sabato 26 marzo 2022
Nella sua Carugate, in Brianza, lo straordinario spettacolo musicale sull'avventura di Massimiliano Tresoldi, risvegliato dopo 10 anni di "silenzio". Dando a tutti una lezione di gioia e di vita piena
«Lui è Max!», in scena un’esplosione di vita dopo lo stato vegetativo
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Gioioso, coinvolgente, sincero, intenso, limpido, fantasioso. E commovente, ma non per modo di dire: fino alle lacrime. È una festa della vita – tutta intera – quella che va in scena a Carugate, in Brianza, con «Lui è Max!», il sorprendente musical della compagnia Kaos per la regia di Simona Santamaria con musiche e testi originali di Emiliano Bosisio e Marco Corbetta, creato dalla prima nota all’ultimo verso per festeggiare i 50 anni di Max Tresoldi, risvegliatosi nel 2000 dopo 10 anni nello stato vegetativo in cui era sprofondato senza apparenti speranze per un grave incidente stradale. I medici ne parlavano come di un «ramo secco», una vita inutile: e invece lui ha dimostrato a modo suo che la vita sa essere molto più fantasiosa di come crediamo di averla inquadrata.

La sala della comunità sempre sold out – alle 16.45 di domenica 27 marzo al Cine Teatro Don Bosco l’ultima di sei trionfali repliche – certifica che l’idea dello spettacolo e la sua magnifica realizzazione hanno centrato un bersaglio particolarmente raro da cogliere per qualunque creazione artistica, tanto più per una "compagnia amatoriale": il cuore di chi si siede convinto di fare lo spettatore e si ritrova a partecipare a un’avventura. È la stessa di chi ha accompagnato Massimiliano Tresoldi e la sua incredibile famiglia lungo una vita che insieme a una grande sofferenza gli ha portato la gioia di una nuova nascita e del ritrovarsi dentro un flusso di affetti che l’ha sostenuto anche negli anni dell’apparente silenzio. Fino a condurlo sulla soglia del risveglio quando lo si dava per spacciato.

Lo spettacolo è «il racconto di un ritorno alla vita tra musica e danza» e vede un cast di 46 tra attori, cantanti, ballerini e musicisti – oltre a tecnici e volontari impegnati in tutti i servizi di sala –, con gli amici storici di Max insieme ai giovani di Carugate, la città che ha sostenuto fedelmente il suo tenace eroe, l’impagabile e coraggiosa mamma Ezia e papà Ernesto, sempre presenti in platea insieme al figlio.

Dodici canzoni originali scandiscono il flusso di una narrazione che sorprende anche chi già la conosce, effetto del trasparente impegno creativo di chi con cura assoluta ha scritto gli spartiti e allestito coreografie, immaginato idee sceniche e disegnato situazioni che colorano il palco con una vitalità pulsante, dando vita a una macchina assai complessa per uno show di grande livello. Chi recita, canta, balla, suona lo fa per il piacere di farlo, e il gusto si coglie dall’armonia dell’insieme. Il di più che rende «Lui è Max!» un piccolo capolavoro nel suo genere è l’affetto che tutti sperimentano – alcuni dall’infanzia – verso Massimiliano, che ricambia con ampi gesti di assenso e parole scolpite perché ognuna per lui oggi ha un peso e un significato. Un’inarrestabile voglia di comunicare, con un senso e una destinazione precisi. Lo spettacolo diventa vita allo stato puro, un’esperienza indimenticabile. Chi può più dire, una volta usciti da teatro, che l’esistenza di un paziente vegetativo, di un disabile grave, di una persona segnata da limitazioni fisiche possa mai neppure pensarsi destinata allo "scarto"?
Ecco perché immaginiamo sia davvero difficile che lo spettacolo concluda il suo percorso tra le mura del «Don Bosco», tra gli amici di sempre e quelli più recenti. Questo è uno spettacolo che merita di essere portato dovunque il tema della disabilità interroga le coscienze. Perché è anche con questa musica, con alcuni momenti di poesia assoluta, con le due ore di semplicità e arte, di riflessione e felicità, che si cambia la mentalità efficientista, iperlibertaria e spietata che insidia la nostra società e noi stessi.
L’iniziativa del musical promuove la raccolta fondi per un veicolo speciale destinato a Max, ma dentro il suo racconto coinvolgente c’è molto di più, anche un soggetto magnifico per una fiction televisiva, e scommettiamo che ci sarà chi lo sa cogliere prima di altri (anche grazie al libro di mamma Ezia («E adesso vado al Max», scritto con Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola, giornalisti di Avvenire, ed edito da Ancora). Vogliamo dargli le ali per spiccare il volo, come la «Crisalide blu» che dà il titolo a una canzone e l’immagine simbolo allo spettacolo? La musica è tutta su un cd, in vendita, presto sarà realizzato un dvd. Info sulla pagina Facebook del Gruppo Kaos.

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