venerdì 4 ottobre 2019
Il record di un melomane di oltre 80 anni rimasto in fila per un giorno e mezzo. In meno di un'ora venduti tutti i 2mila tagliandi che costano fino a 3mila euro l'uno
Davanti al teatro alla Scala la coda dei melomani per acquistare i biglietti della prima di "Tosca"

Davanti al teatro alla Scala la coda dei melomani per acquistare i biglietti della prima di "Tosca"

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Il primo a mettersi in coda è stato un volto storico del loggione. Milanese doc, over 80, si è presentato davanti al teatro alla Scala alle cinque del mattino. Per acquistare due biglietti della prima del 7 dicembre che venivano venduti alle nove. Non del giorno stesso, ma di quello successivo. Ventotto ore davanti al Piermarini pur di assicurarsi uno dei posti in galleria per Tosca. Il capolavoro di Puccini aprirà la stagione lirica con un cast di star, a cominciare dal soprano russo Anna Netrebko e dal “tenorissimo” Francesco Meli, e sul podio Riccardo Chailly. Un mix, quello fra uno dei più popolari titoli d’opera e nomi di grido in cartellone, che ha avuto l’effetto previsto. “Sold out” a metà mattina i duemila posti del teatro benché il biglietto minimo costasse 110 euro e quelli di platea 3mila euro ognuno.


Ma tant’è. Quando alle nove del 4 ottobre si è aperta la biglietteria, in fila c’era quasi un centinaio melomani giunti da tutta Italia. Che in buona parte ha passato la notte davanti alla Scala, sotto il loggiato o sulle panchine del largo dedicato a Ricordi. Fra cartoni racimolati davanti a qualche negozio, coperte portate da casa, sedie da spiaggia trasformate in letto. «Un po’ pazzi lo siamo. Ma amiamo l’opera e la Scala», racconta Giorgio. Lui è arrivato all’ora di pranzo del giorno precedente, con zaino e sdraio pieghevole in spalla. Poi le signore della Milano bene, qualche ragazzo di 20 anni stregato da Puccini, due amiche approdate nella metropoli dalla Sicilia, una famiglia di Parma. «Nella notte quasi all’unanimità abbiamo decretato il titolo che il loggione vorrebbe per l’apertura di una stagione: Mefistofele di Boito», scherza Alessio.

Un “popolo” di appassionati che alla fine si è riconciliato con il sovrintendente Alexander Pereira, che lascerà il Piermarini dopo Sant’Ambrogio per sbarcare al Maggio Musicale Fiorentino. Sono un ricordo le grida, le proteste, le maleparole dello scorso anno in biglietteria. Perché nel 2018 per la prima volta, su decisione di Pereira e con la giustificazione di contrastare il bagarinaggio, era stata decisa la vendita dei tagliandi della prima in contemporanea in biglietteria e sul sito del teatro (in precedente gli acquisti online cominciavano a mezzogiorno). Risultato? Una buona fetta dei “codaioli”, dopo ore e ore d’attesa, era rimasta a bocca asciutta. Quest’anno nulla di tutto ciò è accaduto. Pereira si è presentato di persona a controllare. Quasi volesse evitare lo scivolone di dodici mesi fa. E con lui i suoi collaboratori. Complice anche il fatto che il sito della Scala è rimasto bloccato e già dopo una manciata di secondi dava “Tutto esaurito”, gli aficionados si sono trovati in mano i tagliandi di Tosca. Non tutti però. «Devo fare un regalo per l’anniversario di nozze. Come posso comportarmi visto che i biglietti non ci sono più?», domandava alle dieci del mattina una signora.


E se il sovrintendente si congeda riabbracciando il loggione, evita al tempo stesso lo sciopero minacciato dai sindacati per il 18 ottobre, giorno del debutto di Giulio Cesare. Dopo che il Cda non aveva ratificato l’accordo sulla diaria per le tournée, ieri Cgil, Cisl, Uil e Fials hanno incontrato Pereira prendendo atto che il teatro non può adesso modificare le tabelle delle diarie. «Non vogliamo una guerra», hanno spiegato i rappresentanti dei lavoratori. E la prima dell’opera di Händel è salva.

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