domenica 28 giugno 2009
Alla Svalbard, arcipelago a metà strada tra la Norvegia e il Polo, è stata creata la «banca mondiale» delle sementi: un caveau scavato nel ghiaccio, a meno venti gradi, dove tutte le specie vegetali sono al sicuro da eventuali cataclismi planetari. Già raccolti quattro milioni e mezzo di varietà diverse
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L'hanno chiamata il "Caveau del Giorno del Giudizio" (Doomsday Vault) perché dovrebbe poter sopravvivere a qualsiasi cataclisma o catastrofe, esplosione nucleare inclusa, garantendo così la massima protezione al suo prezioso contenuto: semi agricoli provenienti da tutto il Pianeta. Il suo vero nome è Svalbard Seed Vault ed è nella sostanza una cassaforte scavata nella roccia ghiacciata in una delle propaggini più remote della Norvegia, l’isola di Spitsbergen, l’unica abitata fra quelle dell’arcipelago delle Svalbard. Difficile immaginare posto migliore per questa specie di 'Arca di Noè dell’agricoltura': sulle Svalbard – situate a metà strada fra la costa settentrionale della Norvegia e il Polo Nord – per quattro mesi l’anno non sorge il sole; in tutto ci vivono duemila persone (concentrate a Longyearbyen, la cittadina nei cui pressi è stata costruita la Vault) e spesso sono raggiungibili solo per via aerea, date le condizioni del mare. Il luogo perfetto per una struttura che deve custodire gelosamente le sementi inviate da centinaia di Paesi del mondo e assicurare così che di una determinata varietà agricola esista sempre almeno un 'duplicato'. Entrato in funzione lo scorso anno, il 'caveau', è stato ricavato creando nel permafrost – lo strato di ghiaccio che non si scioglie mai – un tunnel di centocinquanta metri e tre locali di trecento metri quadri ciascuno. In questo modo la temperatura interna non supera mai i venti gradi sottozero, il che assicura che, anche in caso di interruzione di corrente elettrica, i semi lì depositati rimangano in quello stato di 'animazione sospesa' che impedisce loro di germogliare pur mantenendoli in vita. A inviare i campioni di sementi in questo forziere ghiacciato situato ai confini del mondo sono le banche genetiche agricole – oltre 1400 nel mondo – che vogliono tutelarsi dagli inconvenienti di vario tipo che possono colpire loro e i semi che esse custodiscono: dal taglio dei fondi al disastro naturale, dal malfunzionamento delle apparecchiature alle guerre e alle sommosse popolari. Le organizzazioni che vogliono usufruire della Seed Vault non hanno altri costi che il trasporto dei campioni di semi fino a Longyearbyen (nemmeno questi nel caso di istituzioni di Paesi in via di sviluppo, poiché interviene a sostegno la fondazione Bill & Melinda Gates). L’intera iniziativa è finanziata dal governo norvegese – che è formalmente proprietario della struttura e ha garantito i sei milioni di euro richiesti dalla costruzione – e dal Global Crop Diversity Trust, organizzazione diretta emanazione della Fao che lavora per la conservazione della diversità genetica dei raccolti agricoli. Il mantenimento del caveau ha un costo che non supera i duecentomila euro l’anno, un’inezia se si considera la preziosità di ciò che vi è conservato dentro: una vera e propria assicurazione per la vita alimentare dell’umanità. Come tutti i caveau che si rispettino, anche la Seed Vault ha sistemi di sicurezza che sembrano usciti da un film di James Bond. Innanzitutto vi è un unico accesso alla Vault, attraverso una galleria che si apre nella montagna con una volta di cemento. Il primo ostacolo che si para davanti al visitatore appena imboccato il tunnel è una spessa porta in acciaio; pochi metri dopo ce n’è una seconda cui fanno seguito altre due a 'pressione negativa', ovvero che, se aperte, risucchiano l’aria verso l’interno della struttura allo scopo di evitare qualsiasi innalzamento – pur minimo – della temperatura interna del caveau. Per superare i vari passaggi sono necessari set di tre A chiavi che vanno recuperate in tre posti differenti: due in uffici diversi a Longyearbyen e la terza addirittura sulla terraferma, in un sobborgo di Malmö, presso la sede della banca genetica agricola norvegese, NordGen, che funge da gestore operativo della Seed Vault. In ogni caso – a ulteriore precauzione – nessun set di chiavi apre tutte le porte del caveau: ogni set permette l’accesso a una sola sezione della Vault. oggi nella Seed Vault sono custoditi circa quattrocentodiecimila campioni per un totale di oltre duecentomilioni di sementi. I campioni, mediamente costituiti da cinquecento semi ciascuno, sono tutti catalogati per tipologia, specie, Paese d’origine e istituzione di provenienza – informazioni pubblicamente accessibili dall’apposito portale creato da NordGen (www.nordgen.org/sgsv). Ma nei tre stanzoni che formano il cuore del caveau c’è spazio per almeno 4,5 milioni di varietà diverse, più di quante si stima ne esistano attualmente in natura. I campioni di sementi arrivano dai vari Paesi al ritmo di decine al mese e data la potenziale durata dei semi nelle condizioni ambientali offerte dal 'caveau' di Svalbard (a -20° l’orzo può mantenere la sua capacità di germinazione per duemila anni, il grano per millesettecento, il sorgo per quasi ventimila), la Seed Vault presto potrebbe davvero diventare l’Arca di Noé dell’agricoltura del mondo. La speranza è che l’umanità riesca a evitare un 'diluvio universale' che la renda necessaria.
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