giovedì 15 giugno 2023
L’attrice, e produttrice racconta i suoi progetti da madrina del Premio dedicato alla memoria del grande attore napoletano con cui ha recitato ne “Il postino”
Maria Grazia Cucinotta con Massimo Troisi nel film “Il postino”

Maria Grazia Cucinotta con Massimo Troisi nel film “Il postino” - Ansa

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Maria Grazia Cucinotta è la madrina del Marefestival Salina - Premio Troisi fin dalla prima edizione e non avrebbe potuto essere altrimenti visto il legame che la unisce al grande artista napoletano: «Tutto quello che sono dal punto di vista professionale lo devo a lui. Se non lo avessi incontrato non avrei fatto nulla di tutto ciò che ho fatto» dice l’attrice che in questi giorni si trova a Shangai, in Cina.

È lì per lo Shangai International Film Festival?

Sì, sono sedici anni che lavoro qui. Sono un po’ la loro madrina internazionale, la loro sorella italiana. Quest’anno, poi, c’è in concorso il film di Paolo Genovese Il primo giorno della mia vita. Speriamo che vinca.

A proposito di film, torniamo a quello che le ha fa fatto incontrare Massimo Troisi, Il Postino.

Quest’altr’anno compirà 30 anni, spero venga festeggiato come merita, con proiezioni in mondovisione perché i ragazzi, che allora non c’erano, devono sapere chi era Massimo. Oggi, purtroppo, i giovani non sanno nemmeno chi siano De Sica o Fellini; non studiano cinematografia mentre negli Stati Uniti si studia Il Postino. Penso bisognerebbe inserire nelle scuole un’ora di cinematografia a settimana perché anche quella è la nostra cultura. E poi, già che ci siamo, farei fare agli studenti anche scuola di teatro perché li aiuterebbe sia con il linguaggio sia a combattere la timidezza.

Ha detto che i ragazzi dovrebbero sapere chi era Massimo. Ecco, chi era?

Un uomo unico, meraviglioso, semplice, umano. Uno che capiva tutto al volo. Uno che arrivava sul set e salutava tutte le persone che trovava, dalla prima all’ultima. Uno che mi ha insegnato che il vero successo è riuscire a rimanere nel cuore della gent».

Cosa rappresenta per lei il Marefestival Salina – Premio Troisi?

È l’evento che mi ha riportato a Salina, dopo Il Postino non c’ero più tornata. È nato un po’ in sordina nel 2012 da un’idea di Massimiliano Cavaleri e, piano piano, è diventato quello che è oggi. È anche l’occasione per tornare ogni anno nell’albergo dove la proprietaria, Clara Rametta, accolse Massimo. La prima volta che ci sono andata, Martina, la figlia, aveva solo quattro anni e oggi è la più giovane chef stellata della Guida Michelin. Sono persone semplici, come lo era Massimo, che ti fanno sentire a casa».

Dal passato al presente, veniamo al “suo” cinema di oggi.

Ho tre film in uscita. Il primo è Brividi d’autore di Pierfrancesco Campanella. Io interpreto una regista fuori di testa disposta a tutto pur di realizzare il film della vita. La particolarità del film è che è un lungometraggio nel quale sono inseriti alcuni cortometraggi e io sono la protagonista anche di uno di questi che racconta la vicenda di alcuni bambini spariti nel giro delle sette sataniche.

Il secondo film.

È Il meglio di te di Fabrizio Maria Cortese, lo abbiamo presentato in anteprima a Cannes. Nel cast ci sono, tra gli altri, Vincent Riotta e Simone Montedoro. È un film a cui teniamo tanto perché ci ha fatto emozionare. A volte abbiamo pianto mentre lo giravamo ed è stato difficile, alla fine, uscire dalla storia».

Terzo film.

Si intitola L’Italia chiamò di Angelo Antonucci. Il titolo già anticipa la trama: è la storia di Goffredo Mameli, autore del nostro inno nazionale che morì a soli 21 anni combattendo per l’indipendenza del Paese. A interpretare Mameli è Emanuele Macone, io sono sua madre mentre Stefania Sandrelli è la nonna. Il padre di Goffredo è Vincent Riotta: non ci eravamo visti per tanti anni e, nel giro di un anno, ci siamo ritrovati insieme su due set. A proposito di set, mi fa piacere dire che ho appena finito di girare un altro film. È co-prodotto con un mio caro amico, Corrado Azzolini e diretto da Beppe Cino. Si intitola Adesso gli agnelli possono pascolare in pace ed è la storia di una bidella innamorata di Pasolini.

Dal cinema alla televisione, da due anni conduce su La7 il programma di cucina L’ingrediente perfetto.

È un programma che mi sta dando tante soddisfazioni soprattutto quando le persone mi dicono che sono tornate a cucinare grazie a me. Penso che il segreto sia la semplicità: io non sono una cuoca né, tanto meno, una chef e provo a cucinare piatti che ciascuno può fare a casa, spiegandoli il più chiaramente possibile. Come faccio a capire la quantità di un ingrediente quando su una ricetta c’è scritto “q. b.”? Che ne so io quanto ne basta se non l’ho mai fatto?.

Chiudiamo con un’occhiata ai social. Qualche mese fa lei ha postato la fotografia di sua figlia appena laureata: Giulia ha più o meno l’età che aveva lei quando ha girato Il postino.

Sì, io ne avevo 23 e Giulia ne compirà 22 a settembre. E anche lei, come ho fatto io alla sua età, ha preso il volo. Dopo la laurea è partita per proseguire gli studi in economia e management: ora è a New York e poi andrà in Canada. Lei, come tanti suoi coetanei, vuole capire il mondo e penso sia giusto lasciarli andare, se non altro per far capire loro quanto sono fortunati a essere nati nel Paese più bello del mondo.

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