sabato 3 aprile 2010
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Stranezze di popstar. Quella di dedicare uno pseudo musical a una donna al centro di novemila processi, già moglie del dittatore più controverso delle Filippine, è una libertà che poteva prendersi solo un artista di grido come David Byrne. Here lies love, qui giace l’amore, è l’epitaffio che l’ottantenne Imelda Marcos vorrebbe sulla sua tomba, ma anche il titolo del doppio cd dedicato dall’uomo di Remain in light e dal principe dei dee jay inglesi Fatboy Slim all’ex first lady di Manila.Una storia, quella della "farfalla d’acciaio" filippina e della sua tata Estrella Cumpas, che finì col prendere il posto al suo fianco della madre prematuramente scomparsa, attraversata da sonorità da dancefloor anni Ottanta e da uno stuolo di ospiti che costituisce il valore aggiunto di un lavoro capace di riscattare nella discografia dell’ex Talking Heads le prove non sempre imperdibili delle ultime stagioni. Gente come Tori Amos, Cyndi Lauper, Florence Welch dei Florence & The Machine, Steve Earle, Natalie Merchant, Martha Wainwright o Kate Pierson dei B52’s, tutti in studio per nobilitare la storia di Imelda Remedios Visitacion Trinidad Romuáldez vagheggiata da Byrne una decina di anni fa dopo aver letto Il Negus di Ryszard Kapuscinski. «Quel volume del grande giornalista polacco mi ha fatto capire che esistono vite in bilico sulla fiaba e l’esistenza di Imelda appartiene certamente al novero». Come si evince dai testi, dalle foto, e dai racconti dell’elegante volume in tela rossa allegato alla versione de luxe di Here lies love, nei negozi dal 13 aprile, l’approccio che il cantante scozzese ha con la vicenda umana e politica della moglie di Ferdinando Marcos non è assolutorio. «Anche se mancando un narratore ho dovuto far raccontare ad ogni personaggio la propria storia in maniera soggettiva senza star lì a specificare troppo. In queste 22 canzoni non ci sono dialoghi e questa è una delle mancanze cui dovremo far fronte al momento di trasformare Here lies love in un musical vero e proprio. Il Public Theatre di New York si è detto interessato a metterlo in scena e così pure il regista Alex Timbers, ma al momento non c’è ancora nulla di pianificato». Quando nel febbraio dell’86 fuggì col marito in esilio alle Hawaii per lasciare la scena politica a Corazon Aquino, vedova di Benigno Aquino (assassinato tre anni prima, pare, col placet della coppia presidenziale), Imelda fece incassare in un muro del Manila Hotel una capsula del tempo che ancora oggi nessuno sa esattamente dove sia. «Chissà forse ci ha messo delle foto sue con Nixon, Castro, Ciu En Lai, Kissinger, Gheddafi e tutti gli altri grandi incontrati quando era giovane e potente, o forse una statuetta di Gesù Bambino a cui sono tutti devotissimi nelle Filippine» ammette Byrne, che di politici da musical ne vede pure in Europa. «Il Presidente del Consiglio che avete qui in Italia, ad esempio, con la sua vita da rotocalco potrebbe essere una figura ideale, anche se la narrazione avrebbe bisogno di un altro protagonista in grado di fargli da contraltare; chissà, magari la moglie Veronica».
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