Diventa quello che sei
C’è una pagina meravigliosa dello scrittore Joseph Roth in cui scrive che ci vuole molto tempo per arrivare ad avere la propria faccia. Molto tempo per assomigliarsi, diventare infine noi stessi. Certe volte occorre una vita intera, altre volte quella nemmeno basta, per arrivare a dire sui nostri volti ciò che autenticamente sentiamo, e siamo. Lo stesso si potrebbe affermare delle nostre nature, del nostro carattere il più intimo e segreto. Quanto tempo impieghiamo sino a raggiungerlo, impersonificarlo, e ad accettarlo, assumerlo, esprimerlo? Quanto si impiega a diventare quel che si è, e lo si diventa poi per davvero? Assomigliarsi, essere cioè quanto più possibile vicini a sé stessi, parrebbe essere garanzia di sincerità. L’opposto, l’essere distanti da sé, invece indice di scissione e di potenziale inganno. “Io non sono quello che sono” dice Iago, il perfido traditore nella tragedia Otello di Shakespeare, quello che instilla in Otello il tarlo del dubbio che lo renderà folle di gelosia e assassino di Desdemona amatissima moglie. “Io non sono questo”: ammetterlo è come già una promessa di inganno. Lontani da noi, allontaniamo tutti gli altri. Felice chi arriva ad avere il suo volto, la sua natura. © riproduzione riservata
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