mercoledì 24 agosto 2022
Dopo la sentenza che ha cambiato la regolamentazione federale dell’aborto, negli Stati Uniti sono proliferati i siti che vendono farmaci per abortire privi di certificazione e senza controllo medico
Pillole abortive «fuorilegge» online, mercato Usa senza freni
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Dilaga negli Stati Uniti il mercato delle pillole abortive da acquistare online, la cui offerta al di fuori di ogni controllo è letteralmente esplosa dopo la sentenza della Corte suprema che ha cancellato la «Roe v. Wade» del 1973 legittimando l’introduzione di misure più o meno restrittive in diversi Stati. È l’insospettabile voce liberal del «Wall Street Journal» a denunciare un fenomeno con molti aspetti inquietanti.
Il quotidiano della comunità finanziaria americana denuncia l’«oscuro mercato onile» dei farmaci per procurare l’aborto spiegando come oggi sia possibile ottenere la spedizione di ogni tipo di pillola abortiva in qualunque angolo degli Stati Uniti senza prescrizione, in violazione delle regole federali imposte della Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia Usa per il controllo dei farmaci, e dunque senza alcuna garanzia. Gran parte dei siti non spiega chiaramente a chi è riconducibile o da dove arrivano le pillole, vendute anche a 500 dollari a confezione e senza controllo medico. I siti per il commercio delle pillole abortive – spesso registrati all’estero – stanno lucrando su una situazione di liberalizzazione pressoché totale del mercato, che tuttavia precede la sentenza della Corte suprema di Washington del 24 giugno trovando fondamento nella possibilità – già consentita in emergenza durante la pandemia – di farsi spedire a casa i farmaci per l’interruzione della gravidanza dopo consulto in telemedicina. I rischi per la salute sono paventati anche dagli attivisti pro-aborto, che usano questo argomento per denunciare le restrizioni legislative introdotte da diversi Stati.
I siti che commerciano pillole abortive, spiega il «Wall Street Journal», si rivolgono alle pazienti che «non possono raggiungere una clinica, o che vivono in Stati dove i consulti in telemedicina per abortire non sono consentiti». Il principale rischio del ricorso a questi siti è lo smercio di «farmaci fasulli o che non offrono informazione e supporto medico adeguati». Preoccupato il direttore esecutivo dell’Associazione nazionale dei dirigenti farmaceutici Al Carter, secondo il quale rivolgendoti a questo mercato senza controlli «non sai cosa stai facendo». Le pillole vendute dai siti che si muovono al di fuori di ogni controllo non fanno parte dei prodotti farmaceutici garantiti dalla Fda, tanto che l’ente federale «ha inviato diffide a varie aziende legate ai siti». «Farmaci che aggirano le garanzie regolatorie – spiega la Fda al WSJ – possono essere contaminati, contraffatti, contenere differenti quantità dei principi attivi, o ingredienti diversi» rispetto a quelli del mifepristone e del misoprostolo, le due sostanze usate per i farmaci abortivi. I siti interpellati dal quotidiano newyorkese hanno rivelato di commercializzare farmaci prodotti in Cina, Russia, Vietnam e India, ma un’azienda indiana e un’altra vietnamita hanno affermato di ignorare che i loro prodotti finiscono sull’opaco circuito del commercio online per il mercato americano. Il suk dell’aborto postale, esploso per la psicosi innescata dalle vibrate contestazioni alla sentenza di giugno, mostra come negli Stati Uniti da tempo l’aborto sia considerato un altro metodo contraccettivo e che venga venduto come un genere di consumo, con la naturale conseguenza del continuo aumento dei numeri assoluti (930mila nel 2020, una gravidanza su 7 conclusa volontariamente anzitempo). Lo chiamano diritto, ma questa è l’amara realtà.

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