giovedì 3 aprile 2014

​Il Comitato italiano «Uno di noi» tira le prime somme dell’appello ai politici di casa nostra per la petizione popolare (F. Ognibene)
Tre round per Bruxelles

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I cittadini hanno fatto per intero la loro parte, anche oltre le più ottimistiche previsioni: un milione e 800mila in tutta Europa, oltre 600mila dei quali solo in Italia, hanno firmato nel 2013 la petizione per il riconoscimento europeo dell’embrione come «Uno di noi», risultato che surclassa le adesioni raccolte da altre due petizioni popolari per le quali si erano mobilitati contributi, testimonial e media, come quelle sull’acqua come bene pubblico e il bando alla vivisezione. E la politica? A chiamarla in causa è stato Carlo Casini, eurodeputato e promotore dell’iniziativa popolare, che poco più di un mese fa ha scritto una lettera personale a tutti i deputati e i senatori italiani (resa pubblica da Avvenire) chiedendo il loro supporto esplicito, con nome e cognome, in vista della prossima audizione pubblica di «Uno di noi» davanti a Commissione e Parlamento europei, il 10 aprile: «In quanto donne e uomini impegnati in politica – si legge nell’appello inviato per l’adesione – riteniamo che sia necessario riconoscere che l’essere umano fin dal suo concepimento è uno di noi. Noi abbiamo il compito di perseguire il bene comune, cioè il bene di tutti e di ciascuno. Ammettiamo che il pluralismo dei programmi politici, delle valutazioni dei fatti, delle idee deve essere accolto come base della democrazia. Ma crediamo che qualsiasi programma politico debba preliminarmente riconoscere la uguale dignità di ogni essere umano fin dal suo concepimento. Pensiamo che l’affermazione formale di questo principio, pur nella differenza di opinioni quanto ai mezzi per perseguire il fine di protezione della vita umana, sia indispensabile per politiche di solidarietà e di promozione umana coerente in ogni campo».Un mese dopo, e mentre si avvicina l’udienza pubblica di «Uno di noi», è il momento di tirare le somme. A tutto ieri, risultavano 62 adesioni che Casini porterà a Bruxelles per l’esame di maturità cui la petizione europea a tutela della vita umana è chiamata giovedì prossimo. Nell’elenco sono inclusi parlamentari di tutti i gruppi, provenienti in buon numero anche da un partito come il Pd che a Strasburgo siede nelle file del Partito socialista europeo dai cui banchi sono partite iniziative ostili nei confronti della vita umana come bene indisponibile. Molte firme giunte al presidente del Movimento per la vita sono accompagnate da lettere di sostegno. È il caso di Gaetano Quagliariello (coordinatore nazionale Nuovo centro-destra) che esprime «adesione e convinto sostegno all’iniziativa "Uno di noi"» sottolineando che «ha il merito di interrogare le nostre coscienze, di proporsi quale strumento di meditazione sul significato stesso della vita, che è il principio di ogni altro principio, sull’importanza di amarla e proteggerla, rimettendo al centro del confronto pubblico il tema della uguale dignità di ogni essere umano fin dal suo concepimento». La «straordinaria mobilitazione dei cittadini europei» sulla petizione «non può rimanere senza risposta».

Secondo Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc, «Uno di noi» è «davvero una bella sorpresa» per «almeno due buoni motivi»: «Perché persegue una causa giusta, quella dei diritti del nascituro, e perché è la dimostrazione concreta di un’Europa viva. Di cittadini che si sentono parte di un progetto comune, con voglia di contare, di far valere le proprie ragioni e gli ideali in cui credono. Non possiamo permettere che questa richiesta termini il suo viaggio in qualche scaffale polveroso di Bruxelles: l’Udc si farà promotrice nel Ppe, che questi valori li condivide da sempre, di una battaglia in prima linea». Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, ricorda di essere stato «firmatario durante il mio mandato al Parlamento europeo» della petizione. «La visione dei Popolari – scrive – è radicata nel convincimento che le istituzioni sono garanti e non padrone della vita dei cittadini, delle persone, della famiglia, della comunità. La faticosa mediazione tra interessi non può che basarsi sul fare un passo avanti verso la verità che non dipende dalle ideologie ma dà senso alla realtà che siamo chiamati a vivere e servire. In questo senso l’evidenza della vita e l’assunzione di responsabilità che ne deriva per tutta la società, sono un cardine per la nostra azione politica». Nessuna risposta è invece ancora giunta da Matteo Renzi, destinatario di una lettera personale nella quale Casini lo invitava a sostenere «Uno di noi».

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