domenica 9 novembre 2014
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Chiedo a Etelvina Sánchez, 62 anni, mendicante, che spesso bazzica i paraggi della cattedrale di Buenos Aires: come ha incontrato Papa Francesco? «L’ho incontrato qui, mentre camminava sul marciapiedi. Mi salutava sempre chiamandomi per nome, “Etelvina”, e io lo salutavo. Lo incontrai quando mia figlia aveva 4 anni ... adesso lei – si chiama Cecilia – ha compiuto 21 anni il 14 marzo. Porto il rosario al collo perché padre Bergoglio mi ha sempre detto: “Prega per me”. Così di notte prendo il mio rosario e prego sempre un po’, anche se il rosario non lo so benissimo ... ma Bergoglio mi ha sempre incoraggiata a “pregare, pregare”...». Quando le chiedeva “Prega per me”... «... io gli dicevo: “Sì padre, pregherò per lei”. Lo chiamavo padre; non ho mai detto “vescovo” o “cardinale”; io lo vedevo così, un padre... Lui passava sempre sul marciapiede alle 10 o alle 11 del mattino. Io ero qui, seduta e gli dicevo: “Buon giorno padre”; lui si avvicinava e io lo salutavo. Si fermava, parlavamo un po’ e, quando veniva per lui il momento di andarsene, mi diceva sempre: “Prega per me, alleluia”. A volte rideva: “So che ti dico sempre la stessa cosa”, e in effetti mi ripeteva sempre quella stessa frase. Adesso invece è lui che deve pregare per noi, giusto? Lo so che adesso è lui che prega per noi». Che cosa ha provato quando lo hanno eletto Papa? «Non sapevo se piangere o se ridere. All’inizio fui felice ma alla fine ero molto triste, perché adesso che lui è Papa non potrò vederlo più. Lui infatti aveva cura di me, si prendeva cura di noi, ci conosceva tutti. Ho molte figlie: una abita nella capitale, si occupa di turismo; un’altra studia; e un’altra ancora vive qui con me: ha un bimbo piccolo, e siccome il bambino non ha un padre, sta con me, vive insieme a me. Quella che ha 21 anni sta cercando un lavoro, ma non è ancora riuscita a trovarlo nonostante ci stia provando da tempo. Spero che un giorno il Papa venga qui e quel giorno io lo accoglierò a braccia aperte. Da sacerdote o da vescovo mi ha sempre infatti colpita per quanto era amato. Mi è sempre piaciuto salutarlo perché lui sorrideva sempre. Non ha mai risposto in maniera accigliata o scortese: passava di qua sempre con un sorriso e a me piace la gente che sorride. Le persone arrabbiate non mi piacciono, sono fatta così. Io mi arrabbio un po’ solo quando sono giù. Quando invece sto bene, ecco sto bene. Qui padre Bergoglio ci manca. Sto per compiere 63 anni e per il mio compleanno il vescovo mi avrebbe fatto un regalo ... Spero che mi mandi un regalo da Roma ... So che si ricorderà di me perché io lo apprezzo molto, perché gli voglio tanto bene». ( Traduzione di Marco Respinti)
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