venerdì 24 febbraio 2023
Aveva 84 anni, il giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore è scomparso a Roma
È morto Maurizio Costanzo. Lunedì i funerali a Roma / L'ultima intervista

Ansa

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È morto a Roma Maurizio Costanzo, giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore. Aveva 84 anni. I funerali si svolgeranno lunedì 27 febbraio, alle ore 15, presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Lo rende noto il Campidoglio. "La camera ardente di Maurizio Costanzo sarà allestita domani e domenica presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio (ingresso dal Portico del Vignola). Apertura al pubblico il 25 febbraio dalle 10.30 alle 18 e il 26 dalle 10 alle 18.

Addio Maurizio, l'uomo dal cielo in un salotto di Tiziana Lupi

La prima volta che ho visto Maurizio Costanzo è stata in una sala riunioni della redazione del Maurizio Costanzo show per gli auguri di Natale. Era il 1992 e da qualche mese avevo iniziato a lavorare come redattrice nel programma Agenzia matrimoniale (condotto da Marta Flavi) cui sarebbe seguito quello con Amici (condotto da Maria De Filippi), entrambi prodotti da Costanzo con la società Fortuna Audiovisivi, fondata con l’amico e coautore Alberto Silvestri.

Ero giovane e Costanzo, nel bene e nel male, era un mito di quella televisione che è stata, ed è tuttora, al centro della mia professione. In quegli anni non c’era personaggio che non accettasse un suo invito al Maurizio Costanzo show, il programma che, dopo Bontà loro (1976) e Acquario (1978), lo ha definitivamente consacrato il re del talk-show. Registrato prima al teatro Sistina e poi al teatro Parioli di Roma, il programma è andato in onda quasi ininterrottamente dal 1982 ad oggi sia su Rete 4 (dove è nato) sia su Canale 5 (di cui Costanzo è stato direttore dal 1997 al 1999).

È stato proprio il Costanzo show, infatti, il programma che ha segnato l’arrivo del giornalista nell’allora Fininvest (oggi Mediaset) dove ha militato per decenni, prima di tornare (anche) in Rai. Ed è lì che sono nati personaggi come Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola e, anche, Vittorio Sgarbi, solo per citarne alcuni. Ed è, ancora, a causa del Costanzo show, in particolare della maratona antimafia organizzata insieme a Michele Santoro (allora a Rai 3 con il suo Samarcanda) dopo l’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi, che nel 1993 il giornalista è rimasto vittima di un attentato di matrice mafiosa in via Ruggero Fauro (vicino al teatro Parioli), fortunatamente senza conseguenze.

L’enciclopedia on line Wikipedia definisce Costanzo «giornalista, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e sceneggiatore» e lui è stato davvero tutto questo. E, forse, anche qualcosa in più. L’esordio, nella carta stampata, arriva subito dopo il diploma di ragioneria: a soli 18 anni il giovane Maurizio è già cronista nel quotidiano Paese Sera e quattro anni dopo, quando già collabora con Tv Sorrisi e Canzoni, diventa caporedattore del settimanale Grazia. Nel 1963 arriva anche la radio: Luciano Rispoli, all’epoca caposervizio del varietà a Radio Rai, lo chiama come autore per Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Passano tre anni e Costanzo scrive (con Ghigo De Chiara) Se telefonando.
La sua carriera televisiva, come dicevamo, si è svolta fino al 2006 esclusivamente sulle reti Mediaset con programmi come Buona Domenica e le sit-com Orazio e Ovidio. Solo nel 2009 si è riavvicinato alla Rai con Palco e retropalco, programma dedicato a un’altra sua grande passione, il teatro, per il quale ha scritto diverse opere come Cielo, mio marito! (portata al successo da Gino Bramieri e Ombretta Colli), Un amore impossibile (con Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice), Un coperto in più (con i fratelli Aldo e Carlo Giuffrè) e Vecchi, vuoti a rendere (con Paolo Ferrari e Valeria Valeri).

Accanto al teatro, c’è stato posto anche per il cinema: Costanzo ha inventato, insieme a Paolo Villaggio, il personaggio di Fracchia, e ha collaborato alla sceneggiatura di diversi film come La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati e Una giornata particolare di Ettore Scola.

Giornalista curioso e acuto, ha collaborato con numerosi quotidiani e settimanali e ha anche diretto il primo vero tabloid originale, L’Occhio che, però, ha chiuso i battenti dopo soli due anni. È stato anche consulente della comunicazione dell’As Roma, squadra della quale era grande tifoso, a partire dal capitano Francesco Totti (nel suo salotto del Parioli diventò anche barzellettiere) .
A una carriera così variegata ha fatto da contrappunto una vita privata altrettanto movimentata: Costanzo si è sposato quattro volte (con Lori Sammartino, Flaminia Morandi, Marta Flavi e Maria De Filippi) e ha avuto una relazione con Simona Izzo.

L'ultima intervista / Maurizio Costanzo, i primi 40 anni del mio "Show"

di Massimiliano Castellani (14 settembre 2022)

Per raccontare la storia infinita di Maurizio Costanzo non basterebbero tutte le pagine dell'edizione odierna di Avvenire. E oggi, è un giorno speciale, perché 40 anni fa, il 14 settembre 1982, dal Teatro Parioli in Roma si alzava il sipario sul Maurizio Costanzo Show. Il talk più longevo di Mediaset, il 2° della tv italiana, quello ideato e condotto da questo Maestro dell'etere che a 84 anni continua a scrivere per la carta stampata (nasce giornalista, a 18 anni firma il suo primo pezzo per il quotidiano Paese Sera) a progettare programmi (ha cominciato negli anni '70 in Rai con Bontà loro, antesignano del Maurizio Costanzo Show) e magari sotto la doccia fischietta un brano senza tempo come Se telefonando che scrisse con Ghigo De Chiara, musicato dal grande Ennio Morricone e portato al successo dall'ugola d'oro di Mina. Insomma, come si fa a sintetizzare tutti i talenti che raccoglie quest'uomo sempre in giacca scura e dalla camicia con i baffi, rigorosamente senza cravatta?

L'amico fraterno e sodale radiotelevisivo di Costanzo, il troppo poco ricordato Enrico Vaime, la sua autobiografia la intitolò Quando la rucola non c'era (Aliberti). E rimanendo nel mondo vegetale, in quella di Costanzo ci sono le rose nel titolo del libro che raccoglie il meglio del suo pensiero e delle sue opere, ma c'è anche il tritolo (Le rose e il tritolo, Mondadori) di chi ha provato ad attentare alla vita del telegiornalista che fin dall'inizio del Maurizio Costanzo Show ha denunciato le mafie e le ingiustizie nazionali. Infatti, il suo talk (che ripartirà a ottobre su Canale 5) nasce tre giorni dopo l'omicidio del Generale Dalla Chiesa.

Costanzo, si ricorda di quella vigilia così drammatica di 40 anni fa?

Sì, ricordo l'ansia per fare un programma nuovo, non potevo immaginare che durasse quarant'anni, quindi avevo un'ansia da programma da 5-6 puntate.

Restando allo scempio di "Cosa Nostra", la puntata con il giudice Giovanni Falcone rimane un pezzo di servizio pubblico su una rete privata: quante volte ha avuto la percezione di fare un lavoro del genere pur non lavorando, ai tempi, in Rai?

Io faccio il mestiere di giornalista, che poi lavoro per la Rai o lavoro per Mediaset è uguale, la mia coscienza è quella di fare quel lavoro. Se sto a Mediaset faccio fortuna a Mediaset, se sto in Rai faccio fortuna in Rai.

Una maratona a reti unificate, Samarcanda e Maurizio Costanzo Show per ricordare Libero Grassi, ucciso dalla mafia quell'agosto del 1991, pensa che oggi sarebbe possibile in una tv così paludata di talk in fotocopia?

Sarebbe possibile se ci fosse ancora Santoro come c'era allora e l'abbiamo fatto insieme, lui con la Rai e io con Mediaset la puntata su Libero Grassi.

Quarant'anni di Maurizio Costanzo Show con 50mila ospiti e altrettante interviste. Qual è stato il momento più alto, anche a livello personale, e quello che invece cancellerebbe con un colpo di moviola?

Non cambierei nulla perché come gli articoli, uno oggi viene bene domani viene meno bene, così una puntata viene bene e un'altra meno bene, no, non cambierei niente.

Il "talent scout" Costanzo, di quali personaggi scoperti va ancora fiero?

Direi che sono lieto di Enzo Iacchetti, sono lieto di Dario Vergassola, sono lieto di Giobbe Covatta, mi vengono questi alla mente, poi chissà quanti altri... Voglio nominare ancora Valerio Mastandrea e Ricky Memphis, però comunque tutti dai, va bene così.

Vittorio Sgarbi non doveva più mettere piede al Parioli dopo le prime uscite "funeste", poi però, si dice che i dati di ascolto la indussero a richiamarlo...

La verità, non furono i dati d'ascolto ma i dati d'intelligenza di Sgarbi a farlo richiamare e lo richiamerò appena ci sarà occasione.

Il Maurizio Costanzo Show dicevamo che ha valorizzato tantissimi personaggi, ma ha forse sulla coscienza qualche "Telemostro" e scatenato qualche telerissa di troppo, compresa la più recente Giampiero Mughini vs Sgarbi. Con che occhi guarda guarda a queste fenomenologie, peraltro ormai diffuse in tv?

Ma quella di Sgarbi e Mughini è stata un'intemperanza, non so di chi dei due, forse di Mughini, non lo so. Mi dispiace, vorrei farli tornare in trasmissione magari separatamente. Fra le persone che sono lieto di aver fatto conoscere c'è stato Stefano Zecchi.

Il sogno di intervistare papa Francesco rimane anche per il 40° del Maurizio Costanzo Show?

Sognavo di intervistare papa Giovanni Paolo II, poi papa Francesco, lo continuo a dire ma il sogno non si avvera...

Quanto ha trasmesso del suo lavoro a Maria De Filippi e che cosa ha appreso dai programmi di successo di sua moglie?

La televisione non si insegna, si guarda, quindi come io guardo i programmi di Maria, Maria ha guardato e guarda i miei.

Progetti futuri che la riguardano? Ma soprattutto è possibile fare ancora una tv colta e intelligente come quella scritta e pensata dai suoi cari amici Vaime, Marcello Marchesi e Flaiano?

Sì, certo che è possibile soltanto che Vaime, Marchesi e Flaiano sono morti, e non vedo grandi Vaime, Marchesi e Flaiano in giro. Continuiamo a fare quello che ci è consentito di fare e quello che la nostra professionalità ci consente di fare. Già è tanto.

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