Serie A, per giocare adesso si deve volare fino in Australia

Milan-Como a febbraio 2026 verrà disputata a Perth: 12 milioni in ballo per questa trasferta strapagata che offende il tifoso italiano e Rabiot
October 12, 2025
Serie A, per giocare adesso si deve volare fino in Australia
Il centrocampista "dissidente" del Milan, il nazionale francese Adrien Rabiot (REUTERS/Daniele Mascolo/File Photo)
«Non chiedere la luna, abbiamo le stelle», dice Bette Davis rivolgendosi a Paul Henreid nel film Now, Voyager, (Perdutamente tua, 1942). Mi torna in mente questa celebre frase hollywoodiana alla notizia che il prossimo 7-8 febbraio 2026, giornate iniziali delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina (4-20 febbraio), la partita di Serie A Milan-Como si disputerà nel remotissimo campo neutro di Perth. La blanda giustificazione che copre la solita brama della luna nel pozzo: è colpa dei Giochi se il Milan deve traslocare dall’altra parte del pianeta, ma una soluzione più vicina, diciamo nazionale o al massimo europea, non si poteva trovare? Per chi non mastica la geografia, materia praticamente abolita nelle scuole italiane (chissà perché?), siamo ai confini della realtà terrestre: Perth è la capitale dell’Australia occidentale. Terra di football, australiano ovviamente (chiedere a Bobo Vieri che ha praticato da adolescente) e mare buono per surfisti di buon livello e slalomisti veloci dei cavalloni, per non cedere al morso letale dello squalo di passaggio. Ma il calcio e la nostra cara vecchia Serie A, come direbbe il buon giudice Antonio Di Pietro, «che c’azzecca? ».
E’ come se riportassimo i quattro giamaicani del bob sulle piste di Cortina o volessimo organizzare un Sei Nazioni di rugby, a febbraio, in Alaska. Ma siamo seri ogni tanto, no? Va bene, lo sappiamo da tempo che il calcio è prima di tutto uno showbusiness e poi forse anche uno sport, il più popolare fino a prova contraria, dai popoli del Vecchio continente fino ai Maori. E sappiamo anche che il montepremi di questa comparsata intercontinentale sarà di 12 milioni di euro, mica bruscolini da sgranocchiare sui gradoni del vecchio San Siro pronto per l’abbattimento. Noi intanto siamo molto abbattuti. E viene da chiedersi ancora: ma il fondo americano algoritmato del Milan e i fratelli miliardari del Como, Michael Bambang Hartono e Robert Budi Hartono, hanno davvero bisogno di quei soldi per mandare avanti la loro baracca dorata? Dicono che questa trasferta strapagata sia uno spot irrinunciabile per il calcio europeo, con tanto di benestare della Uefa che ha dato il placet per un trasferimento a Miami anche del turno di Liga spagnola, il match Villarreal-Barcellona. Lì, a Miami, ad attenderli almeno ci sarà il padrone di casa, l’ex re del Barça Leo Messi, ma Milan e Como chi troveranno nella casa del Glory? Così si chiama il club di Perth, il Glory, che per un giorno salterà come un canguro fuori dal suo prato verde per metterlo a disposizione di Milan-Como. Tutto fatto, si giocherà all’Optus Stadium. Impianto che può ospitare fino a 60mila spettatori. Avanti paisà prenotate il biglietto. La comunità italiana è numerosa in tutta l’Australia, ma almeno già che si deve volare così lontano si poteva scegliere la sede olimpica dei Giochi del 2032, la marittima Brisbane. Siamo alla follia, oltre 20 ore di volo, con scali a Singapore o Hong Kong, almeno così tocca viaggiare ai comuni mortali quando si avventurano fin laggiù, in Oceania. Tutto questo scompiglio per cercare di adescare nuovi sponsor, a scapito del pubblico, specie i 35mila abbonati del Milan che avranno capito una volta per tutte che contano quanto l’ultimo tifoso rossonero di Perth. Verranno rimborsati, certo, ma il danno è fatto e a pagare è sempre il tifoso pagante.
La Serie A, ma anche la Liga, non sono l’Nba che devono costringere i club a comportarsi come dei globetrotter ad invito. Si gioca già tanto, anzi troppo, che almeno queste imprese aeree si potrebbero evitare anche per non logorare i muscoli dei capitani e dei loro compagni di squadra. Nel grande circo pallonaro al momento l’unico che dissente è il centrocampista francese del Milan, Rabiot. Un ribelle Rabiot, ma la sua voce viene subito silenziata in quanto reo di essere stato scacciato dal Marsiglia di De Zerbi per comportamenti violenti. Così il suo “no a Perth” viene subito derubricato con pubblica reprimenda della Lega di Serie A. «Rabiot dimentica, come tutti i calciatori che guadagnano milioni di euro, che sono pagati per svolgere un'attività, cioè giocare a calcio. Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna e assecondare maggiormente il suo datore di lavoro», gli manda a dire l’ad della Lega di A, Luigi De Siervo. Massima stima per De Siervo, però il fatto che Rabiot sia un calciatore, quindi un lavoratore privilegiato della terra e che guadagni milioni di euro, non lo esenta dal poter esprimere liberamente il suo legittimo parere che suona un po’ come il fantozziano “giocare a Perth è una cagata pazzesca!” Così come, per il vil denaro, Lega di A e Federcalcio hanno accettato volentieri di far disputare le ultime edizioni di Coppa Italia nei Paesi Arabi. Il tifoso nostalgico e innamorato del caro vecchio calcio adesso teme che le prossime partite di Serie A si giochino sulla luna. Scusateci, ma a noi bastavano le stelle, anche se poche quelle in campo rispetto al passato ma fisse qui, specie quando brillano sopra il cielo di Milano e dintorni, e non al di là delle nuvole.

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