New York, Dolan e Hicks contro la nuova legge sul suicidio assistito
Da gennaio lo Stato legalizzerà la morte con aiuto medico per pazienti con meno di 6 mesi di vita. La governatrice (cattolica) Hochul criticata dal cardinale newyorkese, arcivescovo uscente, e dal suo successore appena nominato da papa Leone: «Così scoraggia le cure»

«Siamo estremamente preoccupati dall’annuncio della governatrice Hochul di voler firmare l’inaccettabile legge che autorizza il suicidio assistito da parte di un medico nello Stato di New York». A una sola voce, il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo emerito di New York, e il suo successore appena nominato da Leone XIV, monsignor Ronald Hicks, prendono posizione contro la legge destinata a introdurre nello Stato della Grande Mela la morte medicalmente assistita per malati terminali con un’aspettativa di vita inferiore ai sei mesi. È stata la stessa governatrice democratica Kathy Hochul, cattolica, ad annunciare l’accordo con l’assemblea legislativa. La firma del provvedimento è prevista già per gennaio: a partire da allora i malati terminali potranno chiedere di morire con i farmaci letali prescritti dai loro medici.
«Questa nuova legge – aggiungono Dolan e Hicks, in una nota firmata da tutti i “vescovi dello Stato di New York” – mostra l’abbandono da parte del nostro governo dei cittadini più vulnerabili, dicendo alle persone malate o disabili che il suicidio nel loro caso non solo è accettabile ma è incoraggiato dai loro rappresentanti eletti. Purtroppo – denuncia la Chiesa cattolica dello Stato di New York – la nuova legge è destinata a comprometterà gravemente tutti gli investimenti contro il suicidio e a favore della salute mentale che la governatrice Hochul ha fatto durante il suo mandato. Come può una società avere la credibilità necessaria per dire ai giovani o alle persone affette da depressione che il suicidio non è mai la soluzione, mentre allo stesso tempo dice agli anziani e ai malati che è una scelta compassionevole che va celebrata?». I vescovi sentono dunque il dovere di «ribadire chiaramente» che un simile provvedimento è «in diretto conflitto con l’insegnamento cattolico sulla sacralità e la dignità di tutta la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale ed è un grave male morale alla pari di altri attacchi diretti alla vita umana. Chiediamo ai cattolici e a tutti i newyorkesi di rifiutare il suicidio assistito per sé stessi, i loro cari e coloro che sono affidati alle loro cure. E preghiamo affinché il nostro Stato abbandoni la promozione di una cultura della morte e investa invece in cure palliative e ospedaliere compassionevoli per affermano la vita, gravemente sottoutilizzate».
Kathy Hochul è consapevole di porsi in rotta di collisione con la sua Chiesa: «Ho riflettuto su questo durante una Messa funebre cattolica per un amico di famiglia – ha dichiarato la governatrice – in cui il sacerdote ha parlato dell’accoglienza nella vita eterna. Mi è stato insegnato che Dio è misericordioso e compassionevole, e così dobbiamo essere anche noi. Ciò include concedere un’opzione misericordiosa a coloro che affrontano l’inimmaginabile e cercano conforto nei loro ultimi mesi di vita. Quindi, dopo un’attenta riflessione, ho deciso di sostenere la legalizzazione dell’assistenza medica alla morte in circostanze molto specifiche e con importanti misure di protezione incluse nella legge per garantire che non venga utilizzata in modo improprio o applicata in modo indiscriminato». Parole che non hanno frenato la presa di posizione contro la legge da parte del vecchio e del nuovo arcivescovo, pur considerati portatori di sensibilità differenti.
La legge prevede che il malato terminale chieda la morte assistita per iscritto davanti a due testimoni e al proprio medico. Sarà poi necessaria la conferma scritta da parte sia di un altro medico sul fatto che il paziente ha meno di 6 mesi di vita sia di uno psicologo che attesti le sue capacità di intendere e di volere. La governatrice ha fatto includere una clausola che impone 5 giorni di ulteriore riflessione da parte del paziente che ha ottenuto il via libera.
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