sabato 4 marzo 2017
Ottant’anni fa Papa Pio XI faceva leggere nelle chiese tedesche la “Mit brennender Sorge”, l’enciclica in cui denunciava il razzismo e il regime nazista
Ottant’anni fa la “Mit brennender Sorge”
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Nei Paesi occupati dai tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, rischiava la condanna a morte chi veniva trovato in possesso di una copia della Mit brennender Sorge ('Con bruciante preoccupazione'), il documento vaticano di condanna del razzismo. L’enciclica di Pio XI, letta a sorpresa il 21 marzo 1937, Domenica della Palme, da tutti i pulpiti della Germania, era diretta contro i principi e le pratiche del neopaganesimo nazista. Ottanta anni fa il Papa, a nome della Chiesa universale, espresse nei confronti del regime hitleriano la prima e unica condanna ufficiale dell’allora mondo civilizzato. Altre non se ne conoscono, mentre sono note le reticenze diplomatiche (sfociate nel vergognoso accordo di Monaco) delle contemporanee e timorose democrazie e le complicità fra le dittature di destra e di sinistra (il patto russo-tedesco sarà concluso di lì a poco).

Il titolo era inequivocabile: 'Sulla situazione della Chiesa cattolica in Germania', e fustigava energicamente le violazioni della dignità umana e quelle incessanti da parte del regime del Concordato firmato nel 1933, definendo la persecuzione religiosa come una «guerra di sterminio». Si esortavano i fedeli tedeschi a respingere, malgrado le pressioni esercitate su di loro, il culto «del suolo e del sangue» e i principi neopagani, mantenendo puri i principi della loro fede in Cristo e nella Chie- sa, e rifiutando l’alienazione e lo stravolgimento di senso delle parole e dei concetti sacri e il rovesciamento dell’ordine morale. Chi dell’esaltazione del popolo e della razza o della deificazione dello Stato faceva norma di ogni valore «tradisce – scriveva Pio XI – e falsifica l’ordine delle cose voluto da Dio». Tutto si era svolto in modo rapido. Da anni i vescovi tedeschi protestavano, senza che si rispondesse loro, per le violazioni degli impegni presi dal governo del Reich con la Santa Sede: sciolte le associazioni cattoliche, perseguitati i loro aderenti (il presidente dell’Azione Cattolica, Erich Klausener, era stato assassinato nella sanguinosa 'notte dei lunghi coltelli'), chiuse le scuole confessionali, processati, per presunti reati finanziari e sessuali, membri del clero, con larga pubblicità per comprometterne l’immagine.

Nel gennaio del 1937 una delegazione di cardinali tedeschi si era recata a Roma per sollecitare l’aiuto di Pio XI. Nel documento, concordato anche con il Segretario di Stato Eugenio Pacelli (esperto di problemi della Germania, dove era stato nunzio), su richiesta dei presuli non figurarono le parole 'nazionalsocialismo' e 'Hitler', per evitare maggiori frizioni: ma il contesto non si prestava a equivoci. Ai primi di marzo da Roma partì per la nunziatura di Berlino il testo dell’enciclica, redatta (con significativa eccezione) direttamente in tedesco. Le varie diocesi, segretamente, ne fecero stampare oltre 300 mila copie da tipografie di fiducia. E la Domenica delle Palme se ne dette lettura nelle chiese, suscitando risonanza mondiale e la rabbia di Hitler e dei suoi, che si ritennero beffati: vennero chiuse dodici tipografie, numerosi sacerdoti furono arrestati e vennero ripresi i processi pubblici contro i religiosi. Le proteste dell’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Diego von Bergen, furono respinte.

La Radio Vaticana diffuse in molte lingue l’enciclica (è poco noto che in Italia fu pubblicata nel 1937 da una editrice cattolica) e, in polemica col capo della propaganda del regime Josef Goebbels che aveva deriso una manifestazione di solidarietà fra cattolici e protestanti nella fede in Cristo, aveva commentato: «L’illustre ministro può continuare a ridere, se vuole, senza rendersi conto che la sua ilarità porterà alla costituzione di un fronte unico di tutti i cristiani che si uniranno per difendersi dal paganesimo nazista». Un fronte unico che sarà espresso purtroppo soltanto dalla comunione nel martirio e nei Lager, testimonianza di quella fede cui la Mit brennender Sorge chiamava i credenti, uomini e donne, della Germania cristiana.

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