La buona medicina su "Gutenberg" del 19 settembre

Dagli antichi rituali alle tecnologie più avanzate: la cura non può essere ridotta a un solo linguaggio e va ripensata come esperienza umana. Per questo i terapeuti stanno sperimentando strade nuo
September 17, 2025
La buona medicina su "Gutenberg" del 19 settembre
- | La copertina di "Gutenberg" n. 41, 19 settembre 2025
Dagli antichi rituali alle tecnologie più avanzate: la cura non può essere ridotta a un solo linguaggio e va anzi ripensata come esperienza umana. Il vero nodo non è la mancanza di empatia ma l’esclusione del paziente: per questo i terapeuti stanno sperimentando strade nuove, anche includendo cinema, teatro e arte. La buona medicina è su "Gutenberg", l'inserto culturale di "Avvenire" del 19 settembre.
L'approccio di Giovanni Scarafile è filosofico («Nessuna macchina diagnostica - spiega - potrà mai restituire il senso dell’essere malati. E nessuna terapia potrà davvero trasformare, se non nasce da un gesto che riconosce il paziente come co-autore, non solo come destinatario, della cura»), mentre quello Vittorio A. Sironi allarga lo sguardo alla storia della medicina, occidentale e non: «La necessità di saper offrire una medicina interculturale deve essere un elemento da tenere sempre in adeguata considerazione quando il medico propone una soluzione terapeutica a un malato che appartiene a una tradizione culturale differente dalla propria».
La copertina di "Gutenberg" n. 41, 19 settembre 2025 - -
La copertina di "Gutenberg" n. 41, 19 settembre 2025 - -
Spazio quindi ad alcune esperienze concrete, raccontate da Gianni Vacchelli, di come cinema, letteratura, musica e arte diventino strumenti per raccontare la storia medica in modo più umano, empatico e simbolico, in un viaggio attraverso emozioni e visioni che danno profondità all’atto di cura; Fulvio Fulvi ricorda la storia di Marco Cavallo, l'equino di cartapesta costruito, attraverso un lavoro collettivo, in un padiglione dismesso dell’istituto psichiatrico di Trieste: strumento terapeutico di Franco Basaglia, è diventato simbolo del teatro come cura. Laura Badaracchi presenta l'esperienza di Michelangelo Bartolo, che ha creato una piattaforma di telemedicina che supporta i centri di cura per il disagio psichico, scambiato per stregoneria, e in chiusura il poeta Davide Rondoni mette in guardia da un equivoco: se arte e conoscenza diventano strumenti di wellness, il rischio è che smettano di provocare, scuotere, ferire e che servano solo a rassicurare, perdendo il loro senso più profondo.
I Percorsi si aprono con una riflessione di Ivano Dionigi, rettore emerito dell'Università di Bologna, sul concetto di "paideia" protagonista al Festival Filosofia al via, e spaziano poi attraverso le inquietudini del Rinascimento tra le eretiche del '500, protagoniste del saggio di Alessandra Celati e recensito da Antonio Musarra, e il rapporto tra san Carlo Borromeo e i Barnabiti.
Un Percorso si snoda attraverso la letteratura contemporanea, con una nuova edizione di Scrittori non si nasce di Giuseppe Pontiggia presentata da Rosita Copioli e un importante volume del ciclo pubblicato in occasione del centenario di Leone Piccioni, che "Gutenberg" racconta attraverso le parole di Massimo Onofri: da Cardarelli a Pea a Ungaretti, raccolti in un unico volume aneddoti, retroscena e profili di grandi amici poeti. In chiusura, un Percorso tra arte, memoria e riconciliazione con il festival Cortona On the Move dove le mostre fotografiche “L’occhio coloniale” e “Blood Bonds” presentano scatti di storia dall'Italia e dal Ruanda.

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