giovedì 5 dicembre 2019
Il pallavolista Davide Saitta: «Mi fa male pensare che non sarò con la mia famiglia nella notte in cui nasce Gesù». In campo a Trento anche il giorno di Natale
Si gioca anche il 25 dicembre. L'appello di un giocatore: salviamo il Natale
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«Nel campionato di volley polacco, uno dei più importanti d’Europa, si anticipa il turno al Venerdì Santo, in modo che il giorno della Santa Pasqua gli atleti se ne stanno a casa e festeggiano in famiglia la Resurrezione di Gesù...».

Sette anni fa, così si sfogava con Avvenire Davide Saitta, catanese classe 1987: all'epoca venticinquenne (miglior palleggiatore al Mondiale juniores del 2007 e oro ai Giochi del Mediterraneo del 2009 a Pescara) che militava nell’Exprivia Molfetta. Nonostante il suo accorato appello alla Fipav la Pasqua del 2012 la passò comunque in campo, cosa che non gli è più capitata nelle cinque stagioni successive trascorse in Francia giocando per il club di Parigi con cui ha vinto uno scudetto, poi a Tolosa e infine due anni a Montpellier.

Ora Saitta è tornato in Italia e il suo nuovo club, la Consar Ravenna, il giorno di Natale come da calendario sarà di scena al palazzetto di Trento, gara valida per il campionato di Superlega (la nostra Serie A). Tutti gli sport in Italia, “calcio spezzatino” compreso (la Serie A gioca fino al 22 dicembre e poi riprende il 5 gennaio), si fermano per le feste natalizie, ma la pallavolo no. E questo al fervido credente Saitta, prima ancora che al professionista del volley, è una situazione che mette a dura prova la sua coscienza. «Perfino nella “pagana” Francia il giorno di Natale la pallavolo fa festa e non si gioca», dice scoraggiato. Per la nostra Lega Pallavolo di Serie A giocare a Natale e Pasqua da 14 anni a questa parte è diventata una “sana tradizione”.

Si segue il modello del basket americano: il campionato delle stelle Nba va da sempre in campo il 25 dicembre, così come il “Boxing Day” calcistico della Premier League, fissato al giorno di Santo Stefano, è come per noi mangiare il panettone. Però in Italia, il volley a Natale non si era ancora visto. A causa degli impegni internazionali delle varie nazionali in vista dei giochi olimpici di Tokyo 2020, inizialmente tutte le gare della Superlega erano state anticipate al giorno di Natale.

Alla notizia, era subito scattata la sollevazione di tanti colleghi di Saitta («credenti e non») per scongiurare la scelta infelice di un torneo praticamente diventato “natalizio”: 24 e 25 tutti in gioco, ma niente affatto appassionatamente. Un lavoro certosino di diplomazia è riuscito ad evitare l’assurda due giorni e si è passati al “boxing day” del volley italiano (sancito all’unisono da Fipav, Lega Pallavolo Serie A e Cev). Tutti in campo a Santo Stefano, fatta eccezione per una sola gara, Trento-Ravenna che posticipa al 25 dicembre, alle ore 18. Motivazione: Trento non dispone del proprio impianto sportivo il giorno 26, in quanto occupato dalla squadra di basket.

E anche il basket si adegua. Regalo di Natale per i dirigenti della Virtus e della Fortitudo Bologna non è il titolo del film del loro concittadino Pupi Avati, ma il dono da fare ai tifosi delle due compagini che si ritroveranno al Paladozza il 25 dicembre (ore 18.45) per l’attesissimo derby. Da Bologna non arrivano rimostranze per una data che dovrebbe essere dura da digerire comunque, per tutti: atleti, dirigenti e forse anche per il pubblico felsineo. Ma così non è. Tornando al volley e a Itas Trentino-Consar Ravenna, l’ipotesi più “umana” era quella di un match da disputare alle ore 16 del 24 dicembre.

Ciò avrebbe almeno garantito ai giocatori di Ravenna che, partiranno il 24 (come consuetudine, si prepara la gara in loco il giorno prima), di rientrare a casa dalla trasferta per la mezzanotte e festeggiare il Natale in famiglia, proprio come chiede disperatamente Saitta. Ma il giorno della Vigilia la corsa al regalo e quelle pratiche distanti dalla tradizione cristiana avrebbero tenuti lontani gran parte dei 3mila abbonati di Trento che, invece il 25, dopo il pranzo natalizio si precipiteranno al palazzetto per assistere a questo “spettacolo” che a quanto pare non si può procrastinare.

Ma la pallavolo deve per forza giocare il giorno di Natale? È la domanda che si pone Saitta e tutti coloro che saranno “costretti” a rispettare il calendario di un “gioco” e uno sport che potrebbe – dovrebbe – fare eccezione. Ma non lo fa. Davide è l’unico professionista del volley che in questi anni c’ha sempre messo la faccia di fronte a questa scelta tassativa e inopportuna del giocare negando agli atleti credenti di santificare le feste. Saitta, da ottimo professionista qual è denuncia questa situazione senza fare polemica e comprendendo le ragioni di tutti. Ma chi governa la federvolley non ha capito le sue ragioni che sono quelle semplici e pure di un padre di famiglia sposato con Nicoletta da 4 anni e mezzo e dalla loro unione 8 mesi fa è nata Noemi. «Questo Natale 2019 sarà il primo di mia figlia Noemi con me e Nicoletta e mi fa male pensare che io non sarò con loro nella notte in cui nasce Gesù...». Parole di un ragazzo che si rivolge al Papa ricordandogli di aver partecipato alle Giornate Mondiali della Gioventù di Rio de Janeiro nel 2013 e a Cracovia nel 2016. «Momenti unici che porto dentro di me, e che racconterò un giorno a Noemi».

LA LETTERA Il pallavolista Saitta: «Caro Francesco, aiutaci a non giocare a Natale»

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