giovedì 15 maggio 2025
Gli emiliani battendo il Milan hanno vinto la Coppa Italia. Un trionfo sportivo quello del club di patron Saputo dietro al quale c'è la spinta di una città e la colonna sonora della "Scuola Bolognese"
Il Il cantautore e tifoso rossoblù Cesare Cremonini con il calciatore del Bologna Orsolini, in festa per la vittoria della Coppa Italia

Il Il cantautore e tifoso rossoblù Cesare Cremonini con il calciatore del Bologna Orsolini, in festa per la vittoria della Coppa Italia - ANSA

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"Si muove la città…", canta Lucio Dalla. E il Bologna è tornato a vincere, batte il Milan con una magia della gazzella Ndoye ed alza la Coppa sotto il cielo della Città Eterna. Il Bologna ha vinto la Coppa Italia a modo suo, perché la squadra di Vincenzo Italiano è un’orchestra in campo e sugli spalti ha una colonna sonora, senza fine, composta da tutto il cantautorato della sua storica Scuola. La “Scuola Bolognese”. Inni che canta un’intera città che va allo stadio come farebbe un bolognese in gita, portandosi dietro la famiglia e l’ottimismo della vita. E poi canta, prima dopo e durante, le canzoni di quel piccolo grande tifoso che è stato il geniale Lucio Dalla che con Caro amico ti scrivo ha fatto scrivere ai tifosi della Curva Andrea Costa, emigrata nella Nord laziale, i titoli di coda sulla notte dei miracoli dell’Olimpico, e senza passare dai vicoli di Roma.

Bologna vince nello stadio dove il 7 giugno 1964 conquistò il suo ultimo scudetto contro l’Inter del Mago Helenio Herrera. In panchina allora c’era “Fuffo” Bernardini, il “Dottore” del calcio finito nella Dotta per deliziare i palati fini dei calciofili felsinei, e questo dopo un 7-1 nel derby contro il Modena (1962) si lasciò andare a un estatico “così si gioca solo in Paradiso”. Perciò la Curva Costa che canta Dalla prima della finale srotola uno striscione che è un commovente tributo alla memoria di cuoio: “Oggi come allora… così si gioca solo in Paradiso”. Lo fanno quelli della “maglia del Bologna sette giorni su sette”, con cui si apre Silvia lo sai del tifosissimo Luca Carboni. Negli anni ’80, quelli della sofferenza e poi nei ’90 delle domeniche di Roberto Baggio il quartetto canoro fisso nella tribuna del Dall’Ara era Dalla, Carboni, Andrea Mingardi e Gianni Morandi. Gianni, l’eterno ragazzo di Monghidoro, classe 1944, all’Olimpico era presentissimo assieme al suo giovane fratello rossoblù, Cesare Cremonini.

Il ragazzo della Vespa Special che scorrazza ancora sui colli bolognesi (la sua San Luca cantata con Carboni è una "preghiera laica" come ha scritto Camillo Langone) ne ha fatta di strada da quando “Baggio non gioca più”. E non è stata più domenica fino a quando il Bologna del patron canadese Joey Saputo non ha cominciato a fare sul serio e a vincere e far sognare questo popolo innamorato del pallone, della buona cucina e della musica tutta. Perché a Bologna si va dal tempio della lirica del primo Teatro Comunale italiano, al jazz pionieristico del maestro Hengel Gualdi e poi gli "Sbudellati" di Jimmy Villotti, fino alla Scuola del cantautorato. Ma il trionfo canoro e calcistico di Bologna 2025 è nel selfie Saputo-Morandi-Cremonini, con il divo Cesare che fradicio di gioia sul prato dell’Olimpico c’ha passato una notte da tifoso per poi tornare a riempirlo con un concerto del suo tour. "Si muove la città…". E saranno stati in 30mila i bolognesi o forse più, che bomba o non bomba, sono arrivati a Roma.

C’era tutta Piazza Grande e le periferie lontane dai Portici e dalle Torri, come quelle in cui si continua a fare cultura e a stampare libri nonostante i danni dell’ultima alluvione. Minerva presente con il suo romantico editore Roberto Mugavero e il figlio Guido che alla consegna della Coppa si sono abbracciati tutta la squadra uno per uno compreso l'ex Calabria ripudiato da Sergio Conceiçaò e da quella Curva Sud milanista che vestiva tutta a lutto ancor prima della sconfitta. Ironia e sfottò. Passione che si tramanda di padre in figlio, come insegna il bluesman Mingardi che nel ’56 era il portiere delle giovanili del Bologna e alla sua squadra del cuore ha dedicato tre canzoni, Cuore Rosso-Blu , Ultra’s Love Song e Le tue ali Bologna , con quest’ultima cantata assieme agli amici fraterni Dalla, Morandi e Carboni. Lucio (Dalla) c’è sempre nei cuori dei bolognesi, così come quel tifoso discreto e in trasferta di Fabrizio Frizzi che spesso alla domenica partiva da Roma per andare a seguire il Bologna al Dall’Ara.

Febbre a 90’ per la maglia del Bologna che non ha mai contagiato il maestrone Francesco Guccini, blando tifoso della Pistoiese dal suo nido di Pavana, il quale ricorda che nei giorni febbrili alla vigilia dello scudetto del Bologna del '64, era impegnato con gli esami e “del calcio non m'importava nulla, a differenza dei miei amici tifosissimi e che oltretutto a calcio ci giocavano”. A 80 anni Morandi continua a fare la sua vita da mediano e punta dritto a correre ogni mattina almeno fino ai 90. "Stai andando forte, apri tutte le porte" Bologna, specie dopo aver vissuto una notte magica come quella dell’Olimpico. E tutta la città adesso l’ha capito, era questa la notte dei miracoli.

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