Olivo Barbieri - Olivo Barbieri
Lo sguardo di tre grandi fotografi per raccontare un paesaggio che sta cambiando: Olivo Barbieri, Paola De Pietri e Petra Noordkamp sono i primi artisti coinvolti dal progetto Terre in movimento, a cura di Pippo Ciorra e Carlo Birrozzi (Soprintendente delle Marche), in collaborazione con Cristiana Colli, al MAXXI dall'11 maggio al 1° settembre 2019. Tre autori per una committenza fotografica sul paesaggio marchigiano sconvolto dal sisma del 2016, che vuole restituire l'immagine di luoghi, opere d'arte, rovine, fragili insediamenti temporanei e persone che li abitano.
Le “terre in movimento” in cui si colloca la committenza sono le aree interne delle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, colpite tra l’agosto e l’ottobre del 2016 da uno sciame di violente scosse sismiche. Terre con un patrimonio unico di bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, alle quali il terremoto ha imposto una doppia, lacerante perdita: non solo ha distrutto edifici, abitazioni, monumenti, ma allo stesso tempo ha messo in crisi il tessuto culturale della comunità, quel legame intangibile che viene prodotto quotidianamente dall’interazione tra gli uomini e i luoghi colpiti dalla catastrofe. Tre artisti coinvolti dalla Soprintendenza delle Marche e dal MAXXI si sono messi immediatamente sulle tracce di questa memoria ferita. Attraverso l’immagine fissa o in movimento non hanno solamente cercato di raccontare il dramma delle rovine e della distruzione, ma si sono piuttosto concentrati sulle relazioni: tra le persone e il territorio, tra gli edifici danneggiati e quelli ricostruiti, tra i siti dai quali i beni e le opere d’arte sono stati tratti in salvo e quelli in cui attualmente vengono custoditi. La loro ricerca ha restituito tre progetti d’autore, caratterizzati da un’eterogeneità di attitudini, temperamenti e linguaggi.
Olivo Barbieri, Camerino 2018 - Olivo Barbieri
Il progetto di Olivo Barbieri affronta a viso aperto i traumi del territorio, oscillando fra tre punti di osservazione diversi e complementari: quello dall'alto, che restituisce su grande scala l'entità del disastro; quelle dal basso, in cui sembra possibile ancora identificarsi con le prospettive rinascimentali che hanno disegnato il paesaggio della cultura urbana italiana, e quello ravvicinato degli oggetti d'arte, recuperati dalle macerie e restituiti a una nuova vita.
Paola De Pietri indaga la relazione tra i luoghi del quotidiano distrutti, i nuovi spazi di intimità da costruire negli insediamenti temporanei e le persone che li abitano. De Pietri ha fotografato le case lacerate dal sisma, gli oggetti ritrovati, censiti e catalogati nei depositi, i cantieri per la costruzione delle nuove abitazioni temporanee, immaginandoli soprattutto come spazi famigliari e intimi frantumati e non ancora ricostituiti.
Lo sguardo di Petra Noordkamp, infine, lavora direttamente sul "trauma", si posa sui segni del passaggio e dell'interruzione improvvisa del tempo, sulla persistenza della memoria e sulle tracce che essa lascia. L'artista si concentra in un primo momento sul territorio di Arquata del Tronto e Visso, esplorando le abitazioni private distrutte ma ancora dense di oggetti, ai quali di donare attenzione, registrandone e preservandone la memoria.