Il dono più prezioso
Dopo un anno di ospedale e di cure per le conseguenze di un incidente stradale, nel 1971 era andato in Dahomey per una vacanza, che è diventata il punto di svolta della vita. Durante il viaggio incontra i volti della povertà, in particolare la mancanza di acqua che affligge molti villaggi, e capisce che non può restare indifferente. Quel viaggio è diventato il primo di una lunga serie che ha portato Alpidio Balbo a fare del Benin (il nome che quel Paese ha assunto in seguito) la sua seconda casa, dove è tornato più di 100 volte. L’ultima, alla tenera età di 94 anni, pochi mesi fa. Acqua, salute, educazione i fronti del suo impegno insieme ai volontari del Gruppo Missionario “Un pozzo per la vita” di Merano, nato dopo il suo primo viaggio. «Ma il dono più prezioso è stata la riscoperta della fede - confessa -. Non ero un grande credente e tante volte ho deluso mia moglie che mi diceva di andare a messa, mentre io trovavo scuse per non farlo. Ma in quella realtà devastata, nei volti dei malati e dei bambini e nelle mani dei missionari che si prendevano cura di loro, ho trovato Dio». È nato così un movimento di bene che coinvolge migliaia di persone e grazie al quale sono stati costruiti centinaia di pozzi per l’acqua potabile, decine di scuole e centri di salute, borse di studio per consentire ai giovani di studiare. © riproduzione riservata
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