sabato 28 febbraio 2015
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L’umano-vulcaniano dottor  Spock se n’è andato. Leonard Nimoy, l’attore che ha dato il volto (quello con le famose orecchie appuntite e le sopracciglia a “v”), l’aria malinconica e un piglio severo al celeberrimo personaggio della saga televisiva Star Trek, è morto ieri nell’ospedale di Los Angeles dove era stato ricoverato tre giorni fa per le conseguenze di una grave malattia polmonare. Aveva 83 anni.L’attore, figlio di immigrati ucraini di origini ebree, era nato a Boston, nel Massachusetts, il 26 marzo del 1931. Esordì in teatro a diciotto anni ma dopo la prima esperienza nel cinema con una commedia (Il gatto milionario, del 1951, di Arthur Lubin), venne arruolato subito, chissà perché, proprio per un film di fantascienza, Assalto alla Terra (1954), di Gordon Douglas. Una questione di physique du roledovuto alla faccia oblunga e a uno sguardo misterioso? Può darsi. Tant’è che nel 1966 comincia per lui l’avventura, dapprima televisiva e poi cinematografica, alla guida della nave spaziale Enterprise come primo ufficiale a fianco di William Shatner, il capitano James T. Kirk, (l’unico ancora vivo tra i protagonisti della serie tv): il primo episodio di Star Trek fu trasmesso negli Stati Uniti l’8 settembre di quell’anno. Il telefilm, ambientato nello spazio tra il 2266 e il 2269, ebbe un successo così clamoroso che ne seguirono altre due stagioni. Le tre serie furono esportate in diversi Paesi europei, tra cui l’Italia (dove arrivò per la prima volta nel 1979, dieci anni dopo l’ultima puntata andata in onda in America). E proprio quando la Rai cominciò a inserire Star Trek nei suoi palinsesti, le storie di Spock e T. Kirk vennero adattate anche per il cinema, prima con la direzione di Robert Wise, poi di altri registi tra cui lo stesso Nimoy (Star Trek III-Alla ricerca di Spock, 1984; Star Trek IV-Rotta verso la Terra, 1986).  I personaggi di quella saga sono entrati nell’immaginario collettivo. Il mito dell’Enterprise e dei suoi eroi è proseguito al cinema fino al 2013 con Star Trek-Into the darkness: l’ultima interpretazione di Nimoy-Spock, che però, nella sua carriera, non è stato mai “incastrato” in questo ruolo ma ha avuto la possibilità di esprimere il suo talento anche in film divenuti cult, come il western Catlowdove recitò con Yul Brynner e, nel 1978, in un altro film di fantascienza, Terrore dallo spazio profondo, remake ben riuscito del capolavoro di Don Siegel, L’invasione degli ultracorpi. Tanti i ruoli in telefilm e fiction: Giuliano Montaldo lo chiamò per la parte di Achmet nello sceneggiato Marco Polo, del 1983.  Personalità artistica poliedrica, Nimoy è stato anche regista, scrittore, poeta, musicista e fotografo. Era stato un grande fumatore ma aveva smesso 30 anni fa. «Comunque troppo tardi» commentò l’anno scorso pubblicamente.

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