La via di Damasco

June 17, 2025
Fulco Pratesi, che ci ha lasciati poco tempo fa, decise all’improvviso di cambiare vita. In un unico momento scelse di mutare lavoro, ritmi, prospettiva sul mondo, e tutto grazie a una decisione presa in pochi minuti. Profondo e nitido come un solco nella terra, c’è nella sua biografia un limen vero e proprio, lo spartiacque di un prima e un poi. Pratesi non aveva ancora trent’anni: di mestiere faceva l’architetto, ma il suo cuore batteva per la caccia. Girare il mondo con un fucile, uccidere animali, collezionare gesta di cui vantarsi come di trofei. Ecco cosa amava. Con uno di quei fucili era in viaggio attraverso la Turchia, quando attraversando una bellissima faggeta in Anatolia si imbatté in un branco di orsi: madre e tre cuccioli. Da quell’incontro rimase folgorato, sentendo subito che la visione lo avrebbe trasformato. Al ritorno, vendette i fucili e lasciò ogni impegno per dedicarsi totalmente a quella che aveva d’un tratto compreso essere la sua strada, e in genere, la strada. Proteggere gli animali, impegnarsi per salvaguardare la natura. Repentino, folgorante, il suo ravvedimento è come una conversione. Fu lui stesso, raccontando l’episodio tanto decisivo, a evocare la folgorazione avuta da Paolo sulla via di Damasco (Atti, 9, 3-7). La portata rivoluzionaria l’aveva ben chiara. © riproduzione riservata

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