martedì 21 dicembre 2021
Attorno al Natale 1921 T.S. Eliot chiudeva il manoscritto di “The Waste Land” accettando i tagli radicali (un terzo del totale) dell'amico Ezra Pound. Un testo da cui discende tutto il Novecento
I poeti Thomas Stearns Eliot e Ezra Pound

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Siamo nell’esatto centenario di fine gestazione del poema-spartiacque della poesia contemporanea, La terra desolata di Thomas Stearns Eliot (1888-1965); spartiacque perché, dopo di essa, tutta la poesia cambia; nessun poeta potrà far a meno di seguire le orme, soluzioni e tessiture in essa tracciate, assorbendone i modi straordinariamente innovativi. Centenario di fine gestazione dell’opera – si è appena scritto – non di sua nascita, che avverrà con la pubblicazione del 1922. Ma se di un capolavoro va individuata soprattutto la fase creativa, di concepimento e maturazione, allora è al dicembre 1921 che bisogna guardare; alla sua crescita in grembo «feeding a little life with dried tubers», «nutrendo un po’ di vita con bulbi disseccati» – per usare uno dei versi che seguono ad «Aprile è il mese più crudele», divenuto l’attacco forse più famoso della poesia d’oggi.

In questi giorni che precedono il Natale del 1921, infatti, due poeti statunitensi trapiantati in Europa, l’autore T.S. Eliot e l’amico Ezra Pound (1885-1972), concludono un impegnativo, ma consono confronto, per lettera, sulla stesura ultima dell’opera, «di 19 facciate, maledettamente buona, da far chiudere bottega a tutti, sebbene io non l’abbia ancora fatto», scriverà Pound con affetto. In questo giudizio sul testo – trepidamente consegnatogli da Eliot a Parigi settimane prima – egli sa bene di non essersi limitato a generici suggerimenti senza toccarlo, ma di averlo ridotto di oltre un terzo, con una incisività senza pari nella storia della letteratura, che fa denominare questa fase "escissione" poundiana, cioè "taglio" apportato da Pound.

In effetti tale è, in quanto Pound non ha mai proposto parti o versi alternativi, né effettuato correzioni; ha troppa ammirazione per il poema dell’amico, il quale gliel’ha anche dantescamente dedicato in italiano, come «al miglior fabbro»; l’ha invece "accorciato" in misura cui non sopravviverebbe alcun’altra opera.

Non potremo mai conoscere la reazione di Eliot, ma ne sappiamo il risultato: accoglie pressoché integralmente l’'escissione', ritenendola non mutilante, bensì attributiva di una nuova e migliore fisionomia al suo testo. Su questo rapporto tra i due e sulla gestazione del poema si è scritto moltissimo, soprattutto dopo il più o meno fortuito ritrovamento della non "escissa" versione iniziale (il cosiddetto "facsimile"), smarrita da Eliot per decenni.

Quando viene rinvenuta negli Stati Uniti (1969) e in seguito (1971) pubblicata dalla vedova di Eliot, non sono ancora finite le celebrazioni e le tante ripubblicazioni delle opere del marito morto nel ’65, insignito del premio Nobel per la letteratura nel ’48 e assurto a figura egemone della cultura mondiale. Ne nasce un grosso giallo letterario, tuttora irrisolto: castelli di teorie sulla genesi del poema, quali si erano susseguiti per 50 anni, vengono infatti contraddetti e ridotti a zero.

Ma cos’ha dunque di speciale questa tanto feconda Terra Desolata che spariglia le carte della poesia d’oggi e ne fissa le nuove regole del gioco? Se si potesse rispondere, sarebbe stato risolto un giallo, ma il punto è che Eliot è ormai troppo penetrato nel DNA poetico del ’900 per individuarne l’originario apporto gametico, divenuto indistinguibile da ogni esperimento di poesia contemporanea.

Tutti sono eliottiani dopo Eliot. E quindi tutti sono eliottiani-poundiani dopo il dicembre 1921. A quel tempo il fascismo non è ancora al potere in Italia e Pound, il maudit, non si è compromesso con esso come avverrà durante la guerra, con violenti discorsi antiamericani alla radio. Nel ’45 verrà imprigionato, processato per tradimento e condannato dagli americani, che gli risparmieranno la pena capitale solo per mobilitazione dell’intero mondo della cultura, facendolo dichiarare pazzo e internandolo in un manicomio; ne uscirà vecchio, ma ancora gagliardo; in tale fase anzi ultimerà la sua opera più importante, i Cantos, per ritirarsi in Italia fino alla morte (1972) e farsi seppellire a Venezia; mancano molti anni a tutto ciò, Pound è una figura dominante in Europa, cresciuta sempre più nel secondo decennio del 1900, mentre Eliot, suo protégé, sta muovendo i primi passi nell’ambiente letterario inglese.

Questa differenza oggi si perde, eclissata dalla gigantesca statura acquisita in seguito da Eliot; ma senza Pound non sarebbe nata la Terra Desolata. Più di un lettore si chiederà perché abbia tanto rilievo questa cooperazione tra due poeti sulla stesura di un poema, che parrebbe argomento per addetti ai lavori.

La risposta va data chiaramente: perché a un secolo di distanza la Terra Desolata è ovunque. Nella poesia. Nella narrativa. Nella drammaturgia. Nel cinema. Nei libri di fiabe per bambini e nella critica più sofisticata. Nell’inglese parlato di oggi e nella pubblicità. Nel pensiero religioso e sociale. Nei premi Nobel "figliati" dal premio Nobel T.S.Eliot, tra cui il nostro Eugenio Montale, tutti (riconoscenti) figli del 'crudele Aprile'; poeti gemmati, sì, dall’Aprile che apre The waste land, ma formatisi, prima, in questo gelido Dicembre di cent’anni fa, quando due poeti amici si scrivevano per dar vita a qualcosa di straordinario.

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