Il desiderio più autentico

June 3, 2025
Salvatore Satta, importante e fine giurista nuorese, di nascosto da parenti, amici, colleghi, all’età di sessantotto anni si mise a scrivere un romanzo. Lo trovò tra le sue carte la moglie dopo la morte di lui. Il testo del dattiloscritto incompiuto aveva titolo Il giorno del giudizio. Ebbe molta fama, fu tradotto in molti Paesi del mondo. Una fortuna di cui l’autore non poté godere. In vita non conobbe la gratificazione di approvare se stesso. Contava una brillante carriera, cattedre importanti, molte pubblicazioni tra articoli e libri, notorietà: eppure non si sentiva realizzato. «Devo fare qualcosa che giustifichi la mia esistenza», ormai sulla soglia dei settant’anni scriveva a un amico. Giusto pochi mesi dopo, in assoluto segreto incominciava la stesura del suo grande romanzo. Una storia dolente, di anime in pena, in bilico, protese verso la fine, ma ancora impigliate e trattenute nella vita. Le loro “storie senza storia dell’essere state”, liberate in eterno dalla memoria, chiamate a convegno dall’autore nel giorno del giudizio. Sarebbe stata diversa la sua biografia, avesse pubblicato e conosciuto il successo letterario da vivo? No, verrebbe da dire; perché la svolta fu mettersi al lavoro, finalmente esaudire il più autentico desiderio. Scrivere. © riproduzione riservata

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