Svolte apparenti

June 10, 2025
Si lega la partenza improvvisa del pittore Paul Gauguin per la Polinesia francese (accadde nel 1891, lui aveva passato i quarant’anni) ai rapporti difficilissimi con Vincent Van Gogh, e a un’inquietudine (anche distruttiva) di Gauguin, artista sempre in cerca di nuove sfide, nuovi orizzonti, nuovi colori per i suoi quadri. Meno si sa del fatto che quella partenza era piuttosto una ripetizione: più che una svolta di vita, il tornare e riproporsi di una seconda occasione. Aveva solo un anno quando con la famiglia era emigrato in Perù, a Lima: lì, sulle tracce del ramo materno, i Gauguin cercavano rifugio da un clima politico in Francia molto teso. Ma il padre era morto a bordo del piroscafo che li trasportava, e infanzia e adolescenza di Paul Gauguin insieme a sua madre erano state un erratico e vano tentativo di radicarsi e assestarsi. Quel lasciare la Francia da adulto, catapultandosi verso mari e mondi lontani, era ripetere una storia paterna di migrazione. Tagliare ponti, rompere legami; cercarsi altrove, ma senza sfuggire al richiamo implacabile delle radici. In Francia, Gauguin provò a tornare, ma tutto gli voltava le spalle. Ripartì ancora. Morì in disgrazia. I suoi tentativi di partenze, svolte apparenti (in realtà ripetizioni) gli si erano rivoltati contro. © riproduzione riservata

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