lunedì 22 agosto 2022
La fine della legislatura fa sfumare il ddl Bazoli sul fine vita, ma la sfida è solo consegnata al prossimo Parlamento. Le voci della riflessione promossa dal network Pubblica agenda "Ditelo sui tetti
Uno spazio della Fiera di Rimini dov'è in corso il Meeting

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Fine vita e cultura dello scarto al centro di un webinar del Meeting di Rimini. «Un dialogo tenuto aperto con chi soffre», lo descrive la costituzionalista Lorenza Violini nell’introduzione. «La Chiesa - chiarisce il giurista monsignor Piero Gallo, della segreteria di Stato vaticana - non vuole imporre la sua visione, ma solo esercitare il suo magistero per suscitare una risposta libera e consapevole. Ricordando i divieti di eutanasia, suicidio assistito come dell’accanimento terapeutico, a imitazione di Cristo ricorda che la morte non è la fine, ma il fine della vita, in grado di dare pienezza all’esistenza».
D’altro canto, ricorda l’avvocato Domenico Menorello - promotore del network Pubblica agenda "Ditelo sui tetti", che organizza l’incontro - «lo stesso servizio sanitario nazionale nasce, nel 1978, con impegno a non tener fuori nessuno, a prescindere dalla condizione personale». Invece, in questi ultimi anni in un crescendo di leggi e pronunciamenti della Consulta «si fa strada un neo individualismo che pretende di tener fuori chi non è autonomo». Menorello attacca il ddl Bazoli «che in presenza di una diagnosi infausta consente l’aiuto al suicidio anche in caso di disabilità». Una previsione di legge non entrata in vigore, essendo decaduta col fine legislatura, ma il diritto a morire procede su altre strade coinvolgendo la magistratura e la Corte Costituzionale, come dimostrano recenti vicende».
Conferma Domenico Airoma, procuratore della Repubblica di Avellino e vicepresidente del Centro studi Livatino, che cura al Meeting una mostra sul giudice beato: «Sono stanco di vederci definiti come chi vuole per forza infliggere sofferenza al prossimo. Si tratta invece - spiega, citando proprio Livatino - di evitare la tentazione "creativa" a volere definire noi giudici che cosa è umano e che cosa no». Tanto più che lo Stato è inadempiente sulla terapia del dolore, come confermano due esperti del settore, Marco Maltoni, direttore dell’Unità cure palliative di Forlì, e Andrea Manazza, oncologo della Asl 4 di Torino.

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