Medici al bivio: Inps o Enpam
I medici che hanno superato i 65 anni, pensionati dell'Enpam-Fondo di previdenza generale, che intendono proseguire l'esercizio della professione medica oppure odontoiatrica saranno ancora tenuti a pagare i contributi previdenziali. L'ente ha cancellato da quest'anno (delibera 53/2009) il vecchio esonero dal versamento di questa contribuzione. L'iniziativa ha inteso contrastare gli avvisi di accertamento e l'inevitabile contenzioso con l'Inps che, ove possibile, obbliga i medici ad iscriversi alla Gestione separata dei collaboratori. Tuttavia, il contributo del pensionato Enpam è ridotto al 2% del reddito imponibile presso la quota B del Fondo generale, anziché alla misura intera del 12,50%. Il medico pensionato può optare anche per l'aliquota intera, dichiarando questa scelta sul modello D che l'Enpam invia agli iscritti. A regime, l'opzione deve essere esercitata entro il 31 luglio di ciascun anno.
Il nuovo provvedimento facilita i medici interessati, consentendo di accentrare nella previdenza di categoria tutti i contributi professionali, evitando nello stesso tempo la frammentazione fra gestioni diverse. I contributi post pensione, che sono integralmente deducibili dall'imponibile fiscale, danno così diritto ad un supplemento sulla pensione, che l'Enpam liquiderà d'ufficio ogni tre anni sulla base di tutti i contributi nel periodo di riferimento.
31 dicembre. In vista di questa importante modifica delle regole interne, soggette ad approvazione ministeriale, l'Ente ha già programmato (delibera 46/2009) che i medici pensionati possano conservare volontariamente l'iscrizione al Fondo di previdenza generale, a partire dall'anno 2004, e pagare i contributi (anni 2004-2008) con la sola aggiunta della rivalutazione monetaria. Anche per questa operazione è possibile optare tra la contribuzione al 2% oppure al 12,50%. Inoltre, qualora l'importo complessivamente dovuto superi i 1.000 euro, è consentito il pagamento in 12 rate bimestrali. L'adesione a questa operazione scade il prossimo 31 dicembre.
Questa, di fatto, è una sanatoria offerta dall'Enpam a buon prezzo. Per chi non aderisce all'offerta, l'alternativa è l'iscrizione obbligatoria alla Gestione separata dell'Inps, presso la quale il contributo previdenziale è pari al 17% (lavoratori già pensionati) del reddito dichiarato nel modello Unico. È da tener presente che l'Istituto di previdenza sta passando al setaccio le partite Iva conosciute dall'Agenzia delle Entrate ma non presenti nelle sue gestioni pensionistiche ed è quindi praticamente impossibile sfuggire all'assicurazione obbligatoria. Va considerato anche che dal 1° aprile 2001 è cessato il periodo transitorio di cinque anni, durante il quale chi aveva compiuto i 65 anni, pensionato o non pensionato, aveva la facoltà di non iscriversi alla Gestione separata Inps e, nello stesso tempo, non aveva l'obbligo di versare ulteriori contributi all'Enpam perché non previsto dal Regolamento dell'Ente.
Il nuovo provvedimento facilita i medici interessati, consentendo di accentrare nella previdenza di categoria tutti i contributi professionali, evitando nello stesso tempo la frammentazione fra gestioni diverse. I contributi post pensione, che sono integralmente deducibili dall'imponibile fiscale, danno così diritto ad un supplemento sulla pensione, che l'Enpam liquiderà d'ufficio ogni tre anni sulla base di tutti i contributi nel periodo di riferimento.
31 dicembre. In vista di questa importante modifica delle regole interne, soggette ad approvazione ministeriale, l'Ente ha già programmato (delibera 46/2009) che i medici pensionati possano conservare volontariamente l'iscrizione al Fondo di previdenza generale, a partire dall'anno 2004, e pagare i contributi (anni 2004-2008) con la sola aggiunta della rivalutazione monetaria. Anche per questa operazione è possibile optare tra la contribuzione al 2% oppure al 12,50%. Inoltre, qualora l'importo complessivamente dovuto superi i 1.000 euro, è consentito il pagamento in 12 rate bimestrali. L'adesione a questa operazione scade il prossimo 31 dicembre.
Questa, di fatto, è una sanatoria offerta dall'Enpam a buon prezzo. Per chi non aderisce all'offerta, l'alternativa è l'iscrizione obbligatoria alla Gestione separata dell'Inps, presso la quale il contributo previdenziale è pari al 17% (lavoratori già pensionati) del reddito dichiarato nel modello Unico. È da tener presente che l'Istituto di previdenza sta passando al setaccio le partite Iva conosciute dall'Agenzia delle Entrate ma non presenti nelle sue gestioni pensionistiche ed è quindi praticamente impossibile sfuggire all'assicurazione obbligatoria. Va considerato anche che dal 1° aprile 2001 è cessato il periodo transitorio di cinque anni, durante il quale chi aveva compiuto i 65 anni, pensionato o non pensionato, aveva la facoltà di non iscriversi alla Gestione separata Inps e, nello stesso tempo, non aveva l'obbligo di versare ulteriori contributi all'Enpam perché non previsto dal Regolamento dell'Ente.
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