giovedì 21 luglio 2022
Nella raccolta “Foglie e fiori”, scritta negli anni 20 dall’arcivescovo perseguitato e ucciso in carcere dal regime comunista di Hoxha, l’amore per la patria, la religione, la madre, la Vergine
Vinçenc Prennushi nel 1922

Vinçenc Prennushi nel 1922 - Grecale

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Pubblichiamo la presentazione dell’arcivescovo di Tirana-Durazzo, Arjan Dodaj, al libro di poesie Foglie e fiori (Grecale, pagine 174, euro 14,00) del suo predecessore Vinçenc Prennushi. Il francescano Prennushi è stato definito «il Thomas Beckett d’Albania». Ha ispirato la pièce teatrale Il petalo e il fiore e un film documentario. Morto nel 1949 per le torture subite, è beato dal 2016 con altri 37 martiri albanesi.

Dopo più di 70 anni dalla nascita in cielo come martire di monsignor Vinçenc Prennushi, che ha affidato nelle mani di Dio, durante il grande inverno del comunismo, l’arcidiocesi di Tirana-Durazzo, mentre scrivo la prefazione della sua opera Foglie e fiori, voglio ringraziare Dio che mi ha chiamato ad essere suo successore nella sede per la quale ha dato la vita. Questa eredità mi ispira ancor di più: che attraverso il suo lavoro io possa sentire vicino la presenza, il pensiero, la testimonianza e i frutti della sua offerta. Come scriveva papa san Giovanni Paolo II, «Coloro che portano in sé la vocazione artistica di poeta, scrittore, scultore, pittore, musicista e attore sentono allo stesso tempo il dovere di non abusare di questo talento, ma di svilupparlo, in maniera tale da metterlo al servizio del prossimo e dell’umanità». Questo è esattamente ciò che ha fatto monsignor Vinçenc Prennushi, dando nome e forma alla creatività di Dio che si manifesta nei vari spazi della vita umana, e che ricama così meravigliosamente attraverso la poesia, fissando il quadro della natura, della nazione, della sofferenza, della speranza, dei sogni, dell’amore, della madre, della religione e della Beata Vergine. Nelle sue poesie si evidenzia come il suo asse creativo sia basato sul binomio religione e patria. Basti citare il poema Hylli i Dritës ('Stella della Luce'), dove scrive: «Nella bandiera dai colori infuocati, l’aquila d’Albania stende le ali, come i nostri desideri con religione e costumi Dio manda nel luogo che ha voluto» (adattato nella lingua letteraria albanese). Prennushi con il titolo che dà alla sua opera, Foglie e fiori, svela allo stesso tempo realtà semplici ma anche difficili, trattando tutto ciò che appartiene alla vita come un fiore che sboccia nel giardino di Dio, poiché l’origine (la Genesi nella Bibbia) di tutto è l’amore per Dio, come punto di partenza, fonte e illuminazione. Quando notiamo la gradualità dei temi che tocca, ci avviciniamo lentamente al segreto del suo cuore, come viene mostrato così magnificamente nella descrizione degli affetti familiari attraverso la poesia Nana ('Madre'). Questa bellezza giunge all’incoronazione di quella madre che è la Vergine Maria, di cui è tanto innamorato. Una delle poesie descrive la devozione al Rosario e alla Croce come arma di liberazione da ogni forma di paura. In questi versi vediamo come di fronte alle paure che egli stesso ha affrontato nella lunga notte di macabra persecuzione, la forza e la luce trionfanti per lui siano stati il rapporto con la Vergine Maria e la Croce vittoriosa di Cristo: In hoc signo vinces! Vinçenc Prennushi merita attenzione per l’arte e la missione artistica che trasmette nella letteratura albanese, mostrandoci che la religione è la base della vita cristiana e la forza in ogni momento difficile, che di fronte alle tentazioni e alle sfide della vita la religione illumina i nostri giorni bui, proprio come è stato nella persecuzione fino alla sua morte come martire. Per questa ragione oggi non abbiamo più solo semplicemente un arcivescovo poeta, ma un martire beato che ha scritto con il suo sangue i versi più belli, come tesoro più prezioso e semi pieni di speranza per il futuro di una Chiesa tanto giovane quanto antica per le sue radici apostoliche!

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