giovedì 16 maggio 2019
Il cantautore ha presentato oggi il nuovo album "Ballate per uomini e bestie" suonando alla chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano "Il povero Cristo" e "Le tentazioni di Sant'Antonio".
Il cantautore Vinicio Capossela

Il cantautore Vinicio Capossela

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«Un album semipagano ma anche cristologico». Così Vinicio Capossela, cantautore sempre sorprendente, ha presentato oggi a Milano il suo nuovo originalissimo lavoro Ballate per uomini e bestie in uscita domani, 14 brani in cui affronta temi come la vita, la morte, il sacrificio, la cultura dello scarto. In uno dei brani più forti, La peste, Capossela racconta gli effetti spesso nefasti del web, come il suicidio di Tiziana Cantone «immolata sulla colonna infame dell’ultima pestilenza» spiega l’artista che chiede un uso etico del mezzo. Quindi quale luogo più adatto per presentare il suo nuovo lavoro, «fatto di ballate che possano raccontare con profondità storie», presso la chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano? «Questo luogo è la croce in mezzo al dolore degli appestati raccontati dal Manzoni» racconta il cantautore che si esibisce in una mini performance sotto un quadro tardo rinascimentale che mostra la visita di San Carlo Borromeo ai malati . E la croce viene spesso citata, come il concetto di sacrificio, in questo album, a partire dalla delicata Il povero Cristo che Capossela ha lanciato a Pasqua con un video firmato da Daniele Ciprì e girato a Riace con la partecipazione del Gesù di Pasolini Enrique Irazoqui e Marcello Fonte. «Racconto l’impossibile realizzazione della buona novella in un mondo dove sembra impossibile realizzare il suo comandamento, quello fondamentale, ama il prossimo tuo come te stesso».

Guarda il video. "Il povero Cristo"

Il non credente Capossela, si rivela però non solo appassionato del sacro «in una età che il sacro lo ha dimenticato» aggiunge, ma anche della figura del Cristo che viene citata anche nell’intenso bramo La ballata del carcere di reading di Oscar Wilde, «un lavoro che amo per la sua profonda compassione» aggiunge. E tra Wilde e Keats, arriva pure san Francesco con Perfetta letizia in cui Capossela riprende le parole dei Fioretti, dove un apparente paradosso dimostra invece che «l’andare oltre a noi stessi è il solo merito di cui si possa gioire». Sfilano poi tanti animali metaforici, orsi, giraffe, lupi, maiali e i quattro Musicanti di Brema, animali "esodati" ormai inutili per il ciclo produttivo che scampano alla morte formando un gruppo musicale, una neo medievale Danza macabra e una versione attualizzata de Le tentazioni di Sant’Antonio abate, dal potere al tabù della morte, dall’avvelenare la natura a fare merce dell’immagine. A chiudere, un elogio alla Lumaca simbolo della sacralià della lentezza.Insomma, un disco molto ben curato, di grande spessore nei contenuti ma anche mosso e coinvolgente nella musica, «un «punk-medievale per adeguarmi ai tempi» ironizza Capossela.

Guarda il video. "Le tentazioni di sant'Antonio"



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