venerdì 12 marzo 2021
Torna l’album “Geniale?” rimasterizzato e con nuovi inediti live. Cabassi e Lecardi: «Lucio inventava e cantava come nessun altro, “Gesubambino” la suonavamo già prima di Sanremo»
Lucio Dalla in concerto con gli Idoli, il gruppo che accompagnò il cantante bolognese dal 1966 al 1972

Lucio Dalla in concerto con gli Idoli, il gruppo che accompagnò il cantante bolognese dal 1966 al 1972

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Geniale? Domanda retorica nel caso di Lucio Dalla. Senonché è il titolo di un album uscito trent’anni fa e ora rilanciato con nuovo materiale di archeologia musicale. Contiene la preistoria del cantautore bolognese, il periodo tra il Dalla clarinettista e jazzista e quello del Gesubambino che a Sanremo 1971 mise d’accordo tutti, i belli con i brutti, e arrivò terzo da “vincitore morale”. A 50 anni di distanza, Pressing Line e Sony Music rendono ora omaggio a Dalla con la riedizione dell’album Geniale? del 1991 con ulteriori brani inediti registrati dal vivo tra il 1969 e il 1970 con il suo gruppo di allora, gli Idoli. Una nuova scommessa dopo le riedizioni negli ultimi anni di dischi storici e fondamentali rimasterizzati, da Come è profondo il mare a Lucio Dalla e Dalla, oltre alla raccolta Duvudubà.

Ma non è soltanto una operazione nostalgia, dicono in Sony. «Con la riedizione del catalogo di Dalla – spiega Paolo Maiorino – stiamo portando avanti un discorso di memoria e se non lo facessimo disperderemmo un patrimonio che non sarebbe tramandato alle nuove generazioni. In ogni caso il mercato risponde molto bene e lo streaming ci dice che i giovani vogliono scoprire questo grande artista, tanto che presto vedrà la luce un progetto sul Q Disc, un mini album dell’81 che suggellò la fortunata collaborazione di Lucio con Alessandro Colombini».

Ma se questo è stato il Dalla “storico” e quello della precedente collaborazione con Roberto Roversi (tre album prodotti dal ’73 al ’76) e con Paola Pallottino fu il Dalla sperimentale e pre-cantautorale, il Lucio funambolo della vocalità e dell’inventiva degli anni con gli Idoli è la madre di tutte le riscoperte. Suggestiona il suo vecchio amico Marino Bartoletti paragonando la portata del contenuto di Geniale? «alla scoperta del tesoro di Tutankamon nella Valle dei Re. In questo disco c’è tutto Lucio, con la sua follia, creatività, simpatia e ineguagliabile vocalità. Vi si ascolta Summertime ed è pazzesco scoprire che Lucio non sapendo una sola parola d’inglese aveva memorizzato solo la parola “Summertime” e il resto era un geniale gramelot da far scuola a Dario Fo. Tutta purissima e meravigliosa fantasia».

Un Dalla intriso ancora di soul, blues, black-music alla James Brown e, naturalmente, di jazz e del beat che imperava in quegli anni ’60. Nel doppio album, in uscita oggi in cd e in vinile, c’è l’inimmaginabile, una valigia dei sogni sonori, un sorprendente florilegio di invenzioni e improvvisazioni live. Con diversi brani usciti anche su disco nel ’66 (l’album 1999), nel ’70 ( Terra di Gaibola) e nel ’71 ( Storie di casa mia). Ma chi erano gli Idoli? Il gruppo accompagnò Dalla dal ’66 al ’72, e il verbo accompagnare è quanto di più calzante.

«Quando dopo il Festival di Sanremo del ’66 dove aveva cantato Paff bum Lucio mi chiese se con il mio gruppo potevo accompagnarlo nelle serate gli dissi subito di sì, avendo sentito come cantava – rievoca Bruno Cabassi, il tastierista che Dalla aveva ribattezzato Ezechiele per la somiglianza che gli riscontrava con il lupo disneyano dei Tre porcellini –. Il nome del gruppo era allora Gentlemen, ma non suonava bene e diventammo gli Idoli. All’inizio avevamo solo tre brani: Paff bum, Lei non è per me (il primo 45 giri di Dalla, ndr) e lo standard Georgia on my mind. Per il resto inventavamo tutto sul momento, c’era una connessione incredibile tra di noi. Io, Giorgio Lecardi (chitarra e batteria) e il bassista “Manoli”, soprannome di Emanuele Ardemagni, facevamo qualsiasi cosa lui intendesse. Lucio era imprevedibile».

Gli aneddoti fioccano. «Una volta eravamo a Riccione e Lucio era senza voce, allora fischiò le canzoni dalla prima all’ultima. In un altro club andammo poi solo io e lui perché non avevano molti soldi da offrici, ma scoprimmo che non c’era nemmeno il pianoforte promesso. Allora Lucio ebbe l’idea di farmi mettere delle canzoni sul juke box e lui ci cantava sopra. Al pubblico quella trovata piacque anche parecchio. Una volta a Garlasco a carnevale una ragazza gli tirò una manciata di coriandoli proprio mentre stava prendendo fiato, si stava soffocando e dal palco gliene disse di tutti i colori. A Barletta ci fu una disfida: ci tiravano manciate di confetti, anche troppi. Così li ritirammo al pubblico e scoppiò una battaglia».

Ai primi Idoli si aggiunsero poi Renzo Fontanella (il violinista di 4/3/1943, il brano della svolta di Dalla preso a Sanremo nonostante non fosse inedito: «Lo suonavamo già prima del Festival » dice Cabassi, confermando quanto già svelato al sottoscritto da “Tobia” Righi e dall’autrice del testo Paola Pallottino) e Giovanni Pezzoli, il batterista dei futuri Stadio. Ma è di Lecardi il merito principale della riedizione di Geniale?. «Tanti anni fa prestai dei vecchi nastri a un amico collezionista di dischi – racconta –. Finché un giorno mi chiamò e mi disse di quei nastri di cui io non ricordavo più l’esistenza. Ne informai Lucio, glieli feci ascoltare e lui si emozionò come quando gli portai il primo nastro nel ’91. Voleva pubblicarli, ma non fece in tempo. Noi Idoli abbiamo il merito di aver vissuto la prima parte di carriera di Lucio, quella anche più difficile e sofferta. Lo abbiamo aiutato a crescere».

Nell’album Geniale? del ’91 Dalla aveva operato una selezione, ma ora sono stati recuperati anche i brani da lui a suo tempo scartati per le troppe imperfezioni acustiche. Mago di questo recupero è lo storico fonico della Fonoprint di Bologna, Maurizio Biancani, deus ex machina della maggior parte dei dischi di Dalla e artefice delle recenti rimasterizzazioni per Sony, non solo della produzione dalliana. «È la prima volta che faccio un restauro della preistoria di Lucio – spiega –. A parte le difficoltà tecniche, da quei nastri escono una straordinaria energia, musicalità e genialità. Lucio con la voce fa quello che vuole con una estensione incredibile cantando spesso in un finto inglese che gli permette di essere a sua volta uno strumento, non avendo le limitazioni della lingua».

E gli Idoli lo accompagnano facendo esaltare tutte le qualità di Lucio. «Certo, non è un disco per puristi dell’hi-fi. È un lavoro monofonico, ma grazie alla doppia microfonatura delle originali registrazioni (Lecardi metteva un microfono su una sedia per registrare la batteria mentre la voce di Dalla e l’organo Hammond di Cabassi uscivano da un mixer, ndr) mi hanno permesso di avere quasi una registrazione multitraccia anche se non in tuti i brani. La voce di Dalla trascina tutto e tutti dall’inizio alla fine. Un disco che rende una chiara immagine di quello che succedeva in quel periodo in concerto. Un titolo alternativo a Geniale? Potrebbe essere “Unico”».

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