giovedì 28 novembre 2019
La felicità nella relazione di coppia è la sfida a una cultura che ha svuotato sesso e piacere trasformandoli in oggetti egocentrici di consumo
Sessualità in cerca di (nuovo) valore
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Un punto di domanda e uno esclamativo, affiancati. «Sessualità. Che piacere?!» per dire che può essere insieme (o alternativamente) una ricerca o una rincorsa. Un desiderio di senso all’interno di una relazione (il punto di domanda) oppure semplicemente la spinta a soddisfare una pulsione (il punto esclamativo). La sessualità e la ricerca della felicità: è questo, ridotto ai suoi minimi termini, il senso del convegno della Confederazione italiana dei Centri per la regolazione naturale della fertilità (Cic-Rnf) che si apre domani a Roma per concludersi domenica.

La Cic-Rnf ha 28 anni di vita, 22 Centri confederati in tutta Italia, 800 insegnanti sul campo e 200 'sensibilizzatori' sui metodi naturali. Una presenza notevole, dunque, che si scontra con perplessità, scetticismi, incomprensioni ma che in cambio offre un orizzonte di senso alla sessualità degli uomini e delle donne. «La sessualità rimanda a un piacere che interroga ma anche che chiede risposte che sembrano facili e invece coinvolgono la vita – spiega Giancarla Stevanella, presidente della Confederazione –. Infatti ne va sempre anche della felicità, della riuscita del proprio sogno d’amore, di quello più segreto che ciascuno porta nel cuore». Ecco il perché di quel punto di domanda messo in fondo al titolo dell’incontro: «La sessualità è sempre anche un incontro che chiede di essere indagato nel profondo, che sorprende».

Un messaggio controcorrente rispetto a quello (ingannevole) che propina la società, soprattutto ai più giovani: piacere senza limiti e senza impegni, sesso ostentato, deviato, esplorato, ottenuto e consumato a poco prezzo... e che quindi vale poco. Perché la sessualità, il vero piacere sessuale – ed è questo che diranno gli esperti, sessuologi, medici, psicologi e teologi che interverranno al convegno di Roma – si nutre di verità e di felicità, che senza amore non ci sono.

Il magistero della Chiesa, sul punto, è chiarissimo. «È il popolo cristiano che purtroppo fatica a vivere la sessualità in modo fedele – riprende Stevanella –. Ma oggi chi ascolta il consiglio della Chiesa e lo vive, e mi riferisco in particolare ai metodi naturali, sperimenta u- na pienezza di felicità coniugale, anche sessuale, che non ha uguali». Certo però che i metodi naturali, nelle diverse declinazioni (Sintotermico Camen, Ovulazione Billings, Sintotermico Roetzer), richiedono un approccio alla sessualità basato sul rispetto, sull’attesa, sulla continenza, sulla disciplina... tutte caratteristiche non proprio popolari nell’epoca del 'tutto e subito'. «Nelle cose fondamentali della vita il tutto non coincide mai con l’immediato: svanirebbe, appunto, subito.

Chi cerca il tutto e subito o rinuncia all’uno o all’altro. Nella sessualità vale la pena di volere il tutto e per sempre e i metodi naturali offrono lo strumento per vivere in questo modo anche il piacere della sessualità. Nella famiglia cristiana la felicità, anche sessuale, va cercata e trovata tutta e per sempre...». Una parola importante sul piacere sessuale, sulle sue declinazioni e sulla ricerca della felicità duratura la dirà la psicoterapeuta Mariolina Ceriotti Migliarese, ospite del convegno: «Ignorare o dimenticare la differenza profonda che esiste tra un piacere sostanzialmente autoerotico e il piacere profondo e durevole che può scaturire all’interno di una relazione vera ci rende infelici. La sessualità nella quale siamo immersi oggi è di natura autoerotica, anche in gran parte quella vissuta in coppia; succede quando non si vede e non si cerca nell’altro un vero partner relazionale ma un oggetto del desiderio, qualcuno che soddisfa il mio bisogno, che mi fa provare le sensazioni che cerco».

L’unica (triste) novità, aggiunge Cerotti Migliarese, è che oggi non è più solo il maschio a pensare il sesso come pura soddisfazione del proprio piacere. «Eppure, questo 'consumare' il sesso è proprio ciò che appiattisce il desiderio, lo impoverisce, lo svuota, perché il semplice ripetersi del circuito bisogno-soddisfazione non può appagare una creatura così complessa come l’uomo – conclude la neuropsichiatra –. È necessario dire con forza che la sessualità umana è veramente appagante solo là dove ci si fida e ci si affida l’uno all’altra, là dove si può sfuggire all’idea dell’amore come tecnica e del sesso come prestazione». Tutto questo è in linea con ciò che si trasmette nei Centri per la regolazione naturale della fertilità: amarsi è rispettarsi, amarsi è aspettarsi. Un’esperienza ben chiara a Maria Boerci, medico, psicologa, sessuologa e insegnante di metodi naturali a Milano, che interverrà domenica al convegno con le colleghe Sara Gozzini e Valentina Pasqualetto.

«I metodi naturali sono spesso percepiti come rinchiusi nell’esperienza cattolica, ma in realtà hanno una valenza che va ben oltre. Possono intercettare bisogni profondi e difficoltà delle coppia che non trovano ascolto altrove. Noi insegnanti stiamo al fianco degli uomini e delle donne a lungo, non li liquidiamo con una pillola ». Quanto alle problematiche che emergono di più negli ambulatori, Boerci parla dei «matrimoni bianchi, più di quanti si immaginino. Il rapporto di fiducia che si crea tra noi e loro consente di accorciare i tempi per affrontare le reali cause del problema. Oppure l’infertilità di coppia: più si insiste nella ricerca della gravidanza, più ne soffre l’intesa sessuale. Il terzo caso che ci viene più di frequente sottoposto è la sessualità durante l’allattamento: noi non rispondiamo con pillola o preservativo, ma con percorsi di accompagnamento in cui la coppia diventa protagonista attiva». Ecco la ricerca della felicità: insieme, tenendosi per mano.

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