La nuova frontiera della missione in Asia

Delegazioni di cattolici da tutto il continente asiatico stanno facendo rotta verso Penang, in Malaysia, dove da giovedì a domenica parteciperanno a un congresso missionario
November 25, 2025
La nuova frontiera della missione in Asia
La torre di Penang, in Malaysia
Sono in viaggio in questi giorni per partecipare a un momento importante del cammino delle Chiese cattoliche dell’Asia: delegazioni da tutto il continente stanno facendo rotta verso Penang, in Malaysia, dove da giovedì 27 e fino a domenica 30 daranno vita a un congresso missionario che hanno voluto chiamare “Il grande pellegrinaggio della speranza”. L’Asia è il continente in cui la percentuale dei cattolici è più bassa (poco più di 155 milioni, appena il 3,3% della popolazione complessiva), eppure lo slancio missionario delle sue Chiese vuole continuare a crescere. E proprio la volontà di ritrovarsi insieme per mettere a confronto le esperienze nell’anno del Giubileo ne è un segno eloquente. Promosso dall’ufficio per l’evangelizzazione della Fabc – la federazione delle Conferenze episcopali asiatiche – questo congresso arriva a quasi vent’anni dall’unico precedente, che si tenne nel 2006 a Chiang Mai in Thailandia. E a colpire è soprattutto un dato: su oltre 800 partecipanti più di 550 – la grande maggioranza – sono laici: «Abbiamo cercato di coinvolgere delegati provenienti da ogni ambito della vita, con una particolare attenzione ai giovani, alle donne, alle diverse professioni – spiega Manoj Sunny, lui stesso un laico che lavora per la Fabc e ha coordinato la preparazione di questo evento –. Vogliamo riflettere su come il Vangelo ha un impatto significativo sulla società». Anche la scelta di tenere il convegno in una grande città della Malaysia è significativo da questo punto di vista. Perché, in Asia oggi, la sfida della trasmissione della fede passa sempre più dalle sue metropoli, in piena trasformazione. Immensi agglomerati dove i segni del sacro – che siano chiese, templi o moschee – sono sempre più spesso sovrastati da grandi grattacieli o dai binari delle ferrovie urbane. Dai luoghi, cioè, dove passano ogni giorno i milioni di persone che hanno lasciato i villaggi dell’interno e affollano le nuove periferie urbane. I posti dove fino a ieri generazioni di missionari hanno educato intere comunità alla fede, oggi si svuotano. E l’evangelizzazione guarda a forme di presenza nuova. Proprio Penang – che con il suo College General – ha formato per secoli generazioni di missionari per tutto il sud-est asiatico, diventa dunque il luogo dove oggi cercare insieme “un’altra strada”, come recita l’immagine evangelica dei Magi che già tre anni fa a Bangkok le Chiese dell’Asia hanno scelto come icona per il proprio cammino. Ma l’appuntamento di Penang mira a ricordare anche il volto dell’incontro tra popoli e culture. L’Asia è in un continente plurale per definizione, eppure questa sta tornando ad essere una sfida non da poco anche a queste latitudini: l’anno che si va concludendo ha visto riemergere nuovi conflitti tra i suoi popoli. C’è stata la guerra tra Thailandia e Cambogia, tutt’altro che risolta davvero; la rinnovata tensione tra India e Pakistan; ora anche lo scontro (verbale ma molto acceso) tra la Cina e il Giappone. Anche qui in tanti Paesi crescono le chiusure sul tema dei migranti, con l’esempio più drammatico costituito dai rohingya, che continuano a morire nelle loro traversate in mare. «Vogliamo cercare insieme di discernere la presenza e l’azione di Dio nelle diverse culture e tradizioni dell’Asia» commenta il cardinale Sebastian Francis, arcivescovo di Penang, lui stesso figlio di una famiglia di migranti giunta in Malaysia dall’India. «Al Convegno missionario ci faremo pellegrini di speranza, guidati dallo Spirito Santo, per testimoniare l’amore di Cristo in Asia e anche oltre. Perché questi semi di speranza possano fiorire nelle generazioni a venire».

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