“Su Trump avete troppi pregiudizi” Guardiamo la realtà. Brutta e bella
Caro Avvenire, espongo il mio disappunto per la reiterata posizione assunta da “Avvenire” riguardo governi fuori dagli schemi “liberal”. Ultimo caso in ordine di tempo: l’articolo comparso domenica a firma di Elena Molinari sul caso Usaid. Nel caso di specie l’attuale amministrazione Trump, pur se criticabile per alcuni aspetti, è apprezzabile per l’immediata opposizione mostrata ad aborto e “teorie gender”. Suggerisco maggiore attenzione e documentazione nei giudizi, senza abbandonarsi a pregiudizi ideologici. Michele Giovannetti Caro Giovannetti, non serve ribadire la bravura e la correttezza di una giornalista come Elena Molinari, che è profonda conoscitrice degli Stati Uniti, ma lo faccio volentieri di fronte ai dubbi espressi nella sua lettera. I tagli decisi dalla nuova Amministrazione Usa hanno oggettivamente già inciso sulla possibilità di aiutare i più poveri e svantaggiati: lo ha denunciato, dati alla mano, la stessa Conferenza episcopale americana, costretta a licenziare decine di collaboratori in mancanza dei fondi statali per l’assistenza. Ciò non toglie che alcune decisioni di Donald Trump siano in linea con i valori cristiani e gli insegnamenti della Chiesa cattolica, di cui egli non fa parte. E “Avvenire” ha dato puntualmente conto di tutto ciò, compresa la partecipazione da remoto del presidente alla Marcia per la Vita di Washington. A mio avviso, dichiararsi ostile all’aborto e renderlo più difficile può favorire un cambio di mentalità quando tali scelte politiche sono inserite in un contesto coerente. Fare guerra ai migranti irregolari e tagliare i sussidi può indurre molte donne in difficoltà a rinunciare a una gravidanza, oltre ovviamente a introdurre discriminazioni ingiustificate di trattamento, come ha scritto il Papa nella sua accorata lettera ai vescovi statunitensi. Al cristianesimo del numero uno e del suo vice (cattolico) J.D. Vance «sono estranee le tensioni unitive», ha scritto Andrea Riccardi, anzi, prevale quella teologia della prosperità ben analizzata (e criticata) su queste colonne da padre Antonio Spadaro. Posso comunque concordare con lei, caro Giovannetti, sull’idea di non affrettare giudizi circa la portata delle politiche della Casa Bianca. Siamo a nemmeno un mese dall’insediamento del suo 47° inquilino, ed è giusto aspettare, secondo l’espressione anglosassone, che “si depositi la polvere” prima di emettere sentenze definitive. Un tema chiave, che mi sta particolarmente a cuore, è il destino della martoriata Ucraina. Trump riuscirà a diventare il pacificatore che ha promesso di essere? Non è indifferente il modo in cui incarnerà questo ruolo. Se le aperture a Vladimir Putin sono una mossa tattica per fermare una straziante carneficina, ben vengano. Qualora, invece, siano un cambiamento di strategia – con la riabilitazione di un ricercato per crimini di guerra che ha violato il diritto internazionale e la sovranità di un Paese indipendente, nonché l’imposizione di un’intesa ingiusta e umiliante all’Ucraina aggredita – allora un accordo simile non darà la gloria sperata al presidente americano. Ma, ancora una volta, aspettiamo di vedere come evolverà la situazione. Con l’auspicio che l’Europa faccia sentire la propria voce e contribuisca a una pace rispettosa delle ragioni di chi ha subito l’invasione e non a favore di chi persegue un imperialismo espansionista. Nel frattempo, caro Giovannetti, continui a seguire “Avvenire” con la fiducia che si ripone in un amico informato, sincero e obiettivo, capace qualche volta di dirci cose che non vorremmo sentire, ma che è scelta saggia ascoltare. © riproduzione riservata
© RIPRODUZIONE RISERVATA






