giovedì 8 maggio 2025
La prevenzione l'ha salvata, la scienza le ha permesso di curarsi. Monica ha voluto restituire quel che ha ricevuto. E partecipa alla domenica speciale di Fondazione Airc per le Azalee della ricerca
Monica, volontaria Airc

Monica, volontaria Airc

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«Credo di aver ricevuto tanto dalla vita, mi piace quindi offrire il mio contributo e cercare di dare forza agli altri. Sono molto impegnata nel sociale ». Con uno spirito positivo e propositivo Monica, mamma di tre figli e operata per un tumore al seno in piena emergenza pandemica, vive il suo impegno di volto della Fondazione Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro), che festeggia quest’anno il suo 60° di nascita. E domenica 11 maggio, in occasione della Festa della Mamma, Monica va in piazza tra migliaia di volontari per proporre l’acquisto dell’azalea della ricerca, la manifestazione che Airc organizza ogni anno per sostenere la ricerca oncologica indipendente. L’elenco dei 3.900 luoghi dove è possibile ottenere l’azalea della ricerca in cambio di una donazione di 18 euro è disponibile sul sito Azaleadellaricerca.airc.it.

Sintetizza impegno e obiettivi di Fondazione Airc la sua direttrice scientifica Anna Mondino: «Dietro alla testimonianza di Monica, e di altre donne che come lei hanno potuto contare sui progressi della ricerca per curarsi, c’è il lavoro di migliaia di ricercatrici e ricercatori che con intuizione, capacità innovativa e determinazione ogni giorno aggiungono con la loro ricerca un tassello di conoscenza, essenziale per strategie terapeutiche nuove e cure più efficaci». «Anche io sarò in piazza – aggiunge Anna Mondino – per fare la mia parte e ricordare l’importanza del sostegno continuo alla ricerca. In Italia, solo lo scorso anno, si sono stimate 175.600 nuove diagnosi tra le donne: il nostro obiettivo è poterle curare tutte».

Di questi tumori, secondo i dati raccolti da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Associazione italiana registri tumori (Airtum), i primi cinque per frequenza sono stati: 53.065 di cancro della mammella, 21.233 del colon-retto, 12.940 del polmone, 8.652 dell’utero, 8.322 della tiroide. «La ricerca oncologica sta facendo passi da gigante» sottolinea Monica, che rievoca la propria personale esperienza. «La mia famiglia è stata colpita più volte dai tumori: mio padre morì a 66 anni, mio fratello Marco a soli 43. E più tardi anche mia madre a 73 anni» ricorda. Soprattutto dalla morte del fratello, Monica decise di non trascurare la prevenzione: «Subito dopo questo grande dolore ero rimasta incinta del mio terzo figlio. Compivo 40 anni e capii che dovevo fare di tutto per prevenire la malattia». Si sottopose regolarmente ai controlli, che le permisero di scoprire cinque anni dopo un cancro al seno in fase iniziale.

«Era circoscritto, ma avrebbe potuto avanzare in fretta. Sfortunatamente, quando dovevo essere operata, era scoppiato il Covid 19 – rievoca Monica – e molti ospedali erano monopolizzati dall’emergenza. Abito in provincia di Fermo, l’intervento di mastectomia è stato eseguito ad Ascoli Piceno, ma non si poté fare contestualmente anche la ricostruzione ». Anche il percorso delle cure ha risentito delle restrizioni: «Eravamo chiusi in casa, e volevo proteggere da eccessivi traumi i miei figli, sia Sabrina, allora di 23 anni, sia i più piccoli, Federica Gioia di 9 e Marco di 5, ma non era facile. Anche se ho sempre avuto la massima fiducia nei medici e nelle cure». L’iter successivo ha richiesto ancora due operazioni: «La prima per la protesi provvisoria, la seconda per quella definitiva. Poi la cura ormonale, ma ho potuto evitare la chemioterapia». Da questa esperienza, che oggi racconta con serenità, Monica ha tratto l’idea di dover dare il proprio aiuto: «Ogni giorno ringrazio per la mia salute e penso a tanti che stanno peggio di me. Sono felice di poter portare il mio contributo all’Airc, come facevo già alla Croce verde, alla Caritas e nella nostra parrocchia, dove hanno speso molte preghiere per me: siamo una famiglia credente».

L’impegno in favore della ricerca si estende a sensibilizzare tutti gli ambienti: «Ho preso contatto con le maestre della scuola del mio figlio più piccolo, e ho trovato ascolto: ora l’istituto partecipa al progetto di Airc “Cancro io ti boccio”». Si tratta di una proposta di Fondazione Airc per le scuole di ogni ordine e grado che coinvolge gli studenti in un percorso di cittadinanza attiva: prima di formazione scientifica, poi di volontariato per le iniziative Airc dei “cioccolatini della ricerca” a novembre e delle “arance della salute” a gennaio. «In piazza porto la mia testimonianza con il sorriso: ho ricevuto tanto e credo di dovere dare altrettanto. Il mio obiettivo – conclude Monica – è cercare di dare forza agli altri: non bisogna abbattersi, perché la luce c’è».

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