Napoli-Inter, due pugili ormai suonati a 90’ dal gong

May 19, 2025
Napoli e Inter in piena corsa per lo scudetto sembrano due pugili suonati che si guardano e si chiedono: vado ko io o ci vai tu? Un punto le separa, 79-78, a 90 minuti dalla fine del torneo e il Napoli capolista ospita il “filointerista” Cagliari (storico enclave morattiano) già salvo, mentre l’Inter va fuori porta in visita dal Como che si gode già il 10° posto vista Lago. «Canta Napoli, è fatta!», tripudiano gli ottimisti. Calma. La squadra di Antonio Conte dopo aver fallito il più facile dei matchpoint contro il Genoa (2-2 al Maradona) ha steccato anche a Parma (0-0). Vero che gli emiliani dovendo salvarsi hanno giocato con la bava alla bocca, ma il Napoli, al di là dei pali presi, è sembrato ancora una volta affetto da “braccino”. Un Napoli teso e stanco, e l’immagine della resa fisica al Tardini è stata quella di Lukaku che al cambio sembrava un MR. T sfinito dopo aver combattuto contro Rocky Balboa. Eppure il Napoli ha giocato solo 37 gare di campionato, la metà delle partite dell’Inter di Simone Inzaghi che viaggia sulle 60 sfide stagionali ma che questo scudetto non è riuscito difenderlo come doveva e come poteva. Ancora una volta fatale per i nerazzurri è stata la partita di Bologna con sconfitta nel finale, ma poi c’è stato anche il blitz della Roma a San Siro e domenica gli spettri laziali del 5 maggio sono riapparsi con l’effetto “P” di Poborsky (il castigatore ceco dell’Inter di Cuper) che è diventato quello di Pedro. Piccolo inciso, lo spagnolo della Lazio a 38 anni (li compie il 28 luglio) chiude la stagione in doppia cifra, 10 gol, la maggior parte segnati entrando dalla panchina. Monumentale. L’interista Arnautovic dovrebbe ispirarsi a Pedro, ma intanto il gol fallito, su assist del centrale d’assalto Acerbi, potrebbe rivelarsi l’ultimo errore spazzascudetto. Di errori ne ha commessi tanti anche l’Atalanta che si ritrova ad appena 5 punti dalla vetta dopo aver dilapidato un patrimonio, a partire dalle 25 reti segnate dal suo bomber, il principe dei capocannonieri Retegui. Gasperini ha salutato Bergamo e si vocifera di un suo passaggio alla Roma. Ora, premesso che Gasperini a Trigoria rischia di essere un pinguino all’equatore, ma la domanda è: come colmare il vuoto che lascerà Ranieri? Ha preso una Roma ad un passo dal baratro e l’ha portata al 5° posto, un punto sotto al 4° (lì c’è la Juventus a 67 punti) e un punto sopra alla Lazio, anch’essa a tratti bella ma sciupona. Il popolo della Curva Sud sa bene qual è il valore del tecnico, ma prima di tutto dell’uomo, e per questo gli ha tributato una coreografia imperiale, da divo Claudio. Il sor Ranieri si è commosso con la solita compostezza da sir di Testaccio e altrettanto elegantemente ha salutato i 70mila dell’Olimpico. Ora, solo un hombre vertical come lui potrebbe prendere il suo posto sulla panchina giallorossa: Jurgen Klopp. Ma un guru internazionale come Klopp accetterebbe di calarsi in una realtà dove prima dell’arrivo di Ranieri si biascicava la solita cultura cacio e pepe farcita di mostarda americana? Ai “poster” l’ardua sentenza. © riproduzione riservata

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