sabato 24 agosto 2019
L’attore aveva da poco festeggiato i 70 anni di carriera. Ha recitato con Sordi, Totò, Gassman, Fabrizi. Era l'attore preferito da Pupi Avati
Foto Ansa

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Ha fatto in tempo a festeggiare i 70 anni di carriera l'anno scorso al festival del cinema di Pesaro ma gli esiti dell'emorragia cerebrale che lo aveva colpito nel gennaio del 2015 sono stati inesorabili. Assistito amorevolemente dalla moglie, la cantante Anna Crispino, è spirato la notte scorsa nella sua casa romana, l'attore Carlo Delle Piane.

Aveva 83 anni: era nato a Roma, in Campo de' Fiori, nel 1936. Dopo il coma si era ripreso e aveva anche lavorato, nel 2017, nel film Chi salverà le rose, di Cesare Furesi, spin-off del suo più grande successo come protagonista, quel Regalo di Natale del suo amico Pupi Avati che lo consacrò come un grande interprete, capace di sostenere anche ruoli di primo piano.

E fu proprio il regista bolognese a farlo tornare sul set dopo una lunga pausa, nel '77, con Tutti defunti... tranne i morti. Per lui fu una svolta: da caratterista, con quel suo naso schiacciato (prese una pallonata da piccolo durante una partita) o personaggio da macchietta nelle commedie brillanti (ricordate Pecorì?), al fianco di mostri sacri come Alberto Sordi, Totò e Aldo Fabrizi, con Avati, con il quale da allora si stabilì un lungo e fruttuso sodalizio, tirò fuori il suo talento dimostrando di poter colorare i suoi personaggi di finissime sfumature psicologiche facendoli vivere con un'anima sempre profonda e misteriosa (per l'avvocato Santelia del Regalo di Avati ottenne la Coppa Volpi a Venezia, nel 1986).

Il suo esordio sul grande schermo risale a quando andava ancora a scuola: Vittorio De Sica e Duilio Coletti lo scelsero per interpretare il ruolo di Garoffi nel film Cuore nel '46. Nel 1951, Steno e Mario Monicelli lo affiancheranno ad Aldo Fabrizi (suo grade amico, l'unico nel mondo del cinema, ci confessò in un'intervista) e Totò in Guardie e ladri. Con Fabrizi reciterà anche nella Famiglia Passaguai e farà una tourneè teatrale trionfale nel '61 con la commedia musicale Rugantino in un cast che comprendeva anche Nino Manfredi: interpretò Bojetto, il figlio di Mastro Titta. Nel 1954 eccolo sul set di Un americano a Roma, dove interpreta Romolo Pellacchioni detto Cicalone, l'amico di Nando Mericoni, interpretato da uno scoppiettante Sordi. Girò un film dietro l'altro, soprattutto commedie.

Nel '57 lo vediamo in Un colpo da due miliardi di Roger Vadim, nel '72 in Che? di Roman Polanski, tra i film di produzione internazionale. Nel 1973 ebbe un incidente automobilistico e rimase in coma per più di un mese. Nel 1997 interpretò e diresse il suo unico film da regista, il delicatissimo, timido e visionario (come era lui nella vita) Ti amo Maria.

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