mercoledì 5 ottobre 2016
​Al via i lavori a Desio dell'impianto che diventerà la sede esclusiva delle azzurre della ritmica. Emanuela Maccarani, allenatrice pluridecorata: "a Rio meritavamo la medaglia".
Ginnastica, la nuova casa delle Farfalle
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Una nuova casa per le Farfalle azzurre. La prima pietra del nuovo impianto è stata posta a Desio la settimana scorsa alla presenza del presidente del Coni Giovanni Malagò. La struttura il cui costo complessivo sarà di due milioni e mezzo di euro finanziati dalla Federginnastica grazie a un mutuo ottenuto dal Credito sportivo - sorgerà accanto al Pala Banca Desio, sede attualmente utilizzata sia dalla nazionale italiana di ginnastica ritmica (da ottobre a maggio, mentre nei mesi estivi ci si allena a Follonica) sia da altre realtà sportive. «Abbiamo atteso sette anni per poter avviare i lavori, adesso che ci siamo speriamo che finiscano presto», spiega il numero uno della ginnastica italiana Riccardo Agabio. Se i lavori seguiranno di pari passo il progetto iniziale, l’impianto sarà ultimato la prossima primavera, così da poter essere utilizzato dopo l’estate. «Finalmente avremo una casa tutta nostra commenta l’allenatrice delle Farfalle Emanuela Maccarani -, potremo quindi pianificare l’attività senza doverci necessariamente coordi- nare con altre squadre desiderose di utilizzare la palestra, come invece avviene adesso». La possibilità di disporre a breve di una nuova casa ha riportato il sorriso sul volto del tecnico azzurro dal palmarès sterminato: 132 medaglie conquistate tra Coppa del mondo, Europei, Mondiali e Giochi olimpici. Così il quarto posto di Rio e la conseguente amarezza per il bronzo sfumato sono ormai acqua passata: la testa è già proiettata sull’anno che verrà. «È naturale - continua la Maccarani - che la delusione ci sia stata, ma non mi aspettavo che fosse maggiore rispetto al dopo Pechino. In Brasile meritavamo la medaglia, ma la giuria non è stata obiettiva. Inutile però pensare al passato, dobbiamo voltare pagina e ripartire. Per noi questa sarà la stagione del rinnovamento che culminerà col Mondiale casalingo a Pesaro, abbiamo pertanto una grande motivazione a fare bene». Con l’inizio del nuovo quadriennio è quindi l’ora di cambiare. Innanzitutto la composizione della squadra. «Tre delle ginnaste che sono state a Rio hanno concluso la loro esperienza internazionale, perciò in questo mese porteremo a compimento il processo di selezione delle nuove ragazze che entreranno in squadra. In inverno lavoreremo su un gruppo allargato, poi man mano effettueremo delle scelte. Una prima bozza di formazione titolare sarà stilata in primavera con l’inizio della coppa del mondo». Diversi anche gli attrezzi da utilizzare in gara. Non più cinque nastri e il misto due cerchi con sei clavette, bensì da un lato cinque cerchi e dall’altro tre palle e due funi. «Cambierà tutto rispetto a quanto si è visto fino a Rio. Stiamo già lavorando sulle composizioni, questi attrezzi ci favoriscono perché sono molto coreografici». La ritmica in Italia mette insieme circa 4500 agoniste e rappresenta la sezione più numerosa delle Federazione, facendo anche meglio rispetto all’artistica femminile. A Desio c’è l’accademia nazionale permanente della squadra nazionale, mentre le individualiste si allenano nelle rispettive società. Le nuove ragazze della Maccarani sono tutte giovanissime, si va dai 15 ai 20 anni. «Ogni quadriennio mi rendo conto che il gruppo è sempre meglio del precedente. Questo significa che in Italia ci sono società locali che formano ottime ginnaste, consentendomi quindi di scegliere le Farfalle della nazionale tra un elevato numero di atlete di qualità». Insomma per arrivare tra le cinque titolari occorre superare numerose selezioni, a livello provinciale, regionale e poi nazionale.  Un crescendo di giudizi che testimonia l’alto livello del movimento. Per entrare a far parte delle Farfalle occorre essere brave con gli attrezzi, sopportare i duri sacrifici, ma anche avere ottime doti di lavoro di gruppo: nella ritmica infatti l’esercizio di squadra e quello individuale sono due mondi completamente diversi. Tant’è vero che le carriere delle atlete seguono percorsi differenziati. «In un anno - spiega la Maccarani - valutiamo più di cento bambine per andare a comporre la nostra rosa giovanile, alla quale poi attingiamo per formare la squadra juniores. La nazionale seniores è invece composta da dieci atlete, delle quali sei gareggiano e quattro sono le riserve». Le ginnaste passano ma l’allenatrice resta. E, dopo le prossime elezioni per il rinnovo degli organi federali, potrebbero anche esserci un restyling nei quadri tecnici con probabile assegnazione di ulteriori compiti a Emanuela Maccarani. Intanto lei confida che i lavori della nuova palestra procedano spediti così da poter dirigere al più presto gli allenamenti nella nuova casa, il luogo dove getterà le basi per dare la caccia all’unica medaglia che manca nel nutrito palmarès: l’oro a cinque cerchi. «Questo è il mio sesto quadriennio olimpico, ma le motivazioni sono le stesse di quando ho cominciato ». Parola dell’allenatrice più vincente d’Italia.
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