giovedì 3 febbraio 2022
Il 19enne cantautore denuncia: «C’è tanto odio e poca educazione in giro. Attira di più la trasgressione che la gentilezza. Per la musica che faccio ho subito tantissimi giudizi negativi»
Sangiovanni canta a Sanremo

Sangiovanni canta a Sanremo - Ansa

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«Sei sempre santo tu! Non fai mai niente di male!». Questo mi diceva mia mamma quando ne combinavo una delle mie, ed è da lì che ho preso il mio nome d’arte, Sangiovanni». Giovanni Pietro Damian da Grumolo delle Abbadesse, Vicenza, ha appena compiuto 19 anni e collezionato cento milioni di streaming con la sua Malibù, il brano più ascoltato del 2021 sia su Spotify sia su Apple music, oltre a 17 dischi di platino e uno d’oro per il suo album di esordio per Sugar Sangiovanni.

Faccia da “santo” e anima ribelle ed inquieta, è il cantautore rivelazione ad avere aperto ieri la seconda serata di gara del Festival di Sanremo con il saltellante brano Farfalle, destinato a diventare un tormentone oltre che a puntare dritto al podio. Amatissimo dai bambini e dalle ragazzine, Sangiovanni, che arriva da Amici di Maria De Filippi, è diventato il cantore dell’amore romantico dipinto di rosa.

Il ritornello «Non volano farfalle, non sto più nella pelle» ti si appiccica come un chewingum alle orecchie. Ma Sangiovanni ci sorprende rivelandoci un lato più profondo. «Non so come riesco a scrivere delle canzoni che diventano delle hit. In realtà io scrivo e basta, e provo a fare del bene alle persone che mi ascoltano – spiega il cantante –. E fa un gran piacere che arrivino a tutte le generazioni. Voglio dare positività con la musica. Sembrano canzoni facili e banali, ma non lo sono. Io racconto le mie emozioni in modo vero. Nella vita quello che conta sono le cose sane, naturali, normali. Correre, lo sport, l’amore, le piccole cose».

Sangiovanni nella serata delle cover di venerdì si lancia A muso duro su Pierangelo Bertoli con Fiorella Mannoia. Una scelta spiazzante. «Io ho tanti altri lati di me, non farò mai solo quello e voglio crescere – ci racconta –. Io i grandi cantautori li ascolto, e amo anche le loro canzoni meno conosciute. Le parole di Bertoli mi rappresentano in pieno. Ci sono tante cose che ti tolgono il respiro, come canto anche in Farfalle con un altro tono, e la vera importanza è quella di soffermarsi su quelle che ti fanno stare bene, come l’amore incondizionato della mia ragazza che mi sostiene. O cantare le canzoni, che ti fanno superare dubbi e difficoltà. Io quando ero bloccato e non riuscivo a parlare con nessuno, perché mi sentivo diverso ed emarginato nei gruppi e a scuola, sono riuscito a farlo scrivendo canzoni».

Ora è vittima dell’odio sui social. «C’è tanto odio e poca educazione, poco rispetto – prosegue – . Attira di più la trasgressione che la gentilezza. Per la musica che faccio ho subito tantissimi giudizi negativi e attacchi di “hatig”. È pesante. Che cosa ho fatto, per meritarmi questo?». Ora il riscatto grazie al successo nella musica insieme ai suoi coetanei. «La nostra generazione vive una sorta riscatto sociale giovanile. Ce la dobbiamo fare in qualche modo perché esistiamo anche noi».

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