In Trentino le mele viaggiano in funivia

August 30, 2025
Mele in funivia. Per rispettare di più l’ambiente e spendere meno. Accade da qualche giorno nelle Valli di Non e Sole in Trentino. Merito dell’ingegno – agricolo e tecnologico – dei frutticoltori locali riuniti nel Consorzio Melinda che, così, mette a segno un altro passo in avanti importante in termini produttivi e commerciali. L’idea è semplice: invece di trasportare le mele “su gomma” le si trasporta “su fune” cioè, appunto, in funivia. L’impianto della “Funivia delle mele” come è già stato battezzato, è entrato in funzione per la raccolta 2025 e collega una delle sale di lavorazione con le celle di conservazione poste nel cuore della miniera di Rio Maggiore, a 900 metri dall’ingresso delle cave, a circa 575 metri sul livello del mare. In particolare, la funivia – lunga 1,3 chilometri e con un dislivello di quasi 90 metri – è in grado di trasportare ogni ora 460 contenitori da 300 chili ciascuno, viaggiando alla velocità di 5 metri al secondo. La struttura a fune è tra l’altro alimentata da fonti rinnovabili – fotovoltaico e idroelettrico – e sfrutta il peso delle mele in discesa per contribuire alla produzione di energia. Realizzata con fondi del Pnrr e in parte del programma europeo Next Generation EU – che ha coperto il 40% dell’investimento – l’opera viene
indicata come “il primo impianto al mondo a fune dedicato al trasporto di frutta”. Il progetto è tutto italiano, realizzato dal Consorzio Melinda (oltre 4mila produttori riuniti in 16 cooperative per oltre 300 milioni di fatturato) con la collaborazione del gruppo Leitner, leader internazionale nell’impiantistica a fune, insieme a maestranze locali. E non basta, perché il trasporto delle mele “su fune” si affianca al progetto dell’uso delle cave vuote per stoccare i frutti raccolti. Gli obiettivi sono molteplici: risparmiare circa 5mila viaggi in camion, abbassare le emissioni di Co2, non consumare suolo, risparmiare energia (le celle in caverna consentono un risparmio di energia pari al 30%) e migliorare gli standard di sicurezza per i lavoratori. Oltre alle mele in funivia, Melinda ha lavorato anche su altri particolari degli impianti di trasporto e stoccaggio. Come, per esempio, l’accesso alle celle ipogee (le cantine di stoccaggio delle mele, ndr) che avviene attraverso un ingresso esclusivo e dedicato. Un aspetto
fondamentale – viene spiegato in una nota - che “consente di ridurre interferenze con altri percorsi, migliorare l’organizzazione del lavoro e assicurare maggiore tutela a chi opera in un contesto tanto particolare e prezioso». © riproduzione riservata

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