Ballata dell’amore vero

August 30, 2025
Per festeggiare mezzo secolo di matrimonio - durata sorprendente, in un’epoca di amori “usa e getta” - i miei amici Lella e Daniele hanno scelto il santuario intitolato a Gianna Beretta Molla, la pediatra morta dopo avere scelto di rinunciare a curare un tumore per fare nascere la figlia. Si trova a Mesero, nel Milanese, è meta di genitori che chiedono il dono della fecondità o ringraziano per la nascita di un figlio. Gente che non si limita a prendere atto dell’umana fragilità, ma si affida all’Autore della vita. Ho avuto un moto di commozione quando, durante la messa, sono risuonate le note della stessa canzone che con mia moglie Cinzia avevamo scelto per il nostro matrimonio: “Ballata dell’amore vero”, uno dei motivi più struggenti del cantautore Claudio Chieffo. Descrive il desiderio di un amore autentico e l’incapacità di realizzarlo se non affidandosi a Chi ce lo può donare: «Io vorrei volerti bene come ti ama Dio, con la stessa passione, con la stessa forza, con la stessa fedeltà che non ho io. Mentre l’amore mio è fragile come un fiore, ha sete della pioggia, muore se non c’è il sole…». E l’ultima strofa dice da dove nasce l’energia necessaria per amare: «Io ti voglio bene, e ne ringrazio Dio, che mi dà la tenerezza, che mi dà la forza, che mi dà la libertà che non ho io». © riproduzione riservata

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