venerdì 8 febbraio 2019
L'attore britannico è stato uno dei protagonisti del free cinema, da “Sabato sera, domenica mattina” a ”Tom Jones”. Una nuova primavera a Hollywood negli ultimi anni, da Tim Burton a Soderbergh
Albert Finney (1936-2019)

Albert Finney (1936-2019)

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È morto a 82 anni, dopo una breve malattia, l'attore britannico Albert Finney, negli anni Sessanta uno dei volti del "free cinema" e poi passato con successo a Hollywood. Ha ricevuto cinque nomination all'Oscar, senza mai conquistarne uno, ma ha vinto tre Golden Globe.

Attore teatrale, la sua carriera cinematografica esplose grazie alla parte di protagonista in Sabato sera, domenica mattina (Saturday Night and Sunday Morning), un film del 1960 diretto da Karel Reisz tratto dall'omonimo romanzo di Alan Sillitoe adattato per il grande schermo dallo stesso autore. Il suo esordio era però avvenuto nello stesso anno in un altro titolo del "free cinema", Gli sfasati di Tony Richardson. Ancora per Richardson nel 1963 è stato il protagonista di Tom Jones.

Nel 1967 è a fianco di Audrey Hepburn in Due per la strada, di Stanley Donen. La sua interpretazione più nota resta però Assassinio sull'Orient-Express del 1974, di Sidney Lumet, dove presta il suo volto al detective Hercule Poirot. Seguono Il servo di scena (1983), diretto da Peter Yates, Sotto il vulcano (1984), diretto da John Huston, in cui è uno strepitoso Console, quindi Un ostaggio di riguardo (1987), di Alan J. Pakula e I ricordi di Abbey (1994), di Mike Figgis, entrambi insieme con il giovane Matthew Modine.

Finney avrebbe avuto poi un ritorno importante sul set nei primi anni del nuovo secolo. Lo troviamo in Erin Brokovich e Traffic (2000) di Soderbegh, è il protagonista del sognante Big Fish - Le storie di una vita incredibile (2003) di Tim Burton, è nel cast di Un'ottima annata di Ridley Scott (2006) e nella saga di Bourne. Tra le ultime interpretazioni si segnala per tragica grandiosità quella di Onora il padre e la madre (2007), dove ritrova la regia di Sideny Lumet.

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