martedì 18 luglio 2023
5 ori, 3 argenti, 4 bronzi. Un raccolto quanto mai ricco nella storia iridata italiana, a testimonianza di un movimento che marci spedito verso le le Paralimpiadi, sempre a Parigi, nel 2024
Martina Caironi (nella foto) con Ambra Sabatini e Monica Contrafatto dominatrici nei 100 metri a Parigi

Martina Caironi (nella foto) con Ambra Sabatini e Monica Contrafatto dominatrici nei 100 metri a Parigi - undefined

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Il dolce è nella coda. L’ultima giornata dei Mondiali paralimpici di Parigi regala all’Italia ben quattro medaglie, così il bottino complessivo degli azzurri dentro lo stadio Charlety annovera dodici metalli: 5 ori, 3 argenti, 4 bronzi. Un raccolto ricco come quanti altri mai nella storia iridata, a testimonianza di un movimento che si è messo in marcia con uno spirito diverso.

La base è cresciuta, la consapevolezza pure, i risultati sono la naturale conseguenza. Il traguardo saranno i Giochi Paralimpici del prossimo anno – sempre nella capitale francese, ma in uno stadio diverso –, un’occasione da non perdere. I pass a tre agitos già conquistati sono dieci, due dei quali acciuffati dal nuovo volto da copertina del movimento: il velocista paralimpico più veloce del mondo. Aveva già vinto i 100 metri T64 (amputati sotto il ginocchio), ma Maxcel Amo Manu si ripete pure sui 200. Oro e argento brillano sul petto dell’atleta dai natali ghanesi, la cui esistenza è stata sconvolta da un incidente stradale. Poteva essere la fine e invece è stato l’inizio di una nuova vita, dove l’atletica è lo strumento per comunicare agli altri di non abbattersi e credere nei propri sogni anche quando tutto sembra perso. Il trionfo di Manu nei 200 è amplificato dall’argento acciuffato alle sue spalle da Fabio Bottazzini, con un finale pirotecnico. Manu infatti lotta spalla a spalla col costaricense Sherman Guity, numero uno di Tokyo. L’azzurro si impone stampando il nuovo record continentale con 21”36, a 9 centesimi dal primato mondiale, mentre il costaricano cade rovinosamente prima del traguardo. Così è doppietta azzurra col diciannovenne esordiente Bottazzini, secondo con 23”10. Insomma dopo il trio femminile delle meraviglie – Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, dominatrici dei 100 per amputate sopra il ginocchio – l’Italia della velocità paralimpica brilla anche al maschile. Siamo un popolo di velocisti e forse non ce ne siamo ancora accorti. “Dedico nuovamente questa vittoria alle persone in difficoltà e a quelli che vogliono provare a cambiare tutto”, le parole a caldo di Manu, nuovo simbolo di un movimento in cerca di gloria e notorietà.

La giornata conclusiva ci consegna anche l’argento nel peso F33 (tetraplegici) del veterano Giuseppe Campoccio. Il portacolori del Paralimpico Difesa ritorna su un podio iridato dopo sei anni, scalando in alto un gradino: “Non amo essere un personaggio, amo essere uno sportivo, amo essere Giuseppe Campoccio ed eventualmente il puma nero Joe Black che ruggisce in ogni occasione a livello sportivo”, chiosa il tenente colonnello dell’Esercito. Brava per la seconda volta Valentina Petrillo che, dopo essere stata la prima transgender paralimpica a medaglia in una rassegna iridata col bronzo nei 400 T12 (ipovedenti), si ripete anche nei 200, col medesimo piazzamento. Al traguardo del mezzo giro di pista aveva chiuso quarta, ma una squalifica altrui la promuove tra le grandi. Emozionanti le parole del dt Orazio Scarpa: “I nostri atleti top level hanno tutti centrato l’obiettivo e, in questo campionato, abbiamo potuto valutare che non c’è nulla di certo o scontato. Oltre agli atleti big della nostra delegazione, vorrei sottolineare le maiuscole prestazioni dei giovani talenti dell’Academy federale”. Una menzione anche per la capitana Assunta Legnante, oro nel peso e argento nel disco F11 (ciechi), e per Martina Caironi, che dopo l’argento sul rettilineo si prende l’oro nel lungo. Prossimo Mondiale a Kobe in Giappone nel maggio 2024, tre mesi prima della Paralimpiade parigina.

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