Non si può morire di calcio Gasp è terzo, ma è ancora rissa
Prima di parlare di pallone, una domanda: ma è possibile morire di calcio? La risposta a questo assurdo quesito purtroppo è sì. È successo ancora, a Bergamo, per via di banali sfottò tra interisti e atalantini, il 18enne Jacopo De Simone ha preso un coltello e ha ucciso il 26enne Riccardo Claris. Il suo volto è quello che canta Enzo Jannacci, «guarda la fotografia, sembra neanche un ragazzino». Gli ultrà dell’Atalanta, gli amici di Riccardo, hanno assistito alla gara di Monza (vinta 4-0 dai bergamaschi, brianzoli retrocessi in B) in rispettoso silenzio e mai come in questo caso il silenzio è d’oro. Gasperini invece negli spogliatoi alza la voce, lancia un taccuino, poi una bottiglia contro un giornalista. È la seconda volta in questa stagione che il Gasp non gradisce la presenza di colleghi della stampa bergamasca in quanto rei di aver scritto articoli indesiderati. Siccome a giugno lascerà la
Dea (Atalanta attuale terza forza del campionato), gli consigliamo di andare in un club straniero perché qui da noi, almeno un paio di bastian contrari, più o meno legittimati ad esercitare quel ruolo, nelle conferenze stampa se li ritroverà sempre e comunque. Ci vuole garbo e signorilità. Due cifre stilistiche di Claudio Ranieri che, dopo l’Inter, con la sua Roma batte anche la Fiorentina, centra il 19° risultato utile di fila e si aggrega al “gruppo 63” che non è la rinata neoavanguardia letteraria, ma semplicemente il circoletto italeuropeo a quota 63 punti composto da Juventus e Lazio, con il Bologna di
rincorsa a 62
pronto per centrare la qualificazione bis per la Champions. A proposito di Champions, luci a San Siro: stasera l’Inter di Simone Inzaghi riparte dal pirotecnico 3-3 di Barcellona. Sarà davvero febbre a 90’ questa sfida in cui il tatticismo della Beneamata sfida la fantasia della fresca crema catalana. L’Inter punta tutto sulla finale di Champions e raggiungerla sarebbe un grande traguardo che chiuderebbe la bocca a molti detrattori di Simone Inzaghi, specie a quelli a corrente alternata che oscillano
tra il
“genio della panchina” e il “fallimentare perdiscudetti.
Per lo scudetto saranno 270 minuti di duello tra Napoli e Inter, per ora 77-74 in favore dei Conte boys. I romantici sognano un arrivo da appaiate e uno spareggio tricolore all’Olimpico che l’Inter visse nel lontano 1964 perdendolo contro il Bologna. Una gara rimasta unica e che forse è destinata a rimanere ancora tale, mentre il Bologna all’Olimpico il prossimo 14 maggio ci tornerà per giocarsi la finale di Coppa Italia contro il Milan. Una partita che emoziona Pupi Avati (domani riceverà il David di Donatello alla carriera), autore di un film di rara intensità dedicato al mondo del calcio come Ultimo minuto (film scritto con mastro Italo Cucci). Il regista, pur essendo di fede milanista - come lo era il protagonista del suo film, l’immenso Ugo Tognazzi - ha annunciato che per l’occasione farà prevalere le radici bolognesi e almeno per una notte tiferà i rossoblù di Vincenzo Italiano. © riproduzione riservata
Dea (Atalanta attuale terza forza del campionato), gli consigliamo di andare in un club straniero perché qui da noi, almeno un paio di bastian contrari, più o meno legittimati ad esercitare quel ruolo, nelle conferenze stampa se li ritroverà sempre e comunque. Ci vuole garbo e signorilità. Due cifre stilistiche di Claudio Ranieri che, dopo l’Inter, con la sua Roma batte anche la Fiorentina, centra il 19° risultato utile di fila e si aggrega al “gruppo 63” che non è la rinata neoavanguardia letteraria, ma semplicemente il circoletto italeuropeo a quota 63 punti composto da Juventus e Lazio, con il Bologna di
rincorsa a 62
pronto per centrare la qualificazione bis per la Champions. A proposito di Champions, luci a San Siro: stasera l’Inter di Simone Inzaghi riparte dal pirotecnico 3-3 di Barcellona. Sarà davvero febbre a 90’ questa sfida in cui il tatticismo della Beneamata sfida la fantasia della fresca crema catalana. L’Inter punta tutto sulla finale di Champions e raggiungerla sarebbe un grande traguardo che chiuderebbe la bocca a molti detrattori di Simone Inzaghi, specie a quelli a corrente alternata che oscillano
tra il
“genio della panchina” e il “fallimentare perdiscudetti.
Per lo scudetto saranno 270 minuti di duello tra Napoli e Inter, per ora 77-74 in favore dei Conte boys. I romantici sognano un arrivo da appaiate e uno spareggio tricolore all’Olimpico che l’Inter visse nel lontano 1964 perdendolo contro il Bologna. Una gara rimasta unica e che forse è destinata a rimanere ancora tale, mentre il Bologna all’Olimpico il prossimo 14 maggio ci tornerà per giocarsi la finale di Coppa Italia contro il Milan. Una partita che emoziona Pupi Avati (domani riceverà il David di Donatello alla carriera), autore di un film di rara intensità dedicato al mondo del calcio come Ultimo minuto (film scritto con mastro Italo Cucci). Il regista, pur essendo di fede milanista - come lo era il protagonista del suo film, l’immenso Ugo Tognazzi - ha annunciato che per l’occasione farà prevalere le radici bolognesi e almeno per una notte tiferà i rossoblù di Vincenzo Italiano. © riproduzione riservata
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