Questo messaggio scandaloso della misericordia non è capito da quanti si sentono giusti, in pace con Dio (e per i quali Gesù non è venuto: cfr. Mc 2,17!), mentre è compreso e atteso da chi si sente nel peccato, bisognoso del perdono di Dio. È stato così durante il ministero di Gesù, è stato così nella storia della Chiesa, è così ancora ai nostri giorni, quando siamo interrogati da papa Francesco proprio sulla nostra capacità di misericordia: misericordia della Chiesa, misericordia di ognuno di noi verso chi ha sbagliato o chi ha bisogno del nostro amore.Spesso siamo disposti a fare misericordia se c’è stata punizione di chi ha fatto il male, se il peccatore è stato sufficientemente umiliato e solo se chiede misericordia come un mendicante. In ogni caso, stabiliamo dei precisi confini alla misericordia, perché pensiamo che certi errori, certi sbagli, certe scelte avvenute nel male e non più riparabili debbano essere punite per sempre dalla disciplina ecclesiastica: per alcuni errori dai quali non si può tornare indietro non c’è misericordia, dunque la misericordia non è infinita, ma a precise condizioni...Ecco il nostro tradimento del Vangelo, ecco come la misericordia ci scandalizza. In altre parole, la sequenza delitto-castigo è incastonata nella nostra postura di credenti, di uomini religiosi, ma dovremmo interrogarci se l’espressione «delitto e castigo» sia cristiana! Perché mai non riusciamo a comprendere che la santità di Dio non splende quando non c’è peccato nell’uomo, ma quando Dio ha misericordia e perdona? Perché non riusciamo a comprendere che l’onnipotenza, la sovranità di Dio si mostra soprattutto perdonando? Alla luce di questa santità di Dio, di questa sua onnipotenza, si può vivere come strumento di buone opere il «Non disperare mai della misericordia di Dio» (Regola di Benedetto 4,74).Quante parole, parabole e incontri di Gesù hanno scandalizzato e ancora scandalizzano i presunti giusti! Costoro, in base al giudizio che danno su se stessi esenti da grandi peccati e smarrimenti, si sentono differenti dagli altri e credono di poter vantare dei diritti davanti a Dio! Che Dio accolga i peccatori pentiti è cosa buona e lodevole, perché egli «è amore» (1Gv 4,8.16), ma che i peccatori e le prostitute precedano nel regno di Dio i sacerdoti e gli esperti della Legge (cf. Mt 21,32), questo è inaudito, ed è pericoloso affermarlo: eppure Gesù lo ha detto apertamente proprio a questi ultimi…Che «il figlio prodigo» sia perdonato dal padre amoroso sarebbe accettabile, magari dopo un tempo di punizione e con la promessa di non reiterare l’errore; ma celebrare in suo onore una festa senza porgli condizioni e ammetterlo in casa senza obiezioni, questo è troppo (cf. Lc 15,20-24): è un pericoloso eccesso di misericordia, perché tutti si sentiranno autorizzati a ripetere la fuga del figlio prodigo, contando sul padre che perdona sempre… E poi in questo modo si sovverte il concetto di giustizia: dove va a finire la giustizia, se c’è un perdono così gratuito, senza condizioni?Sì, la misericordia di Gesù, quella da lui praticata e predicata, è esagerata e ci scandalizza! Siamo più disponibili agli atti di culto, alla liturgia che alla misericordia (cf. Os 6,6; Mt 9,13; 12,7). Ha scritto giustamente Albert Camus nel suo La caduta: «Nella storia dell’umanità c’è stato un momento in cui si è parlato di perdono e di misericordia, ma è durato poco tempo, più o meno due o tre anni, e la storia è finita male».
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