giovedì 10 novembre 2022
La grande rivelazione del 2022 è il campione europeo in acque libere: «Bisogna credere nei sogni. Ma devo tutto ai sacrifici dei miei genitori. Paltrinieri mio amico però in gara solo rivali»
Domenico Acerenza, 27 anni, campione europeo 10km in acque libere

Domenico Acerenza, 27 anni, campione europeo 10km in acque libere - Epa

COMMENTA E CONDIVIDI

Ha trovato gloria nel mare, ma l’ultimo fuoriclasse del nuoto azzurro viene dalle vette incantate dell’Appennino lucano. Da quest’estate il nuovo “signore delle acque” libere è Domenico Acerenza, medaglia d’oro nella 10 km agli Europei di Ostia. Bracciata dopo bracciata si è ritagliato un posto tra i grandi, rivendicando sempre fieramente le sue origini e il luogo in cui è cresciuto: Sasso di Castalda, il suggestivo paesino in provincia di Potenza abbarbicato alla roccia a 950 metri di altezza. Appena 745 abitanti eppure tra questi c’è oggi un campione europeo che ha dovuto lasciare a malincuore la sua terra per competere ad alti livelli. « La mia fortuna è stata la piscina di Satriano di Lucania, vicino casa mia, dove ho cominciato a nuotare all’età di cinque anni. Ma in Basilicata manca ancora una vasca olimpionica». Quando però si uniscono talento e passione i successi non tardano ad arrivare. E così già quattro anni fa il 27enne lucano si era messo in luce ai Giochi del Mediteranneo cogliendo due splendidi argenti (nei 400 e nei 1500 stile libero) alle spalle, già allora, del fenomenale Gregorio Paltrinieri. « È il mio grande amico, ma quando gareggiamo anche in allenamento siamo solo rivali». Un dualismo che si ripete anche da quando i due dalla vasca sono approdati alle competizioni in acque libere. Ai Mondiali di giugno a Budapest: nella 10km, oro Paltrinieri e argento Acerenza. Agli Europei di agosto a Ostia nella 5km il podio è lo stesso, ma il lucano va a prendersi il titolo nella 10km, portandosi a casa - addirittura nello stesso giorno - anche l’oro nella staffetta mista 4x1250. Questo fine settimana in Israele si disputa l’ultima tappa di Coppa del Mondo, l’atto conclusivo di una stagione da incorniciare per un ragazzo diventato l’orgoglio di un’intera regione.
A quasi mille metri d’altitudine il nuoto non è certo lo sport più praticato…
Né mio padre né mia madre sapevano nuotare, ma io ho cominciato a 5 anni seguendo i miei fratelli dopo il consiglio della pediatra ai miei genitori. La mia fortuna è stata l’apertura della piscina a Satriano, il comune vicino al mio, lì ho imparato a nuotare. Poi purtroppo sono dovuto andare via dalla mia regione per continuare la vita da atleta professionista.
C’è ancora un problema di strutture?
Sì, manca tuttora la piscina olimpionica essenziale per far crescere il nuoto in Basilicata. Ma è clamoroso che ci sono strutture pronte da 15 anni eppure non ancora completate. Certo, è un problema che riguarda anche altri sport ed è un vero peccato. Nonostante tutto lei non si è perso d’animo.
Penso che non bisogna mai smettere di credere nei propri sogni. Non sempre si realizzano, ma è sbagliato arrendersi. Poi come lucani ci portiamo dietro uno spirito di rivalsa che ci aiuta a superare tutte le difficoltà.
Lei è molto orgoglioso delle sue radici.
Secondo me bisogna sempre ricordarsi da dove veniamo. Sono legatissimo alla mia famiglia e alla mia terra e punto un giorno a ritornarci stabilmente. La mia futura moglie è del mio stesso paese…
Il 2022 le ha riservato tante soddisfazioni.
Sì, ho cominciato questo nuovo percorso in acque libere prima del Covid, con l’obiettivo solo di migliorarmi. Rispetto al nuoto in corsia devi avere più spirito di adattamento perché devi essere pronto a fronteggiare condizioni diverse come le onde o nuotare uno vicino all’altro.
A giugno è arrivato subito l’argento mondiale.
Mi ha dato una bella carica, ma già nelle gare di Coppa del Mondo avevo preso molta fiducia. Agli Europei ho vissuto il giorno più felice della mia vita con due ori nel giro di poche ore davanti a tutta la mia famiglia.
Ha detto che si era stancato di arrivare sempre secondo.
È vero perché ho fatto tante gare e non riuscivo mai a vincere per pochissimo. Però mi ha dato fastidio l’etichetta di “scudiero di Paltrinieri”. Siamo amici ma tra di noi c’è molta competizione. Il nuoto non è il ciclismo, non esistono i gregari. In allenamento ci “scanniamo”, ma permane sempre uno spirito di divertimento, non c’è mai stata invidia tra di noi.
Il suo anno magico però non è finito.
Eh già perché il 28 dicembre ci sarà il mio matrimonio. Sa chi sarà uno dei testimoni? Paltrinieri…Ci sposeremo nella chiesa di Sasso. Io vengo da una famiglia molto credente, ma sia per me che per la mia compagna la fede è molto importante.
Chi sono stati i suoi modelli nel nuoto?
Ne ho avuti tanti. Sin da quando ho cominciato mi impressionavano i più grandi, sembravano delle macchine. Poi certo vedendo in Tv alle Olimpiadi gente come Rosolino e Phelps mi dicevo che un giorno sarebbe piaciuto anche a me.
Per arrivare ad alti livelli immagino abbia fatto tanti sacrifici.
Mi alleno tante ore al giorno ma non mi pesano, mi ritengo fortunato. I veri sacrifici li hanno fatti i miei genitori. Quante privazioni per portarmi agli allenamenti e alle gare che erano tutte fuori regione. In vent’anni penso che mio padre abbia fatto fuori tre macchine…
È la prima persona a cui telefona dopo le gare.
Sì è vero. Anche se a volte mi anticipa lui. Quando ero piccolo e qualche gara andava male mi chiudevo in me stesso e non parlavo più. Lui riusciva a rincuorarmi facendomi capire che una gara non è tutto. E che bisogna sempre dare il meglio di sé ma divertendosi e avendo rispetto per gli avversari.
Ogni tanto va a rivedersi le medaglie vinte quest’anno?
No, quando finisco la gara gioisco il giusto, ma preferisco azzerare tutto, non mi piace vivere di gloria. Sono concentrato già sui prossimi obiettivi: ora la Coppa del Mondo e poi l’ anno prossimo con i Mondiali soprattutto. Il nuoto è uno sport in cui oggi sei primo, il giorno dopo se non ti alleni sei ultimo… Il talento serve, ma vince chi si allena meglio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: