mercoledì 10 novembre 2021
Entra nel vivo l'esame degli emendamenti alla proposta di legge Bazoli (Pd). Il relatore vuole ridurre al minimo le modifiche, centrodestra contro la chiusura al dialogo. E il 22 è prevista l'aula
Legge sul suicidio assistito, apertura sull’obiezione di coscienza
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Prosegue alla Camera il cammino della legge sul suicidio assistito, che nelle parole del relatore – il deputato Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in Commissione giustizia – dovrebbe ricalcare fedelmente la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, emessa sul caso Cappato-dj Fabo. Nel pomeriggio del 10 novembre si è conclusa la discussione generale, al termine della quale Bazoli ha annunciato di voler esaminare solo poche decine tra i quasi 400 emendamenti proposti al suo testo: un colpo di mano che non è piaciuto allo schieramento opposto, da cui si mormora che le annunciate aperture al centrodestra da parte del relatore, al momento, sono rimaste tali.
In attesa che qualcosa cambi da qui al previsto arrivo del provvedimento in aula, il 22 novembre, tra le proposte accolte vi è invece quella sull’obiezione di coscienza da parte dei sanitari, che non potrebbero essere obbligati a cooperare nell’uccisione di una persona. Tra le centinaia di emendamenti respinti, invece, c’è anche quello secondo cui secondo cui idratazione e nutrizione assistite non avrebbero dovuto essere considerate trattamenti sanitari (come invece prevede la legge 219 del 2017, quella sulle Disposizioni anticipate di trattamento, o Dat), e ciò nel tentativo di salvare dalla possibilità di morire a comando, per esempio, le persone in stato vegetativo.
C’è attesa per il nodo delle cure palliative: la Consulta ha stabilito che devono costituire un pre-requisito per l’accesso al suicidio assistito, ma l’attuale testo riterrebbe sufficiente proporre tale possibilità al malato. Qualora le rifiutasse, potrebbe validamente chiedere di morire.

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