura sono il nostro collante – aveva detto dalla Croazia Bruno Cergnul, ex vicesindaco di Pola, abbracciando mesi fa il progetto ai suoi primi passi –. Due realtà unite per 500 anni nel segno di San Marco oggi vivono in un’Europa che ha tolto i confini e sentono il dovere di ripercorrere le rotte di ieri per un domani di pace». Così oggi gli fa eco Vito Paoletić, neo eletto al suo posto, che ha presentato il progetto nel municipio dell'odierna Pola croata, preziosa architettura veneta nel cuore del foro romano: «Tutta Pola, intesa come la maggioranza croata e la minoranza italiana, ha colto l’alto valore culturale, economico e anche turistico di questa iniziativa, che porta con sé la scoperta di territori storicamente legati e delle loro eccellenze. Il 4 luglio vedremo approdare in porto le barche partite da Venezia e la prima premiazione avverrà all’Arco dei Sergi, luogo altamente simbolico della Pola romana. La figura dell'ammiraglio Straulino incarna un messaggio di fratellanza europea fondato su legami culturali che resistono nel tempo e sanno andare oltre le divisioni politico-ideologiche del secolo scorso».

L'"Ammiraglia" presentata al municipio di Pola - Amm.
Ma la festa più grande sarà al traguardo di Lussino, alla presenza anche dell'ambasciatore d'Italia in Croazia Paolo Trichilo e della console generale d'Italia a Fiume Iva Palmieri: «Il nostro concittadino Tino Straulino, ammiraglio della Marina militare italiana, è l’unico nella storia ad aver vinto nello stesso anno le Olimpiadi, il Campionato mondiale, quello Europeo e quello Italiano - afferma Sanjin Zoretić, presidente della vitalissima Comunità degli Italiani presente sull’isola -. L’“Ammiraglia” in suo onore rappresenta un importante esempio di cooperazione internazionale, che davvero promuove i valori della solidarietà e dell’amicizia tra i popoli. Come cittadini dell’Unione europea riteniamo fondamentale sostenere eventi che ci avvicinano, rafforzando legami e nuove opportunità di incontro».
A Lussino i primi classificati riceveranno in premio il Leone di San Marco in argento, quello che tra le zampe tiene il libro aperto sul suo appello di pace: “Pax tibi, Marce, evangelista meus”.