domenica 10 maggio 2020
Oggi compie 60 anni il frontman della storica band degli U2. Un volume Hoepli lo racconta dai disordini in Irlanda all'incontro con papa Francesco
Papa Francesco incontra Bono Vox in Vaticano il 19 settembre 2018

Papa Francesco incontra Bono Vox in Vaticano il 19 settembre 2018

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«Non puoi toccare ma puoi cantare sui tetti / cantare per me al telefono / cantare e promettermi che non ti fermerai / canterai e così non sarai mai solo». Ha fatto il giro del mondo Let Your Love Be Known, il commovente brano scritto al volo e lanciato sui social da Bono Vox il 17 marzo, giorno di San Patrizio. L’ispirazione per il leader degli U2 è arrivata dal popolo italiano in quarantena che ha voluto esprimere la sua speranza cantando dai balconi. E’ con un ennesimo gesto significativo che Bono Vox festeggia oggi i suoi 60 anni. Dalla Rock and Roll Hall of Fame al dibattito con i leader globali, una vita dedicata a musica, attivismo e impegno sociale.

Con 150 milioni di album venduti, 22 Grammy vinti e tre candidature al premio Nobel per la pace, per celebrare il suo compleanno, e i 40 anni dell’uscita del primo album degli U2 Boy, il 22 maggio Hoepli pubblica il volume Bono. La voce degli U2 tra musica, impegno e spiritualità (Hoepli. Pagine 208. Euro 17,90, già ordinabile online) del giornalista Loris Cantarelli. Dall’adolescenza inquieta nella Dublino dei “Disordini” alla nascita degli U2 sino all’Olimpo della musica mondiale, il volume (ricco di foto e di schede chiare ordinate dal punto di vista cronologico e tematico) dà ampio spazio al racconto dell’impegno sociale e politico del cantante, delle implicazioni spirituali dei suoi testi e del suo legame con l’Italia, fino, appunto, ai tempi del coronavirus. Insieme agli U2, Bono ha donato 10 milioni di euro per sostenere gli operatori sanitari dell’ospedale di Dublino.

La città in cui Paul David Hewson nasce il 10 maggio del 1960, da una famiglia di lavoratori. «Mia madre era protestante e mio padre cattolico: la loro relazione era praticamente illecita, all’epoca – racconta Bono – Mia madre aveva deciso di educare me e mio fratello secondo i principi della Chiesa protestante e il mio vecchio fu d’accordo. La domenica ci portava in una piccola cappella della Chiesa d’Irlanda, e poi lui andava a Messa da solo. E quando uscivamo, era lì che ci aspettava. Dev’essere stato davvero un grande a mostrare una simile tolleranza». Un rapporto, comunque, conflittuale quello con un padre ruvido, appassionato di lirica e troppo simile a quel ragazzino scavezzacollo che però a 14 anni rimane vittima di un trauma che lo influenzerà profondamente: perderà la madre, Iris Elizabeth Rankin, a causa di un aneurisma cerebrale avuto durante il funerale del nonno, morto qualche giorno prima. Il dolore per la scomparsa della madre è evidente in molte delle sue canzoni, tra cui I Will Follow, dove evoca la lettera di San Paolo ai romani secondo cui «nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio». La musica, quindi, insieme alla fede in Dio da ragazzo diventano la salvezza di Paul, rinominato Bono i primi anni del liceo dall’insegna di un negozio di apparecchi acustici Bonavox.

È il 1976 quando Bono, Adam Clayton ed i fratelli Richard “Dik” Evans e David Evans ( The Edge) rispondono all’annuncio del batterista Larry Mullen per la formazione di una nuova rock band: il nucleo dei futuri U2. E mentre i ragazzi suonano, l’Irlanda è in fiamme: lo stesso Bono, come rivela il volume di Cantarelli, a 14 anni sfuggi per un soffio a un attentato il 17 maggio 1974, che causò la morte di 33 persone: tornando da scuola in bici, Bono tardò e per uno scarto di pochi minuti non si trovò nel ne- gozio di dischi Talbot Street, accanto a cui scoppiò una delle quattro autobombe (fatto rievocato 40 anni dopo nel brano Raised by Wolves) . L’inno pacifista Sunday bloody Sundaytrova le radici da qui, («ho paura quando le persone cominciano a dire di essere pronte a uccidere per affermare dove dovrebbe essere un confine» dice Bono) e porterà anni dopo gli U2 ad essere protagonisti del processo di pacificazione: il 23 maggio 1998, alla vigilia del referendum per ratificare l’Accordo del Venerdì Santo firmato a Belfast, sul palco davanti agli U2 si strinsero la mano il leader unionista e protestante David Trimble e il cattolico moderato John Hume.

La fede, inoltre, ha cementato l’amicizia del gruppo, come ben ripercorre il giornalista Cantarelli, particolarmente attento a correlare, nelle sue chiare spiegazioni, i brani degli U2 con le motivazioni personali dei musicisti e il contesto sociale dell'epoca. Larry Mullen, cattolico, The Edge protestante, e Bono da ragazzi frequentano un gruppo legato al cristianesimo delle origini di nome Shalom: «Era bellissimo trascorrere un po’ di tempo a leggere a Bibbia e a scoprire il significato del cristianesimo come sistema religioso» racconta Bono. Gli U2 arrivarono a un passo da rinunciare al rock and roll per non rinunciare a ideali di vita più alti, poi un compromesso fu trovato attraverso la ferma decisione di bandire dal gruppo e dal suo entourage gli eccessi. Questo è il nucleo fondante dell’impegno del Bono politico (anche se Cantarelli non nasconde luci e ombre degli U2). Il cantante, considerato fra le migliori voci del rock di tutti i tempi, scrive la maggior parte delle canzoni degli U2, spaziando dai primi testi di ispirazione religiosa in Boy e October a quelli politici di The Joshua Tree, War e Achtung Baby.

Bono, diventa sempre più un attivista: è insieme a Bob Geldof nell’organizzazione di Live Aid e Live 8; ha raccolto fondi contro l’aids in Africa, ha partecipato al Forum di Davos nel 2008. Indimenticabile il duetto di Bono con Pavarotti sulle note di Miss Sarajevo al Pavarotti and Friends del 1995, a favore dei bambini della città martoriata dalla guerra. Nelle iniziative umanitarie di Bono Vox, spesso è accanto la moglie Alison, compagna di liceo sposata nel 1982 e madre dei suoi 4 figli. «La cosa più importante nella Bibbia è prendersi cura dei poveri», disse Bono aderendo alla coalizione Jubilee 2000, che chiedeva l’abolizione del debito dei 52 Paesi più poveri del mondo in occasione del grande Giubileo del 2000. Bono il 23 settembre 1999 guidò la delegazione in Vaticano da Giovanni Paolo II, che a sorpresa indossò gli occhiali colorati della rockstar. Inoltre crea l’agenzia di intervento Data (Debt, Aids & Trade for Africa) coinvolgendo anche Bill e Melissa Gates. Continuando a esibirsi, superando anche qualche problema di salute, Bono incontra in udienza privata papa Francesco in Vaticano, il 19 settembre 2018, per esprimere il suo sostegno alla missione educativa della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes, e con Bergoglio parla di sostenibilità globale: «Penso che sia un uomo straordinario per tempi straordinari».

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