Siamo acqua, siamo vita siamo anche speranza
A Iquitos, nel cuore dell’Amazzonia, il Vertice Ecclesiale sull’Acqua ha unito popoli e Chiesa per difendere il bene naturale come dono sacro e fonte di vita
Nel cuore dell’Amazzonia peruviana, durante il mese di ottobre, la città di Iquitos è stata il punto d’incontro di voci, cuori e speranze che hanno confluito nel Vertice Ecclesiale sull’Acqua, organizzato dal Vicariato Apostolico. All’insegna dello slogan “Siamo acqua, siamo vita, siamo speranza”, questo summit ha riunito diverse organizzazioni, comunità e attori territoriali con un obiettivo comune: difendere il diritto all’acqua come bene comune e sacro, nonché garantire l’accesso a servizi igienico-sanitari dignitosi per tutti i popoli. Ispirata dal Vangelo e dai documenti del magistero della Chiesa, in particolare dagli insegnamenti di Papa Francesco e dal suo appello alla cura della Casa Comune, la Chiesa amazzonica si costituisce oggi come un’istituzione pionieristica che promuove processi di sensibilizzazione, incidenza e azione di fronte alle grandi sfide socioambientali. L’incontro ha permesso di riflettere sull’acqua come bene comune e sulle minacce che la incombono, ovvero l’inquinamento dei fiumi, l’avvelenamento delle fonti, la privatizzazione, l’accaparramento e la mercificazione imposti da un modello economico che ha perso il suo senso di umanità. Dall’Amazzonia, i partecipanti hanno alzato la voce per denunciare queste pratiche che provocano morte e deterioramento, sia degli ecosistemi che delle relazioni sociali. Il Vertice si è inoltre proposto di dare visibilità all’azione della Chiesa di fronte a questa crisi, di rafforzare la creazione di reti di cultura dell’acqua e di riconoscere la resistenza delle comunità che, con saggezza ancestrale, continuano a proteggere i corsi d’acqua, le sorgenti e le foreste che danno vita all’intero bioma amazzonico. Durante i dialoghi e le celebrazioni, è stato ricordato che l’acqua non è solo una risorsa naturale, ma un dono sacro. Nella cosmogonia dei popoli amazzonici, l’acqua è un essere vivente, uno spazio spirituale, un tessuto di connessione tra tutte le forme di vita. Ha memoria e spirito; nel suo fluire si trova il battito della creazione. Celebrare l’acqua significa quindi celebrare la vita stessa, la vita dei popoli, della natura e del cosmo. Partendo da questo significato, la Chiesa e le comunità partecipanti hanno insistito sulla necessità di riconoscere i fiumi e i bacini idrografici come soggetti di diritto, capaci di essere protetti a livello legale ed etico dagli abusi che li minacciano.
Il Vertice ecclesiale sull’acqua è stato anche un momento di speranza. Le reti ecclesiali e la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama), che comprende nove paesi e diversi popoli che abitano il vasto territorio amazzonico, promuovono una missione condivisa. Si tratta di prendersi cura della vita, ripristinare i legami con la natura e promuovere una spiritualità dell’acqua che risvegli la coscienza globale. Il grido dei popoli amazzonici è chiaro e urgente, poiché insistono nel fermare l’avvelenamento dei fiumi, resistere alle politiche di sterminio e al modello estrattivista che minaccia la loro esistenza. Di fronte a questa realtà, l’organizzazione e l’articolazione diventano vie di speranza e di resistenza per continuare a camminare. Più di 400 voci si sono unite a Iquitos per riaffermare il loro impegno nella difesa dell’acqua. Nella loro dichiarazione finale, hanno denunciato le ingiustizie ambientali, hanno condiviso le loro speranze e hanno esortato a tessere alleanze e articolazioni tra chiese, popoli e movimenti sociali. È stato lanciato un appello per l’attuazione di buone pratiche di gestione e protezione dell’acqua, nonché per il consolidamento di politiche pubbliche che ne garantiscano un accesso equo e sostenibile. Ma, al di là degli accordi, ciò che risuonava in ogni parola era la certezza che difendere l’acqua significa difendere la vita. Oggi, il messaggio che sgorga dall’Amazzonia scorre come un fiume che non può essere arginato, perché prendersi cura dell’acqua è un atto di fede, di amore e di giustizia. È tempo che ogni persona, comunità e istituzione si assuma la propria responsabilità in questo impegno planetario. La difesa dell’acqua non può essere compito di pochi; deve essere un movimento collettivo che abbraccia la vita in tutte le sue forme. Il Vertice Ecclesiale sull’Acqua ci ricorda che è ancora possibile ricreare un rapporto incantato con la natura, pensare il mondo in termini di reciprocità e camminare insieme verso un futuro in cui l’acqua continui a scorrere libera, pura e viva. Perché quando l’acqua scorre, anche la speranza germoglia.
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