Non vede l’ora
Non vede l’ora che la scuola ricominci. Perché la scuola per lui è nutrimento dell’anima, benzina per il suo motore che ha ripreso a girare. Era il 1992 quando Marco entrava per la prima volta in carcere, una storia di degrado come tante: tossicodipendente indotto a commettere reati per comprare la droga da cui non riusciva a separarsi. A Regina Coeli viveva, spaventatissimo, insieme a tanti coatti di Roma, ingurgitava farmaci per stare meglio, senza capire che si stava distruggendo. Fino al giorno in cui un vecchio detenuto lo mette alle strette: «Se non ti togli di dosso questa monnezza, finirai per morire nella monnezza». Provocato da quella frase, e per amore della moglie e della madre, entra in comunità per smetterla definitivamente con le sostanze. Oggi sta ancora scontando le sue vecchie colpe, ma ha trovato un’àncora alla quale si aggrappa con tutte le forze: nel carcere di Terni frequenta l’istituto professionale, che concilia con un piccolo lavoro. Sta respirando aria pulita, grazie anche all’incontro con un’educatrice e un insegnante che si spendono per le persone detenute. In un contesto disfunzionale come il carcere, dove la tentazione incombente è quella di sprofondare sempre più in basso, spesso chi cerca la verità di sé stesso viene considerato come un malato. Marco ha deciso di continuare il suo cammino di guarigione. Per questo non vede l’ora che la scuola ricominci. © riproduzione riservata
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