Una nuova energia per custodire ogni vita umana
«Un medico serve la vita. Sempre»: la consegna del convegno nazionale di Jesi nelle parole del vescovo Ricciardi, che ha ricordato Carlo Casini. Il premio Liverani-Pirovano a don Aldo Buonaiuto

«Un medico è sempre a servizio della vita»: monsignor Paolo Ricciardi, vescovo di Jesi, ha ricordato le parole di suo padre, medico di famiglie, ritrovate dopo la morte tra le sue carte. Celebrando la Messa per i partecipanti al convegno nazionale del Movimento per la Vita a cinquant’anni dalla nascita del primo Centro di Aiuto alla Vita a Firenze, Ricciardi ha così lasciato una parola da ricordare ai volontari giunti da ogni parte d’Italia a Jesi, sede del convegno dopo la giornata iniziale nel Santuario di Loreto.
Durante l'omelia il vescovo ha voluto sottolineare la portata del lavoro svolto dal Movimento ringraziando tutte le persone impegnate a «custodire il dono prezioso della vita». In particolare, ha voluto rivolgere un grato saluto a Marina Casini, figlia del fondatore del Movimento per la Vita, Carlo Casini, per il quale la Chiesa di Roma ha appena autorizzato l’avvio dell’iter per la causa di beatificazione. Per i vescovo Ricciardi si tratta di un invito a non spegnere mai la passione per la difesa della vita, di un incoraggiamento a «custodire i doni che il Signore ci ha fatto». Ha poi ricordato con affetto i momenti condivisi con Carlo Casini, che ha conosciuto personalmente e ha molto stimato. Di Carlo ha ricordato la luce negli occhi, «l'energia di vita che aveva», anche nei giorni in cui la malattia lo consumava nel corpo. La stessa energia – ha detto – che oggi è presente nei tanti volti impegnati nella lotta per la difesa della vita.

Ricciardi ha poi ricordato il particolare della sua vita familiare citato brevemente all’inizio. Il padre era un medico di famiglia, che andava di casa in casa con la valigetta a curare con dedizione i suoi pazienti. Dopo la sua morte i figli hanno ritrovato tra gli appunti tre righe risalenti all’8 giugno 1978: «Ieri ho presentato, presso il medico provinciale, la mia obiezione di coscienza contro la legge che autorizza l'aborto. Un medico è sempre a servizio della vita». «Nessuno sconto, nessun tentennamento – ha sottolineato Ricciardi –. Un medico serve la vita».
A tutti i partecipanti al convegno, il vescovo di Jesi ha infine voluto ricordare che «il servizio alla vita va ravvivato e custodito tanto più in questo tempo di Giubileo, che è Giubileo della speranza. Noi sappiamo che nel grembo di una donna c'è già tutta la vita: questa è la speranza. Dio stesso si è fatto uomo ed è stato così piccolo nel grembo di Maria. In quel grembo c'era il seme della vita, della morte, della risurrezione di Cristo».

Il convegno nazionale ha anche visto la consegna del Premio giornalistico alla memoria di Pier Giorgio Liverani e Piero Pirovano a don Aldo Buonaiuto. Un riconoscimento che porta con sé non solo il ricordo di due grandi firme di Avvenire, vicine a Carlo Casini e alla causa della vita, ma anche il segno concreto di un impegno che continua a farsi strada attraverso nuove testimonianze. La motivazione letta in assemblea è stata chiara: «Conoscere anche solo a grandi linee la vita di don Aldo, il suo impegno per gli ultimi e i più svantaggiati non solo sulle strade del mondo, ma anche nei mezzi di comunicazione, rende chiaro il perché di questo premio».
Classe 1971, ordinato sacerdote nel 1998, don Aldo Buonaiuto ha sempre affiancato al ministero parrocchiale e all’impegno accademico una forte attenzione alla comunicazione. Giornalista pubblicista, fondatore del quotidiano digitale “In Terris - La voce degli ultimi”, è autore di numerosi articoli e libri. Nei suoi scritti, come nei suoi interventi pubblici, si fa portavoce dei poveri, degli sfruttati, dei dimenticati, senza mai dimenticare i più indifesi di tutti: i bambini non ancora nati. «La vita umana, anche quella non ancora nata, possiede una propria dignità e un proprio diritto sin dal concepimento», ricordava sulle colonne del “Corriere Adriatico”. Non meno significativo il suo lungo legame con la Comunità Papa Giovanni XXIII, al fianco di don Oreste Benzi, di cui è stato collaboratore fidato e testimone della stessa passione evangelica per gli ultimi. La difesa della vita nascente, la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione, l’accoglienza dei migranti e l’accompagnamento dei disabili: sono questi i volti concreti di un servizio che trova sempre la sua radice nel Vangelo della Vita. «Grazie – ha detto don Aldo ricevendo il Premio –: una parola spesso dimenticata che deve essere rimessa al centro della nostra missione sociale ed ecclesiale e che ci permette di essere delicatamente nel mondo voce per chi non ha voce».
Il Movimento per la Vita dà ora appuntamento per il prossimo convegno nazionale a Lecce dal 6 all’8 novembre 2026.
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